Ambra, principessa del circo

Ambra, principessa del circo Tra clown e cubiste: l'erede della dinastia degli Orfei spiega come sta rinnovando una forma di spettacolo secolare Ambra, principessa del circo «Lo trasformerò in uno show globale, moderno» ROMA. Per molti è rimasta la «bambina delle colombe», minuscola addestratrice di uccelli che a soli undici anni fece la sua prima apparizione nell'arena del circo. In un prossimo futuro, però, Ambra Orfei, figlia di Nando e di Anna Gambarutti, appartenente alla quinta generazione di una delle più famose e apprezzate dinastie circensi d'Italia, potrebbe legare il suo nome a un evento molto importante per il mondo in cui è nata e cresciuta, potrebbe diventare, cioè, la donna che cambiò il circo, la ragazza in grado di avviare nel nostro Paese quel processo di modernizzazione già in atto, per esempio, in Francia, in Germania, negli Stati Uniti. «Andando in giro per il mondo - spiega Ambra - ho visto che è possibile trasformare lo spettacolo del circo, farlo diventare uno show globale, in grado di divertire i bambini, ma anche gli adulti che li accompagnano e soprattutto i giovani, abituati a snobbare il circo perché lo considerano come qualcosa IL PIÙ' IMPORTANTE CIRQUE DU SOLEIL. Fondato in Canada vent'anni fa, è il più importante del mondo. Retto da una multinazionale, come tutti i circhi americani segue la logica di mercato, ma si impone per l'elevata qualità artistica. Si esibisce nei grandi spazi dei parchi naturali canadesi, la sua caratteristica è di organizzare una nuova produzione ogni due/tre anni, che per ora è ospite di numerose città inglesi, mentre lo spettacolo fisso agisce a Las Vegas. La nuova produzione è attesa a primavera del '99 ad Amsterdam. Un'altra sua caratteristica, come i circhi orientali, è quella di fare spettacolo senza gli animali. di vecchio, di scontato». Da queste considerazioni è nato, con molti sforzi, «La principessa delle stelle» (in scena a Milano fino alla fine di gennaio), insolita miscela di «arti diverse e di differenti forme di comunicazione» in cui i numeri acrobatici, la danza, il canto, le esibizioni di animali e clown si susseguono lungo il filo conduttore di una favola. Che cosa racconta «La Principessa delle stelle»? «Nell'arco di due ore e un quarto di grande intrattenimento viene raccontata la storia di un viaggio che è poi il viaggio della vita, quello che tutti noi intraprendiamo per crescere, conoscere, capire. Lo spazio scenico corrisponde a quello del sistema solare dove la Principessa, accompagnata dal suo fido "Genius", clown metropolitano, si abbandona al ricordo della sua vita prima di bambina, poi di adolescente innamorata e infine di adulta, in preda a malvagità, emozioni». Da che cosa è nata questa sua voglia d'innovazione? «Volevo offrire al pubblico qualcosa di più, qualcosa di completamente nuovo in un settore, quello del circo, che SU TRE PISTE BARNUM AND BALEY. Fondato verso la metà del 1800 da Phineas Taylor, iniziò le sue rappresentazioni nei caffè degli Stati Uniti esibendo una vecchia nera spacciata per «nutrice di George Washington». Allora il circo si chiamava «American Museum», prese poi il nome di «Barnum». Vi si esibì anche William F. Cody, Buffalo Bili, che dal 22 al 27 aprile del 1906 venne a Torino in Piazza d'Armi, con il suo «Will West Show», a Latina ed a Roma, dove si fece fotografare al Caffè Greco. Il «Barnum» è mi circo a 3 piste, dove si può «sparare» l'uomo cannone. in Italia è rimasto ancora fermo alla tradizione. All'estero esistono già da tempo i circhi per adulti, ce n'è addirittura uno in stile "metallaro" con protagonisti completi di creste colorate ed esibizioni piuttosto