In arrivo lo scontro sui deficit

In arrivo lo scontro sui deficit In arrivo lo scontro sui deficit Pressioni e dubbi per VEurobanca 1111111 FRANCOFORTE KIELMIRBNO LA storia dell'euro ha avuto finora un successo superiore a ogni aspettativa, ma la vera vita di questo strabiliante esperimento politico-finanziario è destinata, da domani, a «ricominciare ógni giorno». Sulla strada della Banca centrale europea (Bce), che dalle prossime ore si farà carico della politica monetaria comune, ci sono ancora molti ostacoli e non solo per la complessità tecnica di una realtà inesplorata, ma soprattutto perché, come si è visto nei mesi scorsi, non sarà facile tenere al riparo «un'istituzione tecnica, che ha grande influenza politica» dallo scontro con gli interessi nazionali. Il conflitto più forte sarà sull'equilibrio tra la disciplina delle politiche di bilancio dei governi e la politica monetaria. «Dalla decisione di maggio sui Paesi partecipanti all'euro spiega Otmar Issing - la disciplina dei bilanci pubblici è stata allentata. I conti pubblici vengono alleggeriti soltanto grazie alla riduzione dei tassi d'interesse. Di tagli alle spese correnti non se ne vede granché. I deficit strutturali sono addirittura aumentati, quanto alla riduzione dei debiti pubblici è stato fatto troppo poco». Quelle del capo-economista della Bce non sembrano parole di qualcuno che sia venuto a patti con i governi nazionali dell'area dell'euro e che, ricevute garanzie di disciplina fiscale, abbia «accordato in cambio» la riduzione dei tassi d'interesse in Eurolandia. «Quella del patto tra Banche centrali e Governi è una deduzione, una deduzione sbagliata, ma di certo non è un fatto», spiega infatti un membro del board della Banca di Francoforte. Accordi formali tra politica monetaria e politica di bilancio «non sono necessari, le regole del gioco sono già fissate» spiega Tommaso Padoa-Schioppa a un quotidiano tedesco. Il membro italiano del board della Bce aveva osservato poche ore dopo il ribasso dei tassi che se «i rischi attualmente percepiti di allentamento fiscale in Europa si materializzeranno il mix delle politi¬ che economiche europee potrebbe diventare squilibrato»: un allarme, non un apprezzamento, per gli impegni dei governi. Il presidente della Banca centrale europea, l'olandese Wim Duisenberg, nega che i banchieri possano essersi accontentati di un generico impegno dei governi, manifestato proprio alla vigilia del ribasso dei tassi, durante il primo Ecofin di dicembre, alla riduzione tendenziale dei deficit sul medio termine: «Questi spostano la data del pareggio di bilancio sempre più avanti...». Il testo del Patto di stabilità parla di pareggio dei conti da raggiungere «nel medio termine». Una riunione del Comitato monetario fissò il 2001 come definizione di «medio termine». Successi¬ vamente una riunione dell'Ecofin a settembre spostò la data al 2002. Fonti di Bonn e di Roma prevedono che silenziosamente la data scivoli in avanti con la semplice formalità di una futura normale decisione dei ministri finanziari. Dai governi infatti giungono segnali di fumo sul rispetto del limite del 3% come obiettivo per il prossimo anno. «I governi si erano impegnati - osserva Issing - a raggiungere in condizioni normali il pareggio o un attivo di bilancio. Il 3 per cento è un riferimento che vale solo per i periodi di recessione e quindi certamente non vale nel caso attuale». Le polemiche tra Banche cenI trali e governi sono sembrate comunque attenuarsi nelle ultime settimane per la mutua considerazione della necessità di un avvio tranquillo dell'euro. Ma la probabilità che lo scontro torni nel'99 è molto alta. Tre sono i fattori di rischio: in Germania nel '99 si rischia un'inflazione salariale attorno, al 4%, jmjinler.r velilo della BeìPeòtìtre zione tanto «politica» (frutto di una scelta redistributiva) aprirebbe un conflitto diretto con i governi di ispirazione socialdemocratica; i governi inoltre impegneranno se stessi politicamente in obiettivi occupazionali che in un anno di debolezza economica rischiano di poter essere mantenuti solo attraverso un incremento della spesa pubblica e quindi violando il Patto di stabilità; la Banca centrale europea irrfine sottovaluta i rischi di deflazione negando addirittura che ve ne siano i sintomi e potrebbe trovarsi in seria difficoltà nel cambiare spiegazione e quindi nel ridurre tempestivamente i tassi nei prossimi mesi di fronte a legittime richieste dei governi. Altre pesanti incognite circondano il rapporto euro-dollaro a causa soprattutto del grave deficit delle partite correnti americane che potrebbe squilibrare i rapporti tra le valute internazionali e rimotivare i governi francese e tedesco a intervenire nella politica valutaria europea anche a costo di mano¬ mettere l'autonomia della Bce nella politica monetaria. Stranamente anche in questo caso le prese di posizione della Bce a fronte dell'opinione pubblica e degli analisti ricordano quella tradizionale inclinazione «monarchica» delle Banche centrali europee: manipolare le aspettative con una forma di persuasione morale che dovrebbe far leva sulla presunta superiorità tecnica e informativa dei banchieri centrali. Così Duisenberg osserva addirittura che «l'euro non potrebbe partire in condizioni economiche migliori». Nonostante il peggioramento del clima economico in Europa e le pesanti incognite che ancora gravano sull'economia mondiale. Una provocazione per chi ha in mente la trasparenza di analisi e la coerenza delle argomentazioni del presidente della Federai Reserve, Alan Greenspan. L'ultimo rischio per la Bce è proprio che Duisenberg venga accusato dagli analisti di Francoforte di confondere la maggiore trasparenza con una maggiore quantità di dichiarazioni, che possono apparire contraddittorie o puntare soprattutto a rendere «spettacolare» la sorpresa del mercato per le decisioni dei governatori. In tal caso la credibilità dell'Eurobanca ne risentirebbe. Carlo Bastasin Issing: la disciplina di bilancio è stata allentata damaggio in poi Voci di un patto coi governi ma Padoa Schioppa smentisce: i «Le regole sono chiare e fissate» Tommaso Padoa Schioppa, membro del direttorio della Banca centrale europea

Persone citate: Alan Greenspan, Carlo Bastasin, Duisenberg, Issing, Otmar Issing, Padoa Schioppa, Tommaso Padoa Schioppa, Tommaso Padoa-schioppa, Wim Duisenberg

Luoghi citati: Bonn, Europa, Francoforte, Germania, Roma