«La legge non si tocca» di R. Cri.

«La legge non si tocca» «La legge non si tocca» Tra le forze politiche soloAn critica la Gozzini ROMA. L'evasione di Ghiringhelli riaccende le polemiche nel mondo politico. E non solo. Alcuni esponenti della sinistra e di Forza Italia, sostengono che, nonostante l'evasione del brigatista, la legge Gozzini non deve essere assolutamente riformata. Solo Maurizio Gasparri (An) chiede un riesame della normativa, sottolineando come la fuga del brigatista sia da considerarsi «una beffa nei confronti di Scalfaro che ha appena concesso la grazia ad un altro ex Br». Carlo Leoni, responsabile giustizia dei Ds, sostiene che «il 99% delle persone che sono nelle stesse condizioni del detenuto evaso si comporta correttamente rispondendo alle disposizioni di legge e ai regolamenti». Leoni ha quindi parlato di «strumentalità di una destra che un giorno si dice garantista e l'altro alza polveroni forcaioli». Ersilia Salvato (Ds) spera che la vicenda «non crei troppo allarmismo e non dia vita ad una riflessione che vada sopra le righe». Analoga la posizione di Nichi Vendola, vicepresidente della commissione Antimafia, tra i fautori dell'indulto per gli ex terroristi. «Spero che l'evasione non serva - ha dichiarato - a rimettere in circolazione vecchi veleni forcaioli». Sulla validità della legge Gozzini si è espresso anche l'ex presidente della commissione Giustizia della Camera, Giuliano Pisapia, che ha osservato come le evasioni interessino «neanche 1' 1% di chi ha ottenuto i benefici». «Un episodio del genere - ha dichiarato Marco Taradash (Fi) - rischia di risollevare barriere ideologiche. Non conosco la storia di questo Br, ma certamente si è assunto grande responsabilità nei confronti dei suoi ex colleghi di lotta armata e di chi crede che la detenzione non debba essere solo una vendetta». «La legge Gozzini - ha aggiunto - nonostante tutto ha funzionato bene». Alfredo Mantovano (An) ha commentato l'evasione spiegando che probabilmente «Ghiringhelh' e gli altri fuggiti di recente dimostrano una grande impazienza e una scarsa fiducia nel ministro di Grazia e giustizia e nel capo dello Stato che, nell'ambito delle proprie competenze, stanno facendo di tutto per mandare fuori ergastolani responsabili di gravi reati». Mantovano ha quindi chiesto a Diliberto di spiegare dettagliatamente «come vengono conteggiate le cifre sui permessi ai detenuti e le relative fughe». L'evasione del brigatista Marcello Ghiringhelli dimostra «ancora una volta la debolezza dello Stato. La sua disattenzione verso la concessione dei benefici e la tenerezza nei confronti di chi ha infierito contro le vittime». E' il commento amaro di Maurizio Puddu, presidente dell'Associazione vittime del terrorismo. «Questa evasione non deve servire da pretesto a chi vuole restringere i benefici della legge Gozzini perché l'Italia è il Paese europeo che ha la percentuale più bassa, pari all' 1 -2%, di mancato rientro in carcere di detenuti ammessi al lavoro esterno o in permesso premio», ribatte il segretario di «Nessuno tocchi Caino», Sergio D'Elia. Sulla stessa posizione è l'ex Br Barbara Balzarani, anche lei in regime di lavoro esterno come Ghiringhelli. Balzarani teme soprattutto le polemiche che ora si leveranno contro i benefici e sui detenuti terroristi che ne usufruiscono e ribadisce il sostegno ad una soluzione politica dell'intera vicenda del terrorismo. L'evasione - dice - «è ancora da accertare» e molte delle polemiche, «più emotive che ragionate», sarebbero inesistenti se almeno per quel che riguarda i terroristi si fosse «già giunti ad una soluzione politica». «La legge funziona benissimo - ribadisce - incidenti ce ne sono stati pochissimi». [r. cri.]

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