La guerra dei due labours di Fabio Galvano

La guerra dei due labours Colpi bassi tra i fedeli del premier e quelli del cancelliere Brown: nuove accuse all'ex ministro dell'Industria La guerra dei due labours Blair, lo scandalo Mandelson è finito LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Tony Blair dice che «tutto è finito» e che ora si deve «pensare al futuro». Peter Mandelson non punta il dito accusatore contro i colpevoli della sua caduta, cioè il campo del Cancelliere dello Scacchiere Gordon Brown e in particolare il suo portavoce Charlie Whelan: «Ncn cerco i responsabili ma soprattutto non cerco vendette». Il governo laborista, insomma, tenta di contenere il danno dello scandalo - il più grave, nei suoi venti mesi al potere - che ha portato nei giorni scorsi alla fragorosa caduta dello stratega del partito, accusato di avere avuto un illecito prestito a tassi di favore dal «miliardario rosso» - nonché sottosegretario al Tesoro - Geoffrey Robinson, anch' egli costretto a dimettersi. La verità è che è ormai guerra aperta fra Blair e Brown: quella di Mandelson potrebbe rivelarsi la prima di molte bordate fra i due «gemelli del Labour», cresciuti politicamente insieme ma separati quattro amii fa dalla lotta per la leadership. Lo dimostra lo stillicidio di notizie volte da una parte a coinvolgere lo stesso Brown e altri ministri nella «generosità» di Ro- binson, dall'altra ad aggravare la posizione di Mandelson, come l'accusa di avere viaggiato gratis su un jet privato appartenente a Linda Wachner, miliardaria americana nota per la sua attività industriale come «regina dei reggiseni». E' una falla che Blair cerca di turare affermando che Mandelson ha «commesso un errore» e ha «pagato un prezzo altissimo», ma che «la vicenda è chiusa». Nel suo primo intervento personale il primo ministro ha rivelato di essere stato messo al corrente della crisi proprio il giorno in cui si occupava di un'altra tempesta, l'attacco anglo-americano contro l'Iraq. Per questo, ha spiegato, c'è stato un ritardo di «uno o due giorni» - ma anche qualcuno di più nell'affrontarla. Ma questo è solo un episodio; e accusando la stampa di non «saper mettere in prospettiva» l'accaduto, di non capire che si parlerà ancora di economia, istruzione, sanità e welfare quando il caso Mandelson sarà dimenticato, ha affermato che le dimissioni di Mandelson non fermeranno il New Labour. «E' importante che il partito laborista sia New Labour, e che continui, e che sia superiore a qual¬ siasi delle sue componenti individuali», ha detto Blair, sul piede di partenza per una breve vacanza con la famiglia alle Seychelles. Poi si è rivolto direttamente ai «nemici» di Mandelson, l'indomita guardia del «vecchio Labour»: ((Alcuni saranno tanto sciocchi da credere che la sua uscita dalla scena sia un colpo per il New Labour. Non sarà così: siamo stati eletti come New Labour e governeremo come New Labour». Tutto come prima, insomma. Ma forse è il solo a esserne convinto. Perché è vero che Mandelson invita, primo fra tutti, a evitare una caccia alle streghe. «Whelan ha detto aU'«Observer» - non m'interessa. Rifiuto di lasciarlo diventare un cuneo fra me e il cancelliere». E poi si è lanciato («Sunday Telegraph») in un esame del proprio futuro: «Faccio parte del mondo politico, sono deputato e sono stato ministro. Farò di tutto per aiutare il New Labour ma non sarò più lo "spin doctor" del partito». Ma altri già gli attribuiscono l'intenzione di un rapido ritorno sulla scena politica. Ed è forse per questo che rincarano la dose delle accuse. Come quella, appunto, di non avere dichiarato i viaggi gratis in America sul jet privato della ((regina dei reggiseni» (l'ultimo la scorsa estate, quando fu anche ospite nella sua villa di Aspen, in Colorado). In scena entrano anche, nella crisi che invano Blair sta cercando di domare, i nemici di Brown: lo accusano - rivela il «Sunday Telegraph» - di avere a sua volta ricevuto da Robinson fondi per la campagna elettorale. Il «Sunday Times», poi, afferma che altri tre ministri avrebbero avuto da Robinson offerte di vantaggiosi prestiti nel quadro di una manovra volta a creare solidarietà per Brown. Tutti, oggi, prendono le distanze. Salvo John Prescott, il sanguigno vicepremier: «Whelan la pagherà». Benvenuti a Downing Street, all'inverno dei lunghi coltelli. Fabio Galvano Il primo ministro britannico Tony Blair cerca di spegnere lo scandalo che ha investito il Labour «Mandelson si è dimesso. Ora torniamo alla politica» II cancelliere dello Scacchiere Brown

Luoghi citati: America, Colorado, Iraq, Londra