Nel Kosovo si spara anche sui morti

Nel Kosovo si spara anche sui morti Battaglia dopo l'attacco a un funerale. Si scatena l'artiglieria serba, villaggi in fiamme Nel Kosovo si spara anche sui morti Quindici uccisi e un fiume di profughi ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Mentre l'artiglieria pesante serba continua a bombardare i villaggi vicino a Podujevo, nel Kosovo settentrionale, colonne di profughi albanesi abbandonano le loro case. Donne, vecchi e bambini camminano per ore attraverso i sentieri ricoperti di neve alla ricerca di un rifugio. Gli scontri, iniziati alla vigilia di Natale, si fanno più violenti di ora in ora. Un primo bilancio parla di 15 morti, tra cui 14 albanesi, ma le vittime aumentano ogni giorno. Secondo il centro informativo del Kosovo le truppe di Milosevic hanno attaccato nelle mattinata di ieri il paese di Lapasnica, martellato dai carri armati dell'esercito jugoslavo raggruppati sulla strada Podùjevo-Perane. Fonti albanesi affermano inoltre che il villaggio di Obrance è in fiamme. Ci sarebbero nuove vittime fra la popolazione civile. Da parte loro le autorità di Belgrado sostengono che sono stati i guerriglieri dell'Uck ad aprire il fuoco. In un attentato contro una pattuglia della polizia a Suva Reka sono rimasti gravemente feriti tre agenti. I combattenti dell'Esercito di liberazione del Kosovo avrebbero anche sparato sul funerale dell'uomo uc¬ ciso sabato mattina a Obrance. La testimonianza di quanto è accaduto nelle prime ore della giornata è stata fornita dalla radio B92, un'emittente indipendente di Belgrado. Secondo quanto ha riferito l'inviata della radio gli uomini dell'Uck hanno sparato per primi contro la casa del sessantacinquenne serbo ammazzato il giorno precedente. La piccola abitazione era sorvegliata da alcuni blindati delle forze serbe che hanno risposto al fuoco. La sparatoria è durata alcune ore. Alla fine la bara della vittima è stata trasportata sotto scorta nel cimitero di Podujevo. Del convoglio faceva parte anche un mezzo corazzato dei verificatori dell'Osce, che hanno il compito di vegliare sulla situazione nel Kosovo. Ma gli osservatori internazionali non hanno voluto fornire alcun dettaglio ai giornalisti stranieri accorsi sul po¬ sto. «Stiamo cercando di parlare con le due parti e di convincerle a cessare i combattimenti» ha dichiarato il capo della missione dell'Osce William Walker. Ma per il momento la sua mediazione non ha ottenuto risultati. «Il fatto che si spari anche sui morti dimostra quanto è drammatica la situazione nel Kosovo. Anche i serbi lo hanno fatto e questo la dice lunga sull'odio viscerale che continua a dividere queste due comunità» ha detto un osservatore occidentale a Belgrado. Ieri sono stati ritrovati i cadaveri di cinque albanesi uccisi due giorni fa quando le truppe di Milosevic hanno iniziato la nuova offensiva nella zona di Podujevo. A detta del sindaco della cittadina, che conta ventimila abitanti, 1500 serbi sarebbero fuggiti dalle loro case. A loro volta gli albanesi parlano di alcune migliaia di profughi. «Se la situazione dovesse renderlo necessario, la Nato è in grado in qualsiasi momento di intervenire militarmente nel Kosovo» ha dichiarato ieri un portavoce dell'Alleanza, ricordando che l'«activation order» è stato soltanto sospeso e non cancellato. La prossima riunione degli ambasciatori dei sedici Paesi della Nato è prevista per il 6 gennaio, ma potrebbe essere convocata an¬ che prima. «L'evolversi della situazione in Kosovo è tenuto costantemente sotto controllo» ha confermato da Madrid il segretario generale delle forze alleate Javier Solana. Se gli scontri dovessero continuare verrà riesaminata la posizione dei duemila verificatori dell'Osce dispiegati nella regione, ha detto ieri il presidente di turno di questa organizzazione, Bronislaw Geremek. Disarmati, rischiano di diventare bersaglio di eventuali attacchi militari. Le forze speciali della Nato schierate nella vicina Macedonia con il compito di intervenire in caso di emergenza per salvare gli uomini dell'Osce, sono in stato di massima allerta. Ingrid Badurìna Lunghe colonne di sfollati in marcia nella neve alla ricerca di un rifugio La Nato e l'Osce «pronti a colpire» In allarme le forze dell'Alleanza nella vicina Macedonia Mezzi corazzati serbi in Kosovo e un'immagine del funerale turbato da una sparatoria [loto EPA-ANSA]

Persone citate: Bronislaw Geremek, Donne, Ingrid Badurìna, Javier Solana, Milosevic, Reka, William Walker