CONTAGIO NEL NOME DI SADDAM

CONTAGIO NEL NOME DI SADDAM CONTAGIO NEL NOME DI SADDAM TURISTI stranieri ammazzati a 120 chilometri ad Est di Aden. Quattro vittime innocenti d'un infausto blitz delle «forze speciali» yemenite poiché presi in mezzo, i turisti, tra i kalashnikov delle teste di cuoio e i kalashnikov dei guerriglieri della Jihad islamica che li avevano sequestrati. Pare che pretendessero di scambiarli con Saleh Haidara al-Atwi, leader di quella piccola galassia terroristica che si richiama al miliardario di origine saudita Bin Laden, e s'addestra nel Sud dello Yemen già lungamente tenuto da guerriglieri «comunisti» di seguito al golpe del 1962. Bush lanciò la sua crociata contro Saddam, nel '91, in nome del diritto internazionale. Violato dal dittatore iracheno che aveva invaso un «Paese fratello», il Kuwait. «E se il Kuwait avesse prodotto broccoli?» (invece di petrolio e di investimenti in tutto il mondo), si chiese il New York Times. Forse non avremmo avuto la Desert Storm che coinvolse gli arabi «moderati» e sinanco l'arrabbiato Assad. Bush promise che quella spedizione avrebbe partorito un Nette Orclnung, un nuovo ordine non solo in Medio Oriente bensì nelle altre aree di crisi. Sette anni dopo, intisichita la speranza della pace fra israeliani e palestinesi, assistiamo all'impennarsi d'un nuovo disordine. Truccato da agnello, Saddam sfida il lupo americano. Temerariamente, come l'omino che aggredisce il pugile perché sa che «non può» metterlo ko. In Algeria è ripresa la mattanza e come pri- IgorMan CONTINUA A PAG. 10 PRIMA COLONNA

Persone citate: Assad, Bin Laden, Bush, Saleh Haidara, Storm

Luoghi citati: Aden, Algeria, Kuwait, Medio Oriente, Yemen