Gesù Bambino rapito due volte di Franco Lucentini
Gesù Bambino rapito due volte F & L e il giallo del presepe di piazza Carlo Felice a Torino Gesù Bambino rapito due volte NON moltissimo tempo fa si sarebbe pensato a una bravata di goliardi, magari bolognesi (del resto anche a Oxford, a Heidelberg lo scherzacelo era una rispettata tradizione). Ma a Torino il «Caso del doppio furto di Gesù Bambino», come passerà alla storia criminale, sembrerebbe più complesso. I testimoni della prima asportazione parlano di un gruppo di giovani e giovanissimi. Squatters? Difficile dirlo, di notte, in pieno inverno. Nella bella stagione questi ribelli ostentano abbigliamenti trasgressivi, come i loro progenitori, per la verità di estrema destra, che nel periodo del Direttorio venivano chiamati incroyables. A fine dicembre tuttavia i giovani e giovanissimi di qualsiasi appartenenza sociale o politica sono vestiti puntiglisamente allo stesso modo: giubboni neri, berrettoni, sciarponi. Come distinguere l'allievo della elitaria scuola privata dal suo coetaneo okkupante? Gli autori del furto si sono poi dati la pena di gettare il Benedetto Infante nel Po. Potevano farlo a pezzi davanti al Municipio o incendiarlo sul sagrato del Duomo. Nel primo caso sarebbe stato un evidente sberleffo polemico contro l'Arredo Urbano della città, una allusione ai troppi soldi spesi per luminarie e altre fantasiose decorazioni. Nel secondo, un gesto sacrilego puro e semplice, un ritorno al battagliero ateismo dei primordi anarchici. Non ci avranno pensato, o avranno avuto paura di farsi prendere. Ma il Po può essere stato scelto deliberatamente: il giovane marocchino annegato l'anno scorso nella corrente del fiume è stato simbolicamente vendicato, così forse si dicono i giustizieri del Sacro Bebé in compensato. I vigili, non diversamente dalle ancelle della biblica principessa, l'hanno salvato dalle acque, l'hanno asciugato e riavvitato al suo posto in piazza Carlo Felice. Chi è! E allora il secondo furto non altro sarebbe che una sfida raccolta. E noi lo ri-rubiamo, e stavolta non lo rivedrete mai più! Ma ci si può anche aspettare che questi burlatori anarchici preparino una clamorosa riapparizione del Gesù Bambino in cima alla Mole Antonelliana, o al Regio, o in pieno Lingotto. Speriamo per la Befana. Carlo Frutterò Franco Lucentini SERVIZI IN CRONACA
Persone citate: Benedetto Infante, Carlo Frutterò, Gesù, Heidelberg
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