TROPPI AL REFERENDUM di Gian Enrico Rusconi

TROPPI AL REFERENDUM TROPPI AL REFERENDUM I«big antiproporzionali», sorridenti in prima fila alla manifestazione per il referendum dell'altro ieri, è una di quelle scene che non fermeranno l'astensionismo. L'ingenuo cittadino infatti si chiede: se sono tutti cosi d'accordo, perché non hanno combinato niente prima? In realtà, alla manifestazione della Ripetta, c'erano disinvoltamente uniti quelli che domani saranno tenacemente divisi. Anzi, già oggi sono contemporaneamente uniti e divisi, perché metà di loro sostiene il governo, mentre l'altra metà non vede l'ora di abbatterlo. Ma le cose non cambiano se ci spostiamo nel campo degli avversari del referendum: uniti nel respingerlo, disuniti nel giudizio sulla situazione politica cui dovrebbe rimediare. Per tacere del grande assente, Cossiga, dai cui umori dipende letteralmente la tenuta dell'equilibrio politico generale. Di fronte a questa situazione, come si può pretendere che l'elettore si orienti? O vada a votare senza il timore di essere preso in giro? L'astensionismo italiano non nasce da disinteresse dalla politica, ma da frustrazione: nasce da promesse dissoltesi nel nulla, senza che nessuno se ne sia assunta la responsabilità. Pensiamo al modo in cui è fallita la Gian Enrico Rusconi CONTINUA A PAG. 9 SETTIMA COLONNA

Persone citate: Cossiga