Saddam, una sfida al giorno per Clinton

Saddam, una sfida al giorno per Clinton L'Iraq avverte: continueremo a sparare sui jet Usa e inglesi. Washington: risponderemo Saddam, una sfida al giorno per Clinton «I nostri aerei stanno volando nelle zone proibite» NEW YORK NOSTRO SERVIZIO L'Iraq insiste che le «no fly zone» non devono esistere più e g)i americani rispondono che «come ha detto il presidente Clinton, il controllo sulle no fly zone continua». L'Iraq minaccia di sparare i suoi missili «contro ogni nuova penetrazione del nostro spazio aereo» e gli Stati Uniti replicano che «i nostri piloti staranno molto più attenti, ci sarà più adrenalina in giro ma i meccanismi per rispondere in modo adeguato sono già stati fissati». L'Iraq infine sostiene che i suoi aerei già da un pezzo volano regolarmente in quella parte di territorio che era stata loro proibita e che in realtà le «no fly zone» esistono solo «nelle menti malate di Washington e Londra», e gli americani ribattono che «non risultano» voli iracheni al di sopra del 36° parallelo o al di sotto del 32°. La verità è che ieri in quella zona non ha volato nessuno perché il maltempo ha decretato una sorta di «tregua forzata». Il pattugliamento della zona per impedire agli aerei iracheni di levarsi in volo «riprenderà non appena le condizioni climatiche lo consentiranno», dicono gli americani, ma in loro compagnia ci saranno soltanto gli inglesi. La Francia, che ha partecipato all'operazione «no fly zone» sin da quando è stata istituita, nel 1991, per difendere le popolazioni curde al Nord e quelle sciite al Sud dell'Iraq dalle persecuzioni di Saddam Hussein, ha infatti posto fine all'impegno. I voli dei suoi «Mirage», che erano già stati sospesi due settimane fa in segno di protesta contro l'operazione «Desert Fox», ora sono stati annullati del tutto. Un chiamarsi fuori di Parigi che, sebbene non proprio sorprendente viste le sue recenti prese di posizione, certo non ha rallegrato Washington. Qui le minacce irachene non sono state prese molto sul serio. «E' solo l'aspetto più rumoroso della loro propaganda», hanno detto gli uomini del Pentagono, e per dimostrare la falsità della versione irachena sull'incidente dell'altro ieri («prima li abbiamo messi in fuga, poi sono tornati e hanno sparato contro una nostra postazione uccidendo quattro soldati») hanno prodotto il filmato di ciò che è successo. Naturalmente, come succede con i tanti filmati forniti alla Cnn, non si capisce nulla di come siano andate esattamente le cose, ma in compenso si può «Leesisme dedurre che lo «spirito» dei piloti americani è buono. «Splash, splash», si sente gridare a un certo punto mentre si vede una gran nube di polvere provieniente dal punto colpito (presumibilmente la postazione irachena). «Bel colpo», dice a un certo punto un pilota per congratularsi con il suo collega che ha sparato il missile. Quanto all'aereo che gli iracheni dicono di avere abbattuto, il Pentagono continua con il suo «nessun velivolo è stato colpito» mentre Baghdad ha dato un piccolo beneficio al dubbio. L'aereo è stato «quasi certamente» colpito, ha detto ieri l'agenzia Ina, mentre il vicepresidente Taha Yassin Ramadan, che in questa recrudescenza di parole sembra avere assunto una sorta di ruolo di punta nel regime iracheno, ha detto che si stanno cercando i resti di quell'aereo per mostrare che il suo abbattimento è davvero avvenuto. L'intento di Baghdad, dicono i vari esperti di qui, è quello di provocare in ogni modo gli Stati Uniti per chiarire agli occhi di tutti che il suo problema è solo con Washington, non con le Nazioni Unite. E non è da escludere che di qui al momento in cui il Consiglio di Sicurezza sarà chiamato a discutere l'intera vicenda irachena ci possano essere altri incidenti, per esempio quando le condizioni climatiche consentiranno di riprendere i voli sulle «no fly zone». «Cercando di etichettare gli Stati Uniti come l'attaccante, gli iracheni sperano di conquistare simpatia nel mondo arabo e alle Nazioni Unite e possibilmente di ottenere l'unica cosa che realmente vogliono: la fine delle sanzioni economiche» in vigore da oltre sei anni, dice il generale Tom Keaney. Ma la Francia annuncia il ritiro dei Mirage dai pattugliamenti Baghdad insiste: abbiamo abbattuto un bombardiere stiamo cercandone i resti «Le zone di interdizione esistono solo nelle menti malate degli Stati Uniti e della Gran Bretagna» Una batteria anti-aerea a Baghdad vicenda irachena ci possano essere altri incidenti, per esempio quando le condizioni climatiche consentiranno di riprendere i voli sulle «no fly zone». «Cercando di etichettare gli Stati Uniti come l'attaccante, gli iracheni sperano di conquistare simpatia nel mondo arabo e alle Nazioni Unite e possibilmente di ottenere l'unica cosa che realmente vogliono: la fine delle sanzioni economiche» in vigore da oltre sei anni, dice il generale Tom Keaney. Ma la Francia annuncia Baghdad insiste: abbiamo il ritiro dei Mirage abbattuto un bombardiere dai pattugliamenti stiamo cercandone i resti Una batteria anti-aerea a Baghdad

Persone citate: Clinton, Saddam Hussein, Taha Yassin Ramadan, Tom Keaney