Il presepe è entrato nel Palazzo di Augusto Minzolini

Il presepe è entrato nel Palazzo Corridoi deserti, la tradizionale messa dei potenti, Montecitorio invasa dai regali Il presepe è entrato nel Palazzo Per anni il Natale nel Palazzo è stato caratterizzato da corridoi deserti, montagne di biglietti augurali che gli onorevoli inviavano agli elettori e piramidi di regali che gli stessi onorevoli ricevevano dagli stessi elettori come ringraziamento per qualche raccomandazione andata in porto. Unico momento davvero legato all'occasione: la messa natalizia nella cappella di Montecitorio a via del Cenacolo. Un evento con i suoi habitué, primo fra tutti l'intramontabile Giulio Andreotti. Anche quest'anno il canovaccio perlopiù si è ripetuto. Palazzo deserto e messa dei potenti con il presidente della Cei, Camillo Ruini, e Romano Prodi. A Montecitorio sono arrivati più regali, ma ne sono partiti di meno dato che pure la politica deve stringere i cordoni della borsa. Ad esempio, a Palazzo Chigi lo staff di D'Alema ha scoperto che non c'è più un fondo per i regali natalizi. Lo ha tagliato l'anno scorso Prodi. Gli unici che hanno speso anche quest'anno in doni per i colleghi sono, guarda caso, i candidati al Quirinale: il presidente del Senato, Nicola Mancino, quello della Camera, Luciano Violante, il ministro dell'Interno Rosa Russo Jervolino. Si dirà, quindi, che il Natale '98 non ha portato nulla di nuovo nel Palazzo dei Faraoni. Non proprio. Sembrerà paradossale ma la tradizione di Montecitorio è stata sconvolta dall'apparizione di un simbolo natalizio. Per la prima volta in quelle sale dove navigano gli uomini di potere è stato allestito un presepe, dono del laboratorio artigianale del carcere minorile a cui l'anno scorso, proprio a Natale, Luciano Violante aveva devoluto 15 milioni stornati dal suo fondo di rappresentanza. Nell'anno di grazia '98, dopo mezzo secolo di Repubblica, per la prima volta da queste parti si sono viste le statuette dell'asinelio, del bue, della Madonna, di San Giuseppe e del Bambinello. Sono apparse per merito di un presidente della Camera figlio di madre ebrea e, a quanto pare, agnostico. I maligni dicono al solito che il gesto è figlio di un'accurata strategia per approdare al Quirinale. Come del resto tutto, di questi tempi. Ma forse dietro c'è qualcosa di diverso. Allo scadere nel millennio, negli anni della New Age, anche il Palazzo dei Faraoni ha un desiderio di religiosità. Lo si vede nella pianta del piazzale di Montecitorio che dopo la ristrutturazione dall'alto offre il disegno di un candelabro ebraico. Oppure dall'insolita scena che ha visto domenica 29 novembre un gruppo di parlamentari arabi in visita a Montecitorio prostrarsi verso la Mecca dopo essersi tolti le scarpe e aver studiato la bussola. Purtroppo per loro la direzione della tomba del Profeta corrispondeva a quella del ristorante della Camera. In questa sorta di Pantheon del potere, che mette insieme, come è giusto, laici e religiosi di ogni credo non poteva mancare il presepe. C'è quasi da chiedersi perché non ci abbiano pensato prima, perché questa novità nella tradizione del Palazzo sia frutto della voglia di Natale di un giovane delinquente, per stare appresso alle classificazioni sociali. Ma forse anche questo è spiegabile: se quel giorno, il 25 dicembre, ha davvero un senso, il palazzo del Potere non può che essere deserto. Augusto Minzolini

Persone citate: Camillo Ruini, D'alema, Giulio Andreotti, Luciano Violante, Nicola Mancino, Prodi, Profeta, Romano Prodi, Rosa Russo Jervolino

Luoghi citati: Mecca