Proposta australiana: aboliamo l'Olimpiade di Marco Ansaldo

Proposta australiana: aboliamo l'Olimpiade IL CASO Proposta australiana: aboliamo l'Olimpiade ANDREW Thomson, ex ministro dello sport in Australia, c'è andato giù pesante: «poiché il meccanismo di assegnazione dele Olimpiadi è inquinato dalla corruzione dilagante nel Comitato Olimpico ha dichiarato ieri -, dopo l'edizione del 2004 ad Atene si dovrebbero abolire i Giochi». La tesi, a parte il fascino di far concludere le Olimpiadi moderne là dove incominciarono, è provocatoria. Con la stessa logica, in Italia si dovrebbero chiudere gli ospedali, i tribunali e ogni edificio pubblico costruito a suon di mazzette. Insomma più che abolire i Giochi si dovrebbe rivedere il criterio di selezione dei membri del Ciò per favorire l'accesso di forze fresche e vitali, al posto di qualche trombone cui l'età non ha aggiunto la saggezza. Francamente fa sorridere l'ipocrisia con cui nel mondo (soprattutto anglosassone) ci si è accorti che la corsa all'assegnazione dei grandi eventi sportivi non è immacolata. Tutti sanno che si contratta sullo scambio di favori; e certamente circolano i cadeux, che spesso sono simbolici (con che cosa si compra il voto di chi è multimiliardario?), talvolta invece configurano una corruzione. E' il pensiero che conta. A Salt Lake City hanno dovuto ammettere che per ingraziarsi 14 membri del Ciò offrirono borse di studio della locale Università ai loro parenti: I l'investimento fu di 400 mila I dollari, meno di 50 milioni di li- re a testa. Al Pio Albergo Trivulzio, dove cominciò Tangentopoli, chiedevano di più. E quando il Ciò trombò la candidatura di Roma per assegnare i Giochi ad Atene, la prima reazione di Pescante, allora presidente del Coni, si poteva riassumere nella frase: «i greci hanno comprato i voti decisivi». Nella compagine italiana nessuno si scandalizzò e molti pensarono: «perchè non l'abbiamo fatto noi?». Ora si è sollevata l'onda moralizzatrice. Il Ciò ha avviato un'inchiesta interna; il Comitato olimpico statunitense ha affidato a George Mitchell, l'ex mediatore dell'Irlanda del Nord, un'indagine su come Salt Lake City ha condotto la sua campagna promozionale; Clinton vuole sapere se ci sono state frodi federali e violazioni fiscali e ha incaricato del caso all'Fbi. Sembra che siano tutti caduti dal pero. Come Andrew Thomson, l'australiano, il quale, oltre a chiedere l'abolizione dei Giochi, sostiene che una delle poche assegnazioni pulite è stata quella delle Olimpiadi del 2000 a Sidney. Cioè a casa sua, naturalmente. Un giorno ci spiegherà com'è stato possibile battere una candidatura forte e simbolica come Pechino. Il problema urgente, tuttavia, non ci sembra stabilire come e perchè si scelgono certe sedi ma cosa stiano diventando le Olimpiadi moderne, un contenitore che rischia di esplodere. Per gigantismo, Marco Ansaldo Ido

Persone citate: Andrew Thomson, Clinton, George Mitchell, Pescante

Luoghi citati: Atene, Australia, Irlanda Del Nord, Italia, Pechino, Roma, Salt Lake City