Tra Asburgo e guide alpine «doc»

Tra Asburgo e guide alpine «doc» Tra Asburgo e guide alpine «doc» Nei luoghi di Sissi, l'imperatrice triste REPORTAGE UN PASSATO LMADONNA DI CAMPIGLIO A corona, oro 18 carati, è arricchita con 128 perle e con 1236 diamanti dal «taglio brillante». La completa «una gemma del Cielo» di millimetri 35x16. Lo scettro, 500 grammi di oro e palladio, ha solo 885 diamanti, ma la stessa «gemma del Cielo». Il collier è composto da un filo di perle South Sea australiane bianche round diametro 8,5-9 millimetri più solita gemma del Cielo, ma questa volta «a goccia briolette». I dettagli tecnici che illustrano la dotazione di Miss Italia '98, esposti nella vetrina d'onore della gioielleria Stedile, tra smeraldi e rubini di salgariana grandezza, sollevano la curiosità snobisticamente divertita della giovinezza dorata di Campiglio. Contrariati dalla poca neve, ottimo alibi per lasciarsi cullare dai soliti riti del corteggiamento al caffè Suisse, anche i ragazzi di Milano, di Brescia e di Roma, le città più rappresentate nel centro trentino, sembrano partecipare pigramente al clima dolce di un molle fine anno di fine secolo. Chissà quanti ospiti impellicciati di Campiglio, ammirando scettro e corona di Miss Italia, conoscono la romantica e triste storia della vera grande regina di Campiglio, la turista più illustre, che, proprio un secolo fa, cercava tra questi monti l'impossibile oblio di un destino solenne e terribile. E quanti, nel ricordo di Elisabetta, l'imperatrice d'Austria, la Sissi della favola più triste d'Europa, potranno collegare quel clima di «finis Austriae» al rischio di decadenza che incombe sul paese che contende a Cortina lo scettro di regina dell'eleganza alpina. I soggiorni di Elisabetta e di Cecco Beppe a Campiglio, con il trasferimento di una parte della nobiltà asburgica, documentati dalle ingenue e dettagliatissime cronache dei giornali dell'epoca, sono ancora molto presenti nell'iconografia e nei sentimen¬ ti profondi degli abitanti e degli ospiti più fedeli. La grande storia d'Europa e le tragedie di un drammatico passaggio al Novecento si incrociano in un piccolo paese del Trentino, già allora famoso centro di villeggiatura frequentato dal ministro Zanardelh, dai Sella, dai Rotschild. La consumazione dell'Impero più importante in Europa e l'estendersi dello stato nazionale sfumano in un alternarsi di proprietà, tutto sommato pacifico. Alla morte di Giambattista Bighi, il pioniere dello sviluppo turistico, lo stabilimento alpino di Campiglio viene acquistato da un figlio naturale di Cecco Beppe, Franz Joseph Oesterreicher, nel 1886. L'imperatore conservò per lui, frutto di un amore giovanissimo nel castello di Gmuend, un grande affetto. Questo legame della famiglia asburgica con il centro turistico più famoso dell'allora Tirolo meridionale si celebrò con il primo viaggio a Madonna di Campiglio di Sissi nel 1889 e, soprattutto, con il lungo soggiorno cinque anni dopo, per un periodo accanto al marito Francesco Giuseppe. In quegli anni l'imperatrice era stata scossa da una catena di disgrazie simbolo del futuro destino degli Asburgo: il beneamato cugino Ludwig era morto misteriosamente subito dopo essere stato deposto dal trono di Baviera. Dopo la scomparsa del padre, la tragedia più grande e più fosca: il principe Bodolfo, unico figlio maschio di Sissi, si era suicidato a Mayerìing con la giovane amante Maria Vetsèra. Poche settimane più tardi, la sorella di Sissi, Elena, moriva a Ratisbona dopo una lunga e straziante agonia. La regina, romantica e sognatrice come il figlio Rodolfo, vagava in quegli anni sui monti di Campiglio alla ricerca della serenità perduta, in compagnia di Christomanos.il suo professore di greco. Sissi, infatti, scopriva nei miti omerici, forse un pallido riflesso dei crudeli destini di una famiglia imperiale e di lei stessa, uccisa quattro anni dopo, a Ginevra, dall'anarchico italiano Luigi Luccheni. A Campiglio ricordi di lei, eccentrica e malinconica, intelligente e fragile, cugina di un vecchio marito impegnato con enorme scrupolo nei doveri d'ufficio, sono disseminati tra i pendii dello Spinale e la vecchia chiesetta del paese. Esteta e poetessa, bellissima e magrissima, compiva di buon mattino passeggiate impegnative con la celebre guida Antonio Dallagiacoma, capostipite di una importante famiglia di alpinisti. Qui la grande storia degli Asburgo si collega a un'altra grande storia, quella forse meno drammatica ma certamente epica delle guide alpine di Campigho. Sono famiglie leggendarie nella tradizione italiana e mondiale dell'alpinismo. Le dinastie degli Alimonta, dei Dallagiacoma, dei Vidi fino ai Detassis. Il patriarca Bruno Detassis, quasi novantenne, si aggira ancora, con la sua lunga barba, in paese. La sua pensione è ormai chiusa. Assiste la moglie malata e solo gli occhi velati gli consigliano un bastone per appoggiare i suoi passi. Occhieggia tra le vetrine dei suoi negozi, traboccanti di cose buone e belle, sulla piazza intitolata al fondatore di Campiglio turistica, la più celebre guida, Cesare Maestri. La sua lingua aguzza, come il profilo delle Dolomiti, non è stanca di polemizzare con schietta amarezza sul destino delle sue montagne e del suo paese. Anche chi ha la responsabilità ufficiale del futuro, però, il neodirettore dell'Azienda di promozione turistica, Ettore Zampiccoli, ammette che negli ultimi 10 anni il passato imperiale e le glorie alpine dei mitici scalatori e della mitica 3-Tre, lo slalom della Coppa del Mondo, hanno rischiato di illudere. La storia gloriosa e le bellezze intatte non bastano per affrontare i grandi problemi strutturali di un paese che, nel traffico e nelle distanze dal più vicino aeroporto, trova un limite pericoloso allo sviluppo. «Con la fine del prossimo anno - auspica Zampiccoli - il traforo sotto la Presanella, atteso da 10 anni, permetterà la trasformazione del sistema urbanistico del paese. L'assedio del traffico finirà e il centro sarà restituito al tranquillo passeggio dei nostri ospiti». Chissà se nel Duemila la regina di Campiglio, quella vera non quella nelle vetrine della gioielleria, l'imperatrice Sissi, potrà tornare tra i suoi monti e, in un'Europa pacificata e multietnica, così com'era negli anni migliori dell'impero austroungarico, trovare finalmente quiete. Luigi La Spina LE SETTIMANE BIANCHE EX if BASSA MEDIA ALTA 111 V* STAGIONE STAGIONE STAGIONE Jfc:* "'10/1 - 24/1 7/3 - 21/3 19/12 - 10/1 21/3-28/3 28/3-27/4 7/2-7/3 giornaliero 49.000 53.000 53.000 2 giorni 95.000 105.000 105.000 6giorni 242.000 265.000 205.000 4 STELLE DA 770.000 (basso stagione) A 2.090.000 (a Ita stagione) 3 STELLE OA 030.000 (bassd stagione) A 1.330.000 (alta stagione) 2 STELLE OA 539.000 (bassa stagione) A 890.000 (alta stagione) Il cuore della stazione dolomitica, meta di tanti vip