La rabbia araba contro gli Usa

La rabbia araba contro gli Usa La rabbia araba contro gli Usa Convocato un vertice per condannare i raid IL CAIRO. Si è aperta ieri ad Amman una riunione straordinaria organizzata dall'Unione parlamentare araba per discutere eventuali misure da adottare dopo l'attacco militare anglo-americano sull'Iraq. Alla riunione, cui hanno partecipato sedici parlamentari di Paesi arabi, era presente anche il principe ereditario di Giordania Hassan ibn Talal. Il presidente dell'Upa, l'egiziano Ahmad Fathi Srour, ha messo l'accento nel discorso di apertura sul «clima deprecabile e pericoloso del nuovo ordine mondiale». Contrasti però sono subito emersi tra l'Iraq e alcuni altri Paesi dopo l'intervento del principe ereditario di Giordania. Hassan aveva chiesto ai partecipanti di adottare risoluzioni utili all'Iraq, e aveva aggiunto l'augurio che «il popolo iracheno possa godere del suo diritto a libertà, democrazia e diritti umani». Mentre usciva un membro della delegazione irachena si è alzato e ha urlato: «Non abbiamo bisogno di diritti umani in Iraq, vogliamo voci che condannino gli Usa». Prendendo la parola alla riunione di Amman, il presidente dell'Assemblea Nazionale irachena, Sadum Hamadi, ha infatti chiesto una condanna esplicita degli attacchi aerei anglo-americani della settimana scorsa contro il suo Paese. A Baghdad, ha detto Hamadi, non basterà che dalla conferenza dell'Unione parlamentare araba esca una generica dichiarazione di solidarietà con il popolo iracheno. L'Iraq, ha proseguito, non accetta che la battaglia per l'abrogazione delle sanzioni Onu sia condotta per ragioni umanitarie, bensì come avvio di «una azione nazionalista araba». Arriverà invece stasera al Cairo per partecipare mercoledì alla riunione consultiva dei ministri degli Esteri della Lega Araba, il ministro degli Esteri iracheno Mohamed Said Al Sahaf, in vista di un vertice di Capi di Stato arabi, chiesto dallo Yemen dopo l'attacco Usa contro l'Iraq «per rinforzare la solidarietà all'interno del mondo arabo». Lo hanno annunciato ieri fonti della Lega stessa. Con il ministro degli Esteri iracheno - proveniente da Sana'a, dove in mattinata avrà un colloquio con il presidente yemenita Ali Abdallah Salah - arriverà al Cairo anche quello yemenita, Abdel Rader Bajaminal. Al Sahaf incontrerà il segretario generale della Lega Araba, Esmat Abdel Meguid, ed il suo omologo egiziano Amr Mussa. Meguid ieri ha incontrato il delegato yemenita presso la Lega, Ahmed Lokman, secondo il quale 15 Paesi hanno già confermato la partecipazione alla riunione (Yemen, Iraq, Siria, Libano, Egitto, Giordania, Sudan, Algeria, Marocco, Libia, Mauritania, Autorità Nazionale Palestinese, Emirati Arabi, Qatar, Somalia) mentre si attendono conferme dagli altri sei Paesi (Arabia Saudita, Bahrein, Oman, Kuwait, Comore e Tunisia). Lokman ha anticipato che i Paesi del Golfo si sarebbero già detti disponibili a partecipare alla discussione, escludendo opposizioni o resistenze alla riunione. In Marocco, invece, oltre 100 mila persone sono scese in piazza a Mohamedia, una cinquantina di chilometri da Rabat, in una marcia di solidarietà con il popolo iracheno organizzata da varie formazioni poltiche della sinistra, e da sindacati e associazioni. Un'altra manifestazione di solidarietà con l'Iraq è stata organizzata dalle organizzazioni femminili e femministe a Casablanca. Domenica scorsa oltre 100 mila persone avevano partecipato ad una manifestazione dello stesso tipo a Rabat. Ma durissime dichiarazioni contro Saddam sono venute ieri, a sorpresa, da Hosni Mubarak. Secondo il presidente egiziano, citato dal giornale del Cairo «Al-Gomhui iya», «il regime al potere è la causa di tutti i problemi dell'Iraq». Anche se non è stato d'accordo con gli attacchi aerei della settimana scorsa, Mubarak afferma che «Saddam Hussein ne è stato il responsabile, per avere creato la situazione che ha provocato quegli attacchi. Ed è il popolo iracheno a paganie il prezzo». [Agi-Ansa] Ad Amman riunione straordinaria per discutere le misure di ritorsione Ma per Mubarak «Saddam è colpevole» Un'anziana passa davanti a una scritta anti-americana vicino a Baghdad