Il riciclatore di Gian Paolo Ormezzano
Il riciclatore Il riciclatore Imparate a rifare ipacchetti Il riciclaggio dei regali è arte povera. C'è posto per l'inventiva, il reperimento, l'eventuale assemblaggio, la recitazione. E' di altissimo livello intellet lualo la soddisfazione che olire l'ammollamento di un vecchio oggetto inutile trasformato con un ritocco materiali; o un tocco letterario (una dedica) in un'iniziativa nuova e originale e ad personali!. Il vero grande riciclatore ha superato il concetto del risparmio, e tiene ontanuccio anche il concetto della trovatina, dell'ideuzza, del lampo di ingegno in extremis, con subito odore di bruciato. 11 vero grande riciclatore non «lavora» soltanto nei giorni all'annosi prenatalizi, quando magari gli arriva un regalo che senza suo merito gli risolve ima situazione, ma si prepara in lunghi cicli e anzi ricicli di tempo, mettendo da parte regali lì per li assurdi, allenandosi i riflessi con continui esercizi di accoppiamento: questo potrebbe andare bene per quello... Fra l'altro il riciclaggio programmato, bene scandito negli anni o almeno nei mesi, nonché controllato con calma, evita il rischio di accompagnamento di nascosti biglietti riveatori, dediche non lette, incisioni beffarde che annullano o ridicolizzano, magari con le semplici iniziali del riciclatore, tutto un progetto di smistamento. Comunque, per un riciclaggio affannato e non infamante bisogna poter conlare su una creatura, eli solito donna, che sappia rifare pacchi (e neanche il primo genio del mondo sa fare un pacco come l'ultima commessa ili negozio) e cercare ed annullare ogni traccia compromettente. 11 riciclaggio è lavoro, ò rischio, è brivido, ò soddisfazione. Sublime è chi ricicla dicendo che ricicla, ma dicendolo in modo che il nuovo destinatario creda che bluffi. L'aneddotica del riciclaggio è imponente, arrivando sino all'effetto boomerang. Ma sono necessari sfrondamenti. E' riciclaggio il disfarei di un oggetto ricevuto in legalo, visto e ammirato e invidiato e concupito dalla persona alla quale finalmente questo oggetto viene smistato, sapendo che lei lo gradisce più di ogni altro regalo? Formalmente sì, sostanzialmente no. E se 10 ho in mente di regalare un certo libra, e lo ricevo e lo smisto, non c'e arte povera (a proposito di libri anzi di non libri, consigliamo ima dedica inviando una scatola di cioccolatini riciclata rispettando le scadenze dei prodotti alimentari, un mazzo di fiori riciclabile al volo: «Avevo pensato di regalarti un libro, ma ho saputo che ne hai già uno»). Per sintetizzare i consigli: la dedica è essenziale, distrae, poetizza. intenerisce. E molta attenzione Memorabile un raccontino di Achille Campanile. Lui, povero, vuole regalare a lei un vaso prezioso. Costa troppo, niente da l'are. Ma il vaso sfugge di mano al padrone del negozio che glielo sta mostrando, va in pezzi. Lui chiede cosa vale adesso. Niente, è la risposta. «Me lo può incartare, le do 10.000 lire?». «Meglio che niente». Lui attua un parariciclaggio: arriva a casa dell'amata, le mostra il pacco, la carta è quella del negozio davanti alla cui vetrina tante volte si sono soffermati. Liù inciampa, lascia cadere il vaso. Simula il pianto. «Era per te». Lei intuisce il regalo, è incantata: «Conta 11 pensiero, grazie, ti amo». Lui le porge il pacco, lei lo apre, dentro ci sono i pezzi del vaso, ogni pezzo dentro la sua brava cartavelina. Gian Paolo Ormezzano
Persone citate: Achille Campanile
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