I novant'anni del cacciatore di nazisti
I novant'anni del cacciatore di nazisti Malato, ha dovuto rinunciare ai grandi festeggiamenti che Vienna aveva organizzato i I novant'anni del cacciatore di nazisti Simon Wiesenthal ha fatto arrestare 1100 criminali di guerra VIENNA NOSTRO SERVIZIO E' stata, per l'assenza del primattore, una festa un po' spettrale quella che la settimana scorsa ha fatto confluire in un salone della Hofburg, la reggia imperiale asburgica di Vienna, non soltanto due capi di Stato (quello austriaco Klestil e quello tedesco Herzog) ma anche alcune centinaia di storici contemporanei e il fior fiore dell'ebraismo mondiale. Si trattava - al termine della «Conferenza Wiesenthal» sulle «origini dell'odio» - di assegnare, a nome del Consiglio Europeo, le medaglie prò humanitate allo stesso Simon Wiesenthal oltre che al cardinale Franz Koenig e al medico turco Ihsan Dogramaci (un ebreo, un cattolico e un musulmano) per i loro sforzi rispettivamente per la giustizia, la pace e la tolleranza. Simon Wiesenthal, promotore del simposio a lui intitolato (per il quale ci sono voluti tre anni di organizzazione) e il cui nome è risuonato cen¬ tinaia di volte per tre giorni nelle sale imperiali, era assente, ammalato. Per ordine dei medici non ha potuto lasciare il letto. E dovrà rimanere tappato in casa anche il giorno di San Silvestro, quando compirà 90 anni. L'infermo ha bisogno di assoluto riposo, possono avvicinarlo soltanto la fedele segretaria Rose-Marie Austraat, la moglie Cyla (sposata nel 1936, che ha compiuto i 90 anni la scorsa estate), la figlia Paulinka, di 52 anni, psicologa in Israele, arrivata per il compleanno paterno insieme con i tre nipotini. Per non deludere le aspettative di chi con lui doveva parlare, Simon Wiesenthal ha invitato a saccheggiare le interviste da lui concesse nelle settimane scorse, prima di ammalarsi, e di spulciare dal testo del discorso che avrebbe dovuto fare in occasione del premio. L'uomo che ha fatto arrestare e processare più di 1100 criminali di guerra («per giustizia, non per vendetta»); che è uscito vivo da dodici diversi campi di concentramento e di sterminio nazisti; che, quando gli americani lo liberarono da Mauthausen, pesava 45 ehm; che, insieme con la moglie, ha perso 89 parenti colpevoli soltanto di essere ebrei, ripete in ogni intervista che «nulla è più dannoso che accusare un innocente», che i processi vanno fatti «per non dimenticare», che i colpevoli di genocidio vanno puniti «affinché ciò serva da insegnamento» e «non succeda mai più». Wiesenthal, che confessa di avere tentato il suicidio pochi giorni prima della liberazione, teme che l'antisemitismo non sia morto, che possa esserci un nuovo olocausto. Citando il professor Yehuda Bauer, dice che «non si sa chi saranno i tedeschi e chi gli ebrei». E aggiunge: «In novant'anni di vita ho visto gli orrori stalinisti e nazisti, spero che ciò sia risparmiato ai miei nipoti e pronipoti». Insignito con 17 titoli di dottore honoris causa da università di tutto il mondo (ma non del Nobel che nel '75 gli sfuggì, andando allo scrittore, pure lui ebreo, Elie Wiesel), protagonista di un film sulla sua vita, Wiesenthal racconta che avrebbe voluto che a impersonarlo fosse Paul Newman. Ma l'attore americano rifiutò. Disse: «Sono molto onorato, ma non interpreto personaggi viventi». «Mi dispiace per lei rispose - ma non ho voglia alcuna di morire per farle un piacere». «Se starò meglio - ha fatto ora sapere il nonagenario - domani andrò a festeggiare il mio compleanno in ufficio. Per non perdere l'allenamento dello spirito, più importante di quello del corpo». Tutti soddisfatti in famiglia per questo annuncio. Insoddisfatto invece il poliziotto addetto alla protezione del Centro di informazioni ebraico, che la notte di San Silvestro dovrà montare di guardia con la mitraglietta sulle scale dell'ufficio del festeggiato. «Buon compleanno, nonno Wiesenthal», hanno scritto sulla porta. THo Sansa «Ho cercato soltanto la giustizia, non la vendetta» i Simon Wiesenthal è stato detenuto in dodici diversi campi di concentramento Quando gli americani lo liberarono da Mauthausen pesava 45 chili
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