Napoli amara: Bassolino perché te ne sei andato? di Fulvio Milone
Napoli amara: Bassolino perché te ne sei andato? Napoli amara: Bassolino perché te ne sei andato? quasi plebiscitario del suo ruolo a livello locale alla situazione opposta, di obiettiva fragilità in un governo relativamente legittimato come quello di Massimo D'Alema». Questa debolezza, sostiene Macry, si riflette in modo evidente su Napoli: «L'assenza di Bassolino crea indubbiamente un vuoto pericoloso, e il segno più immediato è il clima di forte conflittualità che si comincia a respirare nei Palazzi della politica napoletana». Ma il problema più grave, aggiunge Macry, sono le possibili ripercussioni su Napoli: «Questa è una città senza rete e dove le tensioni sociali sono sempre in agguato. L'autorevolezza del sindaco gli consentiva di essere un rappresentante molto efficace delle istanze locali presso il governo Prodi, di cui diventava addirittura un antagonista quando era necessario. Bassolino sapeva denunciare l'indifferenza o le scelte sbagliate di Roma sui temi del lavoro e dello sviluppo del sud: non dimentichiamo che era diventato il leader'del movimento dei sindaci. Ora è anche un uomo di governo, e ha dovuto abbandonare il suo ruolo di mediatore e talvolta di critico». Il professore Francesco Barbagallo, anche lui docente di storia all'Università, conferma che «Bassolino con il doppio in¬ carico ha dovuto ridurre il suo impegno, e questo è un fatto molto negativo». E pone un problema interno all'amministrazione. Il Comune, dice, è sempre stato identificato nel sindaco che non ha mai fatto niente perchè ciò non avvenisse. «Tutti sanno della sua autorevolezza, ma anche del suo carattere accentratore. Il risultato è che la giunta non è abituata a governare da sola. Certo è difficile individuare un uomo altrettanto rappresentativo che possa sostituirlo». E' più severo il professore Roberto Esposito. «Oggi Bassolino è un sindaco dimezzato e un ministro dimezzato - commenta -. Non era solo il capo dell'amministrazione cittadina, il suo rapporto con Napoli è sempre stato saldissimo e carico di simboli. Ora viene solo nei week-end, e la sua assenza non giova certo alla città che secondo me soffre per la mancanza di altri punti di riferimento, a cominciare dalla Chiesa in difficoltà per le inchieste giudiziarie». Esposito avverte nell'aria «un pericoloso senso di vuoto che sarà molto difficile colmare». Anche lui, come Barbagallo, definisce Bassolino «un sindaco ottimo», ma fin troppo accentratore. «Non ha lasciato che crescesse una nuova classe politica dirigente. Secondo me si porrà un problema per la successione: sarà difficile trovare uno come lui, capace di parlare al professionista e all'intellettuale come al disoccupato, e in grado di calamitare tutte le tensioni sociali di questa città per poi rappresentarle, come ha saputo fare in passato, al governo». L'allarme lanciato dagli intellettuali per ora non sembra provocare gran rumore fra i napoletani. Macry se ne stupisce: «Un silenzio strano é incomprensibile: è come se la città, a cominciare dai giornali, facesse di tutto per ignorare un problema che rischia di diventare molto serio. La speranza è che per Napoli non arrivi il momento della disillusione». Ma Bassolino non sembra minimamente scosso dalle critiche. «La città mi è ancora vicina, e io le sono vicinissimo - assicura -. Non capisco il motivo di queste critiche: forse qualche rimprovero lo meritavo prima che diventassi ministro, per la mia presenza a volte eccessiva in Comune. La verità semmai è un'altra: i miei impegni a Roma per il doppio incarico stanno favorendo* la crescita di una nuova classe dirigente che sicuramente sarà in grado di governare al meglio Napoli». Fulvio Milone
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