Il musulmano del Santo Sepolcro
Il musulmano del Santo Sepolcro La storia di Wajih Nusseibeh e della sua famiglia che da 1300 anni custodisce l'edificio più sacro di Gerusalemme Il musulmano del Santo Sepolcro Apre ogni giorno il cuore della cristianità SGERUSALEMME LLE quattro di mattina, anche alla vigilia di Natale, un uomo piccolo, con la giacca e i baffetti grigio chiaro, bussa al portale del Sacro Sepolcro. Si apre un largo spioncino, quasi una finestra, dall'interno una scala a pioli, stretta e chissà quanto antica, viene fatta passare nelle mani dell'uomo in grigio. Nel buio, rotto appena da una luce fioca, si intravede un alto cappello da prete armeno, o gredo ortodosso. Il piccolo uomo sfila la scala dal ventre della basilica, la poggia sulle pietre sconnesse, corrose dalla pietas dei fedeb e dall'ansia di contemplare con gli occhi la resurrezione della carne, e sale tre scalini. Wajih Nusseibeh, così si chiama quest'uomo, si volge di lato, e sorride a un altro uomo giunto nel buio, saluta in arabo cerimoniosamente augurando il buon mattino. E' il signor Jawdah, incaricato della custodia della chiave del Santo Sepolcro. E il signor Nusseibehm, che invece ha il compito di aprire, infila la chiave nel marchingegno di ferro nero lungo venti centimetri, cosicché da dentro i preti greco-ortodnssi, copti, cattolici, armeni, possano inaugurare un nuovo giorno di adorazione, perdersi con 1 pellegrini nei meandri del Golgota, della Pietra dell'Unzione, del Sepolcro di Gesù. Una volta adempiuto al suo compito, Nusseibeh restituisce la chiave e Jawdah, che gliela riporterà la sera alle sette. Allora, chiuso il portale, passata la scaletta dalla finestra, restituita la chiave a Jawdah, Nusseibeh tornerà a casa da sua moglie e da suo figlio Obada. Ma prima si affretterà alla moschea perché è quasi l'era della quinta preghiera della giornata. Infatti Nusseibeh è musulmano credente, anzi è un haj, come dice orgogliosamente, cioè un praticante che ha assolto al precetto di compiere il suo pellegrinaggio alla Mecca. I gesti di Nusseibeh sono iscritti nei suoi geni, si potrebbe dire che apre quella porta da più di 1300 anni. Fra tutti gli archi a sesto acuto e a botte, tra le mura bizantine, crociate, giù giù fino alle cupole del secolo scorso, tra gli spezzoni di muro salvatisi per caso dagli incendi, le rapine, le lotte interne, le invasioni musulmane e turche, Nusseibeh è senz'altro il pezzo più autentico e più stabile del Santo Sepolcro. La sua nobile famiglia musulmana venne dalla Medina prima dell'Islam. Umma Omara Nusseibeh al-Hazrajieh, era assai vicina al Profeta, che la benedì come una grande protettrice dell'Islam. Quando i musulma¬ ni giunsero a Gerusalemme nel 636 d.C, uno dei suoi figli, Ibrahim, venne col Califfo. Da allora i Nusseibeh fanno questo lavoro. E' vero che i crociati tentarono di buttarli fuori, ma pervicacemente avvinti al paradosso meraviglioso del loro ecumenismo, essi tornarono ancora a Gerusalemme con Saladino nel XUI secolo: «Il Saladino, che era saggio, decise di non distruggere il Sepolcro. Le famiglie Jawdah e Nusseibeh ricevettero di nuovo la chiave». Racconta seduto su una sua speciale panchina nell'ingresso Wajih. Il suo paesaggio interiore ed esterno, a chi sogna l'ecumenismo, deve apparire magnifico e longanime: con i loro disinibiti cappelli e con le vesti purpuree nere, ricamate, con le loro barbe, o se sono donne con i loro mirabili travestimenti da monache medioevali, le fedi cristiane di tutto il mondo compiono sotto i suoi occhi una sfilata che a lui pare del tutto naturale. Uno dietro l'altro, roteando i mantelli e sventolando i turiboli carichi di un incenso particolarmente fumoso, i preti copti, greci, armeni, cattolici seguono il loro turno. Fuori, giovani soldati israeliani guardano un po' stufi l'andirivieni delle masse di pellegrini che baciano le pietre, piangono, si commuovono al pensiero di Gesù morente, oppure ai contrario spargono lattine di Co ca-Cola e si baciano con i walkman sulle orecchie. «Maometto accolse Gesù ed Abramo come grandi profeti nei Corano. Maria per noi è la più san¬ ta tra le donne. C'è nel Corano la "sura Mariani", che loda la Vergine». Tutti i preti che passano accanto a noi salutano Wajih con grandi sorrisi, qualcuno gli dà pacche o carezze: «Più di tutto qui dentro mi piace la statua della Madonna di Fatima, regalata nel 1884 alla chiesa dal re del Portogallo. Eccola lassù, sul Golgota. Mi piace anche perché Fatmah, Fatima, era una delle figlie del Profeta. Non mi dà nessun fastidio che i cristiani rappresentino i loro santi... a ognuno le sue tradizioni. Io apprezzo tutti coloro che credono in un solo Dio. Ognuno ha il suo modo», e qui Nusseibeh esagera, il suo «dieci in ecumenismo» si fa bizzarro: «Anche i terroristi suiciii possono avere le loro ragioni, Magari sono disperati...». Nusseibeh cominciò il suo lavoro quando aveva 25 anni, e ora ne ■ia 48. E se non avesse voluto? E se suo figlio Osama, diciottenne, adesso non vorrà essere il custode del Sepolcro cristiano? «Un fratello, un cugino, qualcuno di noi sempre si prenderà cura di non spezzare la catena». Wajih passa tutte le sue ore, salvo che quelle della preghiera, su e giù per la chiesa. Fa piccoli lavori di elettricista, aiuta a tenere in ordine e ad affrontare con garbo i millenari problemi di vicinato delle varie fedi cristiane che si contendono le sante pietre. E' una bella vita, e il suo piccolo sorriso non lo abbandona anche quando racconta che il suo appannaggio è di 5 dollari al mese. Nessun problema per questo, è un onore, è la tradizione, e d'altra parte tutta la famiglia è interessata a che essa non si iiiterrompa. Entra un gruppo di americani assai poco intrisi di santa aria natalizia. Nusseibeh improvvisamente fa una faccia feroce: «Ecco, questa è l'unica cosa che non posso sopportare: la guida che urla, le cartacce, la distrazione...», poi si scusa e si congeda perché tra poco c'è la sua preghiera. Saluta affettuosamente i preti, rivolge parole gentili ai soldati... sarà bene curare per i prossimi mille anni le public relations. Fiamma Nirenstein E' così ecumenico che prova simpatia per la Madonna di Fatima. Usuo lavoro gli frutta 5 dollari al mese Nella foto grande un gruppo di soldati all'ingresso del Santo Sepolcro. Qui accanto una statua della Madonna di Fatima che fu posta sul Golgota nel 1884 dal re del Portogallo
Luoghi citati: Gerusalemme, Portogallo
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