«Fermate gli sbarchi, esplodiamo»

«Fermate gli sbarchi, esplodiamo» Tantissimi i bambini. I centri di accoglienza della regione sono ormai al completo «Fermate gli sbarchi, esplodiamo» Allarme dalla Puglia: 700 arrivi in due giorni LECCE. I serbi attaccano i villaggi del Kosovo settentrionale, l'esodo verso la Puglia aumenta. Negli ultimi due giorni 700 immigrati hanno raggiunto le coste del Salento e hanno riempito i centri di accoglienza della provincia di Lecce. Sono pieni zeppi: ieri sera erano 439 gli immigrati ospiti del Regina Pacis di San Foca, gestito dalla Curia di Lecce, che potrebbe ospitarne 250, e 242 a Lorizzonte di Squinzano, che fa capo alla Associazione Ctm Movimondo, oramai al completo. Perciò molti immigrati sono stati dirottati alla «roulottopoli» di Bari-Palese, a Catanzaro e Trapani. Nei container del porto di Otranto, scatoloni metallici pomposamente definiti «Centro di prima accoglienza», sono rimasti solo pochi albanesi, in attesa del rimpatrio. Gli albanesi sono ormai un fenomeno limitato, nel continuo esodo. In prevalenza arrivano HH curdi e kosovari, moltissimi bambini. Ieri sera intorno alle 18,30 un gommone ha sbarcato a sud di Otranto trenta fra kosovari e curdi, dieci bambini, poi soccorsi dai carabinieri. Stanno tutti bene. All'orizzonte non si vedevano altre imbarcazioni. Faceva freddo, il mare era agitato, ma le previsioni meteorologiche, dicono che oggi sarà bello. E questo coincide con la previsione di nuovi arrivi. Non è una emergenza diversa da quella dei mesi scorsi. Somigliano le faccie, la disperazione, le storie. Gli iracheni di etnia curda raccontando di avere percorso la prima parte del viaggio in nave e di essere poi stati imbarcati sui gommoni che hanno raggiunto la Puglia. Tragitto consueto, già svelato da altri viaggi che hanno messo a nudo l'alleanza tra malìa turca e quella albanese. Discorso diverso per i kosovari, che attraversano il canale d'Otranto partendo da Valona, meno di due ore in mare su gommoni che superano i cento chilometri orari e sono imprendibili dalle motovedette del- la guardia di Finanza per due buone ragioni: sono oggettivamente più agili e veloci, inseguirli per catturare gli scafisti significherebbe mettere a rischio al vita degli immigrati. Un trentenne scappato dalla Turchia portandosi dietro anche i libri. Perché vuole continuare gli studi, laurearsi in filosofia e diventare insegnante. Parla inglese, spiega che avrebbe fatto di tutto per arrivare in Italia. Un piccolo kosovaro di appena tre giorni non sa neppure perché è qui. Appena nato, i genitori l'hanno messo su un gommone con la prua puntata verso l'Italia. Gli scafisti hanno abbandonato tutti su uno scoglio vicino ad Otranto. Erano ventitre, gli immigrati, tutti del Kosovo. Li hanno salvati i carabinieri. Il piccolo ora sta bene. E' ricoverato nell'ospedale di Maghe, con la sorellina e la mamma di vent'anni. Tra qualche giorno raggiungeranno il capofamiglia: è nel centro Regina Pacis.. L'uomo ha raccontato che la moglie ha partorito il giorno prima della partenza. Non potevano rinunciare al viaggio. Cos'i lui ha preso moglie e figli, ha infagottato e stretto tra le braccia il piccolo e il gommone ha preso il mare, ha attraversato il canale d'Otranto ed è arrivato sullo scoglio a duecento metri dalla costa pugliese. L'Italia della speranza è una semplice sponda verso il Nord Europa. Ma per una donna di ventuno anni, kosovara anche lei, l'Italia sarà qualcosa di più. A Bari nascerà il suo bambino, lo porta in grembo, è malato, affetto da una ernia diaframmatica, e appena vedrà la luce i medici lo porteranno nella sala operatoria. Il papà del bimbo è nel centro di accoglienza di BariPalese, dove molte roulotte non sono riscaldate, ma c'è un tetto. I bambini sono un po' spaesati. Un giorno capiranno, e saranno forse in Germania, in Francia o in America. Qui non restano di sicuro. Sandro Tarantino La maggioranza dei profughi proviene dai villaggi kosovari attaccati dai serbi HH Sotto, primo appello tra gli immigrati appena sbarcati ad Otranto che stanno per essere smistati ai centri di accoglienza

Persone citate: Foca, Sandro Tarantino