Importante mettersi in mostra

Importante mettersi in mostra I quartieri espositivi incentivano la produzione ed il commercio Importante mettersi in mostra Le Fiere italiane pronte alla sfida europea Le aziende hanno capito l'importanza di «mettersi in mostra». E le Fiere italiane hanno predisposto soluzioni adeguate e continuano a lavorare e investire per offrirne di sempre migliori. Negli ultimi anni è stata movimentata una cifra vicina ai mille miliardi in interventi diretti a favore dei quartieri espositivi (senza contare dunque gli investimenti indiretti, cioè in infrastrutture come parcheggi o stazioni ferroviarie, sostenuti da altri soggetti, come Comune o Regioni) e oggi le Fiere italiane sono pronti ad affrontare la sfida europea e la crescente competizione fra Fiere. L'unificazione monetaria infatti, facilitando i commerci infra-europei e i commerci dell'Europa con il resto del mondo non potrà che ripercuotersi sulle scelte e sulle dinamiche di acquisto e di vendita, oltre che sulle dimensioni e carat¬ teristiche del mercato di sbocco o di riferimento. In altre parole, sarà definitivamente impossibile ragionare in termini di mercato nazionale, si andrà dove si vende o si compra meglio. Per quanto riguarda il settore fieristico, questo significa che per molti settori non sarà più tanto importante «dove» si svolge la mostra, ma se è ben organizzata e promossa, se si prevede che ci saranno molti visitatori e molti espositori. Al limite per una azienda sarà preferibile essere presenti a qualche mostra in meno e partecipare con la maggiore visibilità possibile a quella scelta. Bisogna inoltre ricordare che per molte aziende che operano in settori specializzati la partecipazione alla fiere è determinante per il successo aziendale. Moltissime piccole e medie imprese italiane raggiungono durante le fiere accordi che rappresentano quote significative dei fatturati annuali, a volte superiori al 50%. E in ogni caso, in un'epoca di evoluzione velocissima delle tecnologie, dei materiali, delle soluzioni, le fiere rappresentano una occasione insostituibile di promozione. Dunque il «bisogno» di Fiere è forte; la competizione fra Fiere europee anche. E gli investimenti sostenuti dal settore in questi anni sono serviti a stare al passo con il nostro tradizionale rivale, la Germania (che rappresenta il secondo sistema fieristico al mondo per capacità espositiva coperta, dopo gli Stati Uniti e prima, appunto, dell'Italia), e in particolare con le Fiere di Hannover (475 mila metri quadrati) e Francoforte (290 mila metri quadri). Sino all'inaugurazione del Portello, Milano seguiva Francoforte e precedeva di poco Colonia (275 mila metri quadri); ora, con il Portello ha raggiunto i 375 mila metri quadri di superficie coperta e si è riportata al secondo posto. Bologna invece, si è munita di un nuovo Padiglione, inaugurato in occasione del Saie (edilizia) dello scorso ottobre, e ha così superato Berlino (150 mila contro 130 mila metri quadri). Che la nostra sia una nazione di Fiere non deve stupire: nel Paese dei distretti economici, la Fiera è tradizionalmente la prima e più classica vetrina. E' andato così formandosi un sistema espositivo che in Italia conta 32 soggetti, dalla grande Fiera di Milano alle piccole fiere di Piacenza (6 mila metri) e Civitanova Marche (3 mila metri). Nell'insieme, queste Fiere hanno ospitato nel '98 130 esposizioni con rango di «fiera internazionale» e circa 230 mostre regionali (la qualifica di «fiera internazionale» viene attribuita dal ministero dell'Industria, che ne regola e ne approva il calendario, per evitare sovrapposizioni; è previsto che tale potere resti in capo all'Industria anche dopo il passaggio degli enti fieristici sotto u controllo delle Regioni e anche nel caso di privatizzazione, questo almeno in base al disegno di legge sull'argomento at tualmente in discussione in Parlamento). Il fatturato complessivo del settore (nel '97, i dati '98 non sono ancora disponibili) è stato di circa 1500 miliardi, gli espositori oltre 125 mila, un quarto dei quali provenienti dall'estero, mentre i visitatori sono stati circa 10 milioni per le sole fiere internazionali (15% circa dall'estero) e oltre 12 milioni considerando anche le manifestazioni regionali. Una cifra che va confrontata con quella complessiva di 60 milioni di visitatori di fiere in tutta Europa: un quinto dunque di questa intensa attività si è svolto in Italia. Se l'importanza delle fiere per le imprese è evidente, non va dimenticata anche la ricaduta positiva che generano sul territorio. Mentre gli affari generati dall'incontro fra espositori e visitatori non sono quantificabili, l'indotto generato dalle Fiere è stato invece stimato dal Cermes dell'Università Bocconi che l'ha valutato circa 30 mila miliardi, una cifra dell' ordine di grandezza del 4% del Pil. Il sistema fieristico italiano è in piena trasformazione. I principali enti fieristici infatti, che sin qui facevano capo al ministero dell'Industria, dal primo gennaio passeranno alle Regioni; anche questo passaggio comunque potrebbe rappresentare solo mia tappa intermedia di un processo che dovrebbe concludersi con la privatizzazione delle fiere, almeno per quello che riguarda l'attività di organizzazione di manifestazioni. I privati del resto già ricoprono un ruolo significativo nell'attività fieristica italiana: solo per quanto riguarda i due principali soggetti, FieraMilano e la Fiera di Bologna, il primo ha stretto una alleanza con la principale società del settore attiva sui mercati internazionali, la Miller Freeman (un «gigante» che organizza circa 400 esposizioni all'anno in tutto il mondo), e assieme organizzano il Macef e alcune altre mostre. A Milano inoltre svariate manifestazioni sono organizzati da ap¬ posite società promosse nell'ambito del settore privato, e lo stesso dicasi per Bologna, dove la Fiera è già passata alle Regioni, si sta lavorando a una spa operativa, e intanto alla guida è stato nominato il presidente della Ferrari Luca Corderò di Montezemolo. Al momento solo la Regione Emilia Romagna si è adeguata alla Bassanini, assumendo così poteri gestionali e di controllo sugli enti fieristici operanti sul suo territorio, tra cui spiccano i nomi della Fiera di Bologna e della Fiera di Rimini. In attesa che tutte le Regioni si conformino alle disposizioni della Bassanini, il Parlamento sta discutendo anche un disegno di legge quadro che riformi complessivamente il settore e ponga i presupposti della privatizzazione. Il testo, approvato a fine luglio dal Senato, è adesso al vaglio della Camera. Questa legge potrebbe rappresentare il tassello decisivo nel definitivo decollo dell'attività fieristica italiana.

Persone citate: Bassanini, Ferrari Luca, Miller Freeman