«Per noi è una gabbia» di Raffaello Masci

«Per noi è una gabbia» «Per noi è una gabbia» / macchinisti del Conni: così non si faranno più agitazioni ROMA. I macchinisti delle ferrovie aderenti al Comu (più della metà del totale) sono una delle sigle che non hanno firmato l'accordo sugli scioperi nei trasporti. Il loro leader è Bruno Salustri che abbiamo incontrato in un bar romano, stanchissimo dopo una maratona sindacale durata fino alle sei del mattino. I motivi per cui non avete firmato sono racchiusi in due espressioni quanto mai oscure: «rarefazione oggettiva» degli scioperi e «bacino d'utenza». Dicendo «pane al pane» ci spieghi che cosa vuol dire. «L'articolo 6 punto 1 dell'accordo dice che ci deve essere un intervallo determinato tra uno sciopero e l'altro, indipendentemente dall'organizzazione sindacale che lo proclama. Questa è la "rarefazione oggettiva" degli scioperi. Poi, lo stesso articolo dice che non ci possono essere più scioperi in contemporanea che interessino la stessa area, cioè lo stesso "bacino di utenza"». Perché vi ostinate a non accettare queste scelte? «La "rarefazione oggettiva" è una gabbia per la libertà di sciopero, e mi spiego. Poiché ci deve essere una distanza tra uno sciopero e l'altro, se l'organizzazione X, che rappresenta due gatti, proclama uno sciopero, blocca il mio e quello di chiunque altro per tre mesi. Se qualcuno, in futuro, volesse fare un gioco sporco, non ci vorrebbe molto a creare una piccola organizzazione che proclama uno scioperetto ogni tanto, saggiamente distribuito nel calendario, per bloccare l'azione di lotta di chi che sia». E il bacino di utenza? «La situazione è analoga: se c'è lo sciopero nazionale del sindacato "pincopallino", sono bloccati tutti gli eventuali scioperi regionali. Non solo, se c'è lo sciopero dei macchinisti della Sicilia, per esempio, non possono scioperare neppure i dipendenti del trasporto urbano o aereo dell'Isola. Questo non si può accettare, perché si innescherebbe un sistema di veti incrociati di una categoria contro l'altra, di un sindacato contro l'altro eccetera». E a questo punto che cosa proponete? «Le nostre proposte sono contenute in una lettera inviata al ministro Treu, e sono così riassumibili: invece di "rarefazione oggettiva" proponiamo una "rarefazione soggettiva", cioè un impegno di cui ogni sigla risponda soggettivamente, per ciò che la riguarda, e basta. Inoltre, per quanto riguarda il "bacino di utenza" è un problema soprattutto del traffico aereo (per esempio: uno sciopero dei controllori di Milano ha impatti fino a Roma e oltre) ma non può incidere su altre forme di trasporto (sulle metropolitane, per esempio)». Dunque, si tratterebbe solo di specificare meglio? «Esattamente questo». Il ministro, stando alle dichiarazioni rilasciate, sarebbe disponibile ad apportare precisazioni in questo senso. «Senta, quando noi andiamo far presenti le nostre ragioni, sono tutti disponibili. Anzi, ci danno tutti ragione. Poi i fatti sono quelli che sono: il ministro non ha voluto cambiare il testo dell'articolo 6. Adesso ha cam biato idea? Mah». Raffaello Masci

Persone citate: Bruno Salustri, Treu

Luoghi citati: Milano, Roma, Sicilia