Dick spara a zero sul mondo di Franco Pantarelli

Dick spara a zero sul mondo Durante il processo intentato dagli eredi per la restituzione dei documenti sull'ex Presidente Dick spara a zero sul mondo In aula i nastri più velenosi di Nixon NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Le donne? «Una rottura di scatole, difficile da sopportare» e poi chissà se «ne vale davvero la pena». I neri? «Di solito sono incompetenti». I messicani? «Non se ne trova uno onesto e 10 stesso vale per gli italiani». E' un Richard Nixon scatenato quello emerso l'altro giorno in un tribunale federale di Washington dove si sta svolgendo il processo per stabilire il compenso cui i suoi eredi hanno diritto per il «sequestro» dei documenti che lo riguardano. Complessivamente sono 42.000 pagine scritte, 3700 ore di conversazioni e svariate migliaia di fotografie. Il governo le ha dichiarate «patrimonio nazionale» e gli avvocati di Tricia e Julie, le due figlie di Nixon, hanno chiesto un risarcimento di 213 milioni di dollari, oltre 350 miliardi di lire, calcolato sul «valore commerciale» che tutta quella roba avrebbe oggi, se loro avessero 11 diritto di venderla privatamente in un'asta pubblica. La risposta dei rappresentanti legali del governo è stata che il valore commerciale di quei documenti non esiste perché - dato il loro contenuto - Nixon non si sarebbe mai azzardato a metterli in vendita. Un conto, hanno infatti sostenuto, sono le blande, sommarie descrizioni che gli avvocati di Nixon hanno dato di ognuno di quei documenti, e un conto sono le parole effettive che Nixon ha usato a suo tempo. E per sostenere la loro tesi hanno chiesto per l'appunto che alcuni nastri risalenti a quando il Presidente del Watergate sedeva sicuro nell'Ufficio Ovale della Casa Bianca fossero ascoltati nell'aula. Il risultato è stato quello di «un Nixon al suo peggio», secondo il commento più corrente, che dal passato ha aggredito le orecchie allibite di giudici, avvocati e pubblico con i suoi commenti sulle donne, i neri, i messicani e gli italiani, nonché con la sua permalosità sempre pronta a scattare e con il suo disprezzo per John Kennedy, che certo non è nuovo ma che pochi finora avevano avuto modo di sentire così chiara- mente espresso dalla sua voce. I suoi apprezzamenti sulle donne li fece nel 1971, discutendo con il suo staff dell'opportunità di nominare un ministro femmina. E lo stesso vale per i neri. Con loro, «il problema è che bisogna rassegnarsi a nominare un incompetente, perché fra loro i competenti sono veramente pochi. Bisogna nominarne uno e tenerselo perché il valore simbolico è importante. Bisogna mostrare di avere attenzione per le minoranze». Quanto ai messicani, più che il problema della competenza c'è quello dell'onestà. «E' difficile trovare un messicano onesto ed anche con gli italiani c'è lo stesso problema». (Per inciso, il rappresentante del dipartimento della Giustizia impegnato nel processo sul valore commerciale di quei nastri si chiama Anthony Coppolino). Ma la rabbia nixoniana, con scarsa fantasia, viene dispensata praticamente a tutti. I membri del suo staff sono «un branco di maledetti vigliacchi»; i generali che stanno guidando la guerra in Vietnam sono «un branco di bastardi»; il deputato democratico Thomas «Tip» O'Neill, che poi sarebbe stato lo speaker della Camera per tanti anni, è un «vizioso bastardo» e Hale Boggs, il leader dei democratici che all'epoca lo incalzava continuamente, era «un po' scemo». Quanto a Kennedy, «è stato lui a cominciare questa maledetta cosa (la guerra in Vietnam, ndr). Ha fatto ammazzare Diem d'allora padrone del Vietnam del Sud, ndr) ed ha mandato i primi 16.000 soldati a combattere laggiù. Sì, Diem è stato assassinato per suo ordine». Il rancore di Nixon verso il suo staff è legato principalmente al discorso con cui nel 1972 annuncia l'inizio del ritiro dal Vietnam. Lui lo considera uno dei suoi discorsi migliori ma pochi lo chiamano per congratularsi. Fra quei pochi c'era Henry Kissinger ed è con lui che Nixon si sfoga: «Si fottano loro e tutti gli altri. Sono stufo marcio dell'intero branco». Franco Pantarelli «Le donne sono una rottura di scatole. Italiani e messicani? Non ce n'è uno onesto» «I negri non sanno fare nulla ma bisogna nominarne uno per motivi di immagine» L'ex presidente americano Nixon: una raffica di giudizi taglienti

Luoghi citati: New York, Vietnam, Vietnam Del Sud, Washington