«Visto pesante» per i commercialisti

«Visto pesante» per i commercialisti Il governo riorganizza l'assistenza fiscale, ma è in arrivo un ricorso. Prorogata la Tosap «Visto pesante» per i commercialisti Caafa tutto campo per pensionati e dipendenti ROMA. Arriva per decreto, e Ira le polemiche, il potenziamento dei centri di assistenza per i pensionati e i lavoratori dipendenti e per chi ha collaborazioni coordinate e continuative. E nasce, senza modifiche rispetto alla bozza originaria, anche il cosiddetto «visto pesante» per i commercialisti, ovvero la certificazione tributaria che garantisce la conformità delle dichiarazioni alle nonne fiscali. Nel consiglio dei ministri dell'antivigilia di Natale, il governo, oltre a prorogare il pagamento della Tosap al 30 aprile, ha varato l'attesa normativa di riordino dei Caaf, i centri di assistenza fiscale, oltre che una serie di aggiustamenti che introducono importanti di novità per le aziende. Il decreto legislativo sui Caaf prevede che le società di capitali potranno d'ora in poi scegliere se affidarsi per l'assistenza fiscale ai Caaf (questa opzione è stata vivamente contestata dai commercialisti nei giorni scorsi) oppure agli studi professionali. Ma questa scelta sarà preclusa alle aziende che hanno un collegio sindacale e registrano un fatturato superiore ai 10 miliardi. Le aziende inoltre non avranno più l'obbligo di prestare l'assistenza fiscale ai dipendenti ma soltanto di predisporre i locali per la raccolta della documentazione relativa ai 730. Finora, infatti, le imprese con più di 100 dipendenti (secondo mia nonnativa del '91) avevano questo obbligo mentre dal 1 * gennaio prossimo sarebbe stato esteso anche alle aziende da 20 a 100 dipendenti. Ora, invece, tale obbligo viene cancellato per tutti. I centri per l'assistenza fiscale ai pensionati e ai lavoratori dipendenti intensificheranno la loro opera di controllo e di verifica. I Caaf dovranno impegnarsi a verifiche più attente sulle spese dichiarate dai contribuenti. Quest'ultimi, infatti, dovranno necessariamente presentare le fatture per dedurre le spese sostenute e dichiarate nel 730. Finora bastava soltanto dichiarare le spese senza obbligo di trasmettere anche la ricevuta. Il prowedimento quantifica inoltre le sanzioni tributarie con penali che potranno essere a carico dei responsabili dell'assistenza fiscale e che operano nei Caaf. Tali sanzioni variano da un minimo di 500 mila lire ad un massimo di 5 milioni. Resta invece impregiudicato il regime sanzionatorio. Quanto alla possibilità per le società di capitali di rivolgersi anche ai Caaf per l'assistenza fiscale, al Ministero delle Finanze fanno notare che non si tratta assolutamente di un obbligo: l'esercizio di questa opzione peraltro fa anche parte dell'avvio di una piena liberalizzazione di questo settore. In un comunicato le Finanze precisano che il decreto legislativo varato oggi «rafforza i requisiti di qualificazione e professionalità» dei soggetti che forniranno assistenza fiscale; «amplia le competenze di Caf e professionisti introducendo l'istituto della certificazione fiscale»; «riduce i vincoli entro i quali le imprese possono scegliere i propri consulenti nel contesto di una politica di liberalizzazione del settore»; «affida alle imprese la scelta di fornire assistenza fiscale ai propri dipendenti consentendo ai Caf ai continuare ad assicurare il servizio ai lavoratori nell'ambito aziendale». Il visto pesante ha scatenato la reazione annunciala dei commercialisti che domani su «italia oggi» pubblicheranno la pagina uasi completamente bianca. Ci sarà anche un'azione legale. «Ricorreremo a tutti i mezzi giuridici possibili - afferma il presidente dei Commercialisti Francesco Serao - per rendere vana questa riforma sulla quale gravano anche forti dubbi di costituzionalità. I ragionieri dal canto loro arrivano a mettere in forse la loro collaborazione con le Finanze. <(A questo punto - sottolinea una nota del Consiglio Nazionale - non possiamo escludere forme di civile, ma ferma protesta. La scelta del Governo di estendere ai Caaf le competenze anche in materia di assistenza alle società di capitali che non hanno l'obbligo del collegio sindacale rappresenta uno scippo gravissimo nei confronti di tutti i professionisti. E' una scelta che ignora del tutto i requisiti minimi di professionalità», [r. e. s.] Il ministro Vincenzo Visco

Persone citate: Francesco Serao, Vincenzo Visco

Luoghi citati: Roma