Il dietologo

Il dietologo Il dietologo Mai raddoppiare il primo piatto Visto che la gente ama iniziare la festa di Natale l'8 dicembre, prolungando questo periodo fino all'Epifania, ormai le pubblicità dei panettoni e le cene augurali iniziano un mese prima del dovuto. Il pasticciere ne gode, ma la salute ne risente. Si mangia troppa roba e si introducono tanti grassi. Come fare per far si che il palato goda e il corpo non soffra? E' sufficiente seguire la semplice e saggia regola dei «65 giorni festosi e 300 virtuosi». Ciò corrisponde, in una settimana, praticamente a mangiare sei giorni con moderazione e nella norma, e a un giorno di libertà enòrgastronomica. Aggiungiamoci a queste cinquantadue domeniche anche il periodo di ferie estive, il Natale, appunto, la Pasqua e a qualche ricorrenza importante, ed ecco applicata la regoletta magica. Come nutrirsi dunque? Il problema più grosso è quello degli innumerevoli pranzi e cene che si accavallano, quasi fossimo alla fine di un periodo di carestia, o nel Terzo mondo. Troppi pasti significano molta sofferenza dell'apparato digerente e del cuore e allora è bene ricordarsi della legge del compenso: se, ad esempio, mangio tanto a pranzo, farò seguire una cena molto leggera, ricca soprattutto di fibra vegetale, cioè verdure e frutta e un po' di legumi. Ma come fare invece a preparare un pranzo natalizio o di fine anno che abbia le connotazioni dietetiche e che quindi favorisca benessere fisico e psicologico? Natale si caratterizza più per alcuni piatti tradizionali che non per la quantità generica dei piatti di portata. Il cappone, il tacchino, la gallinella o altro e soprattutto il panettone, il pandoro, gli struffoli, ecc.. Allora impostiamo le altre portate a corollario di questi piatti principali. Per antipasto tante verdure calde, al forno e non fritte associate ad aromi e spezie. Come primo, un piatto classico, come gli agnolotti o ravioli o tortellini, ma non per questo eccessivamente condito di grassi e salse, tipo besciamella. Solo un primo piatto e non la classica accoppiata, ad esempio, di agnolotti e poi di risotto, ò propio sufficiente anche perché fa da staffetta al piatto principe. Il secondo piatto, appunto, che sarà accoppiato ad erbette condite con aceto balsamico e un po' di buon olio extravergine di oliva, senza abusare. Il dessert sarà il classico dolce tradizionale regionale, che appagherà oltre che il palato anche il cuore, perché mangiare del panettone o degli struffoli significa anche ritornare bambini e godere anche in salute. Il tutto naturalmente associato ad un buon vino, che non può mancare a Natale e alla fine del pasto più un moscato o uno spumante italiano, che non ha nulla da invidiare al pur buono champagne francese. Così facendo non solo non esageriamo con le calorie, ma garantiamo un'ottima digestione e mettiamo le basi per recuperare velocemente senza grandi sacrifici. Buon pranzo natalizio dietetico! , Giorgio Calabrese

Persone citate: Giorgio Calabrese