«Progetto bloccato dalla sinistra»

«Progetto bloccato dalla sinistra» «Progetto bloccato dalla sinistra» Ari attacca: tutta colpa di Rifondazione ROMA. E' il Senato, dopo il via libera dato l'anno scorso dalla Camera, che deve dire l'ultima parola sul rientro dei Savoia in Italia, ma nell'assemblea di Palazzo Madama le divisioni della maggioranza hanno finora impedito l'approvazione del disegno di legge costituzionale che riaprirebbe a Vittorio Emanuele le porte del nostro Paese. Dopo l'appello di Vittorio Emanuele, in un'intervista a «La Stampa» perchè la questione sia risolta una volta per tutte, le forze politiche stanno valutando se riaprire la discussione in commissione Affari costituzionali del Senato. «E' tutto un problema interno alla maggioranza - spiega il capogruppo di An al Senato Giulio Maceratini - perchè se fosse per noi il disegno di legge costituzionale sarebbe stato approvato da tempo. Ma il no di Rifondazione ha a suo tempo bloccato il provvedimento. Ora che Rifondazione non è più in maggioranza forse potrebbe riaprirsi il dibattito». A favore del rientro dei Savoia, nella maggioranza, sono soprattutto i Popolari. «Per noi - dice il capogruppo Leopoldo Elia - è una questione di principio. A parte il fatto che non ci sono più pericoli, non si può far ricadere le responsabilità di Vittorio Emanuele III e di Umberto sui loro discendenti». Chi resta ancora contraria è Ersilia Salvato: quando faceva Ersilia Salvato parte del gruppo di Rifondazione bloccò il provvedimento e anche oggi, che è approdata al gruppo dei Democratici di sinistra, annuncia battaglia: «Per me il rientro dei Savoia è un problema. Solo qualche mese fa sono venute dichiarazioni assurde leggi razziali. Finché non ci sarà una presa di distanza netta da quel capitolo infelice della storia italiana continuerò a battermi perchè il rientro dei Savoia non venga approvato. Ci sono tante altre questioni più importanti che il Governo e la maggioranza do- riguardo le vrebbero affrontare». Il provvedimento di rientro dei Savoia è fermo al Senato dalla fine del '97. Era stato il Governo Prodi, il 9 maggio dello stesso anno, ad approvare il disegno di legge costituzionale di abrogazione della XIII disposizione transitoria della Costituzione, che impedisce il rientro in Italia agli eredi maschi di Casa Savoia. Il Governo, però, aveva deciso di negare i diritti politici ai discendenti dei Savoia: in pratica una volta rientrati in Italia non avrebbero potuto votare nè presentarsi alle elezioni. La Camera aveva approvato il disegno di legge governativo 1' 11 dicembre '97, cancellando anche le limitazioni riguardo ai diritti politici. Da allora il provvedimento è fermo in commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama. [Ansa] Ersilia Salvato

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