Firmato: Tarek Aziz

Firmato: Tarek Aziz Firmato: Tarek Aziz Un editoriale del vicepremier «Mubarak affoga nel ridicolo» BAGHDAD. In un editoriale pubblicato dal quotidiano «Al-Jumhuriya», il vicepremier iracheno Tareq Aziz risponde con toni polemici ai commenti sulla situazione in Iraq espressi dal presidente egiziano Mubarak in un'intervista pubblicata ieri da un giornale del Cairo. Aziz ironizza sulle dichiarazioni di Mubarak secondo le quali egli avrebbe interceduto presso Clinton per fermare l'attacco contro l'Iraq «che stava diventando pericoloso». «Pericoloso per chi? - si domanda il vicepremier di Baghdad - forse per l'Egitto e per i Paesi arabi, le cui strade erano affollate di manifestazioni contro l'aggressione all'Iraq da parte di Clinton, l'amico di Mubarak?». Aziz afferma inoltre che ciò che «rende ridicola» l'intervista a Mubarak è il fatto che il presidente egiziano «sostiene di avere avuto un ruolo che né Washington né Londra gli riconoscono». Attacca poi il leader egiziano per aver detto che la responsabilità del raid Usa ricade sulla leadership irachena, mentre «tutte le persone oneste del mondo» hanno accusato Clinton per «l'aggressione». Nell'intervista, Mubarak aveva detto: «Abbiamo simpatia per il popolo iracheno perché sappiamo che i nostri fratelli in Iraq non sono responsabili di ciò che accade, il regime al potere è all'origine di tutti i problemi». Il portavoce del ministero degli Esteri di Baghdad ha ieri duramente criticato il Segretario generale della Lega araba, Esmat Abdel Meguid, accusandolo di essere «al servizio degli Stati Uniti»: rinviando la riunione dei ministri degli Esteri dell'Organizzazione, originariamente fissata per oggi, «si è sottomesso alla volontà di una sola parte ha detto - dominata dall'influenza statunitense, e ha fatto quello che gli Usa chiedevano, a scapito della sovranità e dell'orgoglio arabi». Il rinvio, ha continuato, «è in contrasto con le norme e le tradizioni» della Lega, in quanto «le riunioni ministeriali devono svolgersi nel luogo e nella data stabiliti dalla maggior parte dei ministri degli Esteri» e «nessun incontro è mai stato annullato semplicemente perché una minoranza rifi ita di partecipa re». fAnsa-Agi-EfeJ