violente. Voglio dire che si sta facendo strada una "nouvelle vague" del circo e che il mio spettacolo si pone proprio a metà tra futuro e tradizione». Qual è il segreto che ha permesso finora la sopravvi¬ venza del circo? «Il circo tradizionale resta ancora oggi l'unica forma di spettacolo dal vivo adatta ai bambini, per questo si è sempre detto che finché ci sarà il sorriso di un bambino il circo Ambra Orfei questa sera, su Rete 4, va in onda il suo spettacolo «La principessa delle stelle» non morirà mai. E poi c'è un valore di fondo, che esiste sia per gli show classici che per quelli proiettati nel futuro: al circo non si può bleffare, non ci possono essere trucchi» . Il circo è stato oggetto, ultimamente, di duri attacchi da parte degli animalisti: lei che cosa ne pensa? «Alcuni gruppi politici hanno usato il circo, che è fatto spesso da persone molto semplici, come un facile obiettivo da colpire e sono riusciti a fargli un gran male. Sono state affermate cose assolutamente false: vengo da una famiglia di addestratori e posso dire che fra noi gli animali sono trattati certe volte anche meglio dei figli. Per curare alcune razze esoti- f DALLA CINA IL CIRCO CINESE. Il circo senza animali, e grandiosi numeri al femminile, vanta una tradizione sin dai tempi degli imperache alla loro corte amavano divertirsi con abilissimi giocolieri. Si pensi al grande spettacolo di 19 equilibristi su una bicicletta, agli acrobati o al gioco dei piattini. Gli artisti del circo cinese amano travestirsi da leoni e mimano le loro parti su grandi sfere, come fossero animali feroci alle prese con i domatori. Il Circo di Stato viene invitato in Europa, ma le tournée vengono più agevolmente organizzate nelle grandi città della Cina. ton, che, ad esempio, si fanno venire dall'estero, con costi molto alti, veterinari specializzati; non si praticano torture o cose di questo tipo, l'addestramento è un processo molto lungo e delicato, sarebbe idiota malmenare le tigri o imbottirle di tranquillanti per tenerle rimbambite: come comprare una Ferrari e poi mettere acqua e zucchero nel serbatoio». Oltre che nel circo lei lavora in tv, sia come presentatrice che come attrice di fiction, continuerà? «Sì, proprio adesso, alla fine delle feste, dovrò valutare l'offerta di una nuova fiction, ma come tutta la gente del circo sono superstiziosa e preferisco non parlarne. Tra l'altro, ora, sono molto presa dal mio spettacolo che è il frutto di due anni di lavoro e sacrificio e potrebbe essere il modo, per me, ma anche per tutto il circo, d'intraprendere un nuovo cammino artistico». Fulvia Caprara GRANDI FAMIGLIE LA TRADIZIONE. Quasi superfluo dire che in Europa e in Russia la tradizione circense è secolare. In Francia si è sempre imposto il «Circo Gruss». In Italia, oggi, dominano le famiglie Togni, Orfei e Medrano, con tutti i loro rami cadetti. In Svizzera c'è la «Knie» e in Germania la «Roncalli», nome preso a caso, che non ha alcuna origine italiana. Nella vicina Montecarlo dal 14 gennaio si terrà il 23° «Festival di Montecarlo», patrocinato dal Principe Ranieri, vero esperto, che ogni anno annovera grandi artisti e assegna il «Clown d'oro». lente. Voglio dire che si sta facendo strada una "nouvelle vague" del circo e che il mio spettacolo si pone proprio a metà tra futuro e tradizione». Qual è il segreto che ha permesso finora la sopravvi¬ i e . 7 n t i l e fILafnchvertirspensi equilibacrobaartisti stirsi dsu gramali feIl CircEuropagevolgranditon, Ambra Orfei questa sera, su Rete 4, va in onda il suo spettacolo «La principessa delle stelle» Nando Orfei, padre di Ambra, ha legato suo nome a una delle più famose e apprezzate dinastie circensi d'Italia