Brilli: «Fare la diva per Boncompagni»

Brilli: «Fare la diva per Boncompagni» Dopo i rinvìi e l'abbandono di Albertazzi, l'attrice salpa questa sera con «Crociera», il nuovo show di Raidue Brilli: «Fare la diva per Boncompagni» ROMA. Nei panni della Dea Fortu na con tanto di cornucopia in mano Nancy Brilli ha distribuito milioni agli italiani. Da stasera, però, la buona sorte serve a lei, chiamata all'ultimo momento dal duo Boncompagni-Ghergo a reggere le sorti di «Crociera», una quasi fiction improvvisata, con un che di varietà e un che di sconnessione, in onda alla domenica su Raidue, se va bene per dodici puntate, se no si vedrà. Immaginato in pieno agosto da Gianni Boncompagni come un viaggio per non identificati Mari del Sud, montato nell'autunno in maniera che Giorgio Albertazzi ne l'osse il genius loci ironico e colto, cancellato tutto e rifatto in attesa di una illuminazione perché il progetto era svanito, «Crociera» ha trovato, meno di un mese fa, in Nancy Brilli il perno intorno a cui coagularsi. Nella splendida scenografia di Castelli con tanto di piscina e trampolino, nightclub per mini-esibizioni, bar, ristorante, sedie a sdraio e sole finto, Nancy Brilli, diva internazionale dal carisma appena appannato, alcuni Oscar alle spalle e un passato da cinema d'elite da Woody Alien a Bergman, tenta di imbastire, una settimana dopo l'altra, un intrattenimento decoroso trasmesso via etere al pubblico italiano. Non ci riuscirà mai. Ma il megadirigente tv che l'ha spedita come ospite d'onore sul piroscafo che fa il giro delle isole più calde del mondo, le impedisce implacabilmente di ritornare a casa. La fama ha le sue esigenze e una diva che è una diva e tale vuol restare deve esser anche pronta a qualche sacrificio. Contenta di essere finita a «Crociera», Nancy Brilli? «Veramente io non lo volevo fare. Non lo volevo fare per nessuna ragione». Perché mai? «Perché a me la televisione interessa pochissimo. Figurarsi che ho cominciato a guardarla solo da due anni: da quando sto con Luca Manfredi. Prima ce l'avevo ma la usavo come uno schermo per "spararmi" i miei film in cassetta e qualche volta, ma raramente, andavo dagli amici a vedere il telegiornale». Eppure lei ha fatto tanta fi¬ ction televisiva. «Che c'entra? E' un'altra cosa, quella. Quest'estate, per esempio, ho girato "Commesse" con Sabrina Ferilli e Veronica Pivetti: un'esperienza assolutamente piacevole. Intanto perché il regista è Giorgio Capitani, uno dei pochi signori rimasti nel giro. E poi perché loro due mi hanno fatto ridere fino alle lacrime. Lo dico sempre, io: bisogna lavorare con chi è bello, bravo e possibilmente ricco di famiglia: le mezze calze sono troppo faticose. La fiction, però, è più parente del cinema che della televisione». Stavolta, invece, affronta il varietà. «Appunto. Quello che non volevo». Come l'hanno convinta? «Mi ha telefonato Irene Ghergo: "Ti hanno mai offerto un programma?", dice. E io: "Tranne il tg e il servizio meteo, mi hanno offerto di tutto, ma ho sempre rifiutato". Lei non s'è persa d'animo e ha insistito: "Possiamo venire a parlartene, Gianni ed io?". E sono piombati a casa intrattenendomi allegramente fino a notte tarda. Boncompagni, più che un cinico, m'è parso un pazzo vero: ho finito per cedere». E adesso come si sente? «Bene perché ho passato un bellissimo Natale. A casa di Dante Mafredi, il fratello di mio suocero, con i bambini intorno ad aspettare i regali. Peccato che Babbo Natale fosse molto confuso, tanto da lasciare i pacchetti al piano di sopra. Così i bambini, per trovare i loro doni, gli hanno dovuto fare una telefonata: "Signor Babbo Natale, noi la stiamo aspettando: che fine ha fatto?", gli hanno chiesto e lui ha dovuto spiegare l'equivoco. M'è venuta voglia di avere anch'io dei bambini miei». Ma «Crociera» com'è venuto? «Non l'ho visto. Abbiamo recitato a braccio, montando e rimontando le scene, perché tutto quello che era previsto è stato cambiato. Sono curiosissima di vedere come mi comporto nei panni di questa superdiva vestita di Strass e di paillettes. E poi canto. Canto moltissimo. Chissà. Magari sarò buffa». Non è una novità, per lei, cantare. «Mali. L'ho fatto all'inizio della mia carriera quando Garinei e Giovannini mi vollero per "Se il tempo fosse un gambero". Poi ho scoperto il teatro classico e non ho cantato più. "Manola", lo spettacolo che ho interpretato per tre stagioni con Margaret Mazzantini, ha incassato come una commedia musicale, solo che in scena eravamo in due. Vorremmo farne un film adesso, ma per il momento è rimandato». Certo non sarà perché non avete trovato i soldi. «No. E' che siamo tutte e due impegnate. Io poi già so che non mi fermerò un momento. In primavera vado a Cuba a girare un film-tv per la regia di mio marito Luca. D'estate torno a Roma e dovrei fare "Agfa", un film per le sale di Barbara Berni ambientato nell'immediato dopoguerra: a me tocca la parte di un'attrice dei telefoni bianchi assolutamente cagna che suo malgrado si trova a interpretare il primo film del nostro neorealismo». Poi si ferma? «No. Poi c'è il teatro. Ho preso di diritti di "Blue room", la commedia che ora sta facendo Nicole Kidman, perché per la prossima stagione voglio essere io a portarla in Italia, ma prima vado a New York a vedere la Kidman. Voglio regolarmi». Simonetta Robiony «Ma a me la tv non interessa: la guardo solo da due anni Ho acquistato i diritti di "Blue room", la commedia che sta recitando Nicole Kidman» Nancy Brilli in «Crociera» sarà una diva internazionale dal carisma appannato, ospite d'onore sul piroscafo che fa il giro delle isole più calde del mondo

Luoghi citati: Cuba, Italia, Mali, New York, Roma