Perché non trattare il teatro come V«evento» Miss Italia? di Alessandra Comazzi

Perché non trattare il teatro come V«evento» Miss Italia? TIVÙ'& TIVÙ' Perché non trattare il teatro come V«evento» Miss Italia? « ESPERIMENTO di trasmettere «Totem» in prima serata su Raidue ha se non altro consentito di contare il pubblico realmente interessato ad un tipo di televisione diversa. Diversa da quella consuetamente «generalista», che ha la pretesa di rivolgersi a tutti i possibili telespettatori: pretesa che porta inevitabilmente ad un livellamento verso spettacoli non impegnativi, che non presuppongono la partecipazione delio spettatore, il quale può permettersi di spegnere la coscienza vigile e dì lasciarsi trasportare dai giochini e dalle canzonette cantate come nella taverna. Senza per questo, intendiamoci, voler individuare un pubblico «alto» e un pubblico «basso», non c'entrano livelli di istruzione e di interesse. Chi svolge mestieri impegnativi, anche intellettuali, durante il giorno, può darsi benissimo che la sera non abbia più voglia di stare ancora lì a pensare, con i favori del piccolo schermo, ma dal piccolo schermo pretenda invece intrattenimento. Che potrebbe | comunque non essere becero I né volgare. Ce n'è stato un esempio l'altra sera, su Raitre, in contemporanea con «Totem». C'erano Syusy Blady e Patrizio Roversi, questa volta in Argentina, con la loro piccola «internazionale bolognese» formata anche da Giorgio Comaschi, da Francesco Guerini e dalle loro famiglie. Tre milioni 127 mila spettatori per «Turisti per caso», una trasmissione che rappresenta ancora bene (l'idea ormai non è più nuova) un «mix» gradevole tra intrattenimento giocoso e contenuti. Perché la coppia non si mette in cattedra a spiegare quello che sta vedendo, non organizza dibattiti inevitabilmente superficiali e approssimativi, bensì fa realmente del turismo, come tanti lo vorrebbero fare: conoscendo la gente del posto, facendosi condizionare dai pregiudizi, positivi e negativi, restando incantata davanti alle bellezze della natura o, nel caso particolare, al tango ed allo stadio del Boca, usando anche quel po' di ironia che dà la consapevolezza di svolgere comunque un lavoro privilegiato. Diverso il discorso per «Totem»: qui il programma è davvero elitario, davvero va segui¬ to con attenzione, davvero bisogna mettersi davanti alla televisione con la disponibilità di farsi conquistare da un campionario di grandi storie, filtrate dalla letteratura, dalla musica. Difficile è raccontarle, quelle storie, il gioco riesce bene ad Alessandro Baricco, meno agli altri suoi compagni, compresi gli attori veri. Sono stati un milione 117 mila gli spettatori della seconda puntata, esattamente quelli della volta prima. Un milione (abbondante) di persone sono molte, proviamo a metterle una in fila all'altra. Ed è opportuno che una televisione di Stato, che viene finanziata anche da quel milione di persone lì, ogni tanto se ne occupi. Soltanto che il pubblico andrebbe abituato, educato: «Totem» era teatro, e pure particolare. Perché non abituare i telespettatori al teatro anche più semplice (e ce n'è molto, dalle origini ai giorni nostri), mandandone in onda di più, in prima serata, introducendolo, spiegandolo, raccontandolo, «creando l'evento» come fosse Miss Italia? Alessandra Comazzi

Persone citate: Alessandro Baricco, Francesco Guerini, Giorgio Comaschi, Patrizio Roversi, Syusy Blady

Luoghi citati: Argentina, Italia