Veneto, rissa in Regione seduto sospesa

Veneto, rissa in Regione seduto sospesa Per un manifesto di An Veneto, rissa in Regione seduto sospesa VENEZIA. Finisce in rissa, quella che doveva essere l'ultima seduta dell'anno della Regione Veneto, riservata alla maratona per l'approvazione del Bilancio. Seduta sospesa per tumulti e rinviata all'indomani. A menare le mani in aula, trattenuti invano dai commessi, un consigliere dei Comunisti Unitari e uno di An; ma lo stesso presidente di turno - il leghista dissidente da Bossi Fabrizio Comencini - tuffatosi nella zuffa, si è buscato una gomitata. Qualcuno placcato per il petto, qualcun altro trattenuto perii collo, uno all'ospedale per accertamenti: questo il bilancio dei tafferugli, che risultano essere i primi in assoluto nella storia di questo ente regionale, ora governato dal Polo sotto la guida di un fedelissimo ex dirigente del gruppo Berlusconi, passato alla politica con FI, Giancarlo Galan. La miccia è stata accesa dai manifesti esposti in aula dal gruppo di An: «Una regione con meno tasse non piace alla sinistra bugiarda e statalista». Parole dure per chi da quattro anni non governa più il Veneto e ha il suo bel daffare a far passare i propri emendamenti che i numeri in aula condannano. Il presidente di turno Comencini sospende, dunque la seduta, invitando i consiglieri della destra a togliere quei manifesti. Uno di loro Paolo Scaravelli, ne prende uno con il pretesto di portarlo fuori dall'aula come richiesto, ma intanto fa la passerella davanti agli scranni della sinistra e alle telecamere della Tv. Gli animi di accendono: il Comunista Unitario Severino Galante gli salta addosso, strappando il manifesto. Interviene allora un altro consigliere di An, Luca Bellotti, che acchiappa Galante da tergo con energia, per dividerlo da Scaravelli. «Mi sono sentito aggredito - dirà poi Galante - altro che intervento per dividerci». E vola il primo ceffone: Galante-Scaravelli, 1-0. L'incendio di riattizza: un gruppo di consiglieri si prodiga con scarsi risultati a tenere separati i due contendenti. Lo stesso Comencini, per aggiungere un peso anche fisico alla precedente invocazione di ripristinare l'ordine in aula, interviene. Consiglieri, assessori, presidenti, tutti contro il muro dove era iniziata la zuffa; di conseguenza, seduta conclusa. Almeno fino a che il sangue tornerà ad affluire ai cervelli surriscaldati. Mario Lollo

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