Totem, tonfo «di qualità» Freccero difende Baricco

Totem, tonfo «di qualità» Freccero difende Baricco L'esperimento culturale di Raidue raccoglie poco più di un milione di spettatori Totem, tonfo «di qualità» Freccero difende Baricco ROMA. Come cambiare le carte ili tavola. Un milione 136 mila spettatori in prima serata sono pochi. E' un dato oggettivo. Tanto più se si considera anche lo «share», la percentuale dell'ascolto: 4,64 per cento. Un insuccesso, un tonfo, una scivolata per Raidue che aveva puntato su Alessandro Bari eco e sullo spettacolo teatrale «Totem» (autori lo stesso Baricco con Gabriele Vacis, attori gli stessi Baricco e Vacis con Eugenio Allegri e Stefania Rocca), per tentare mi esperimento di prosa in prima serata. Un esperimento tra l'altro duramente criticato da Gianluca Nicoletti, il critico televisivo di Radiorai, che vi ha visto una bassa operazione intellettualistica, pretenziosa, dove tutti facevano quello che non sapevano fare. Soprattutto recitare. Ma Carlo Freccerò, direttore di Raidue, cambia, per l'appunto, le carte in tavola. E vende l'insuccesso come un successo. «Si rende conto - dice - che hanno ascoltato una lettera di Rilke, una pagina di Celine, un racconto di Dickens, le rime di Rostand un milione e mezzo di persone? Si rende conto di che cosa sono un milione e mezzo di persone? Le metta tutte in fila. E poi mi viene a parlare di insuccesso». I dati di una prima serata li abbiamo sempre sotto gli occhi, e sono ben diversi. Vuole che parliamo di «Striscia la notizia»? Vuole che parliamo della fiction poliziesca? Vuole che parliamo di «Carràmba»? «Ma non c'entra niente. Noi siamo, fino a prova contraria, una tv di Stato. E dobbiamo essere al servizio di tutti i pubblici. Anche di quelle minoranze che dalla tv di Stato vengono costantemente abbandonate a loro stesse». Abbandonate alle videocassette, a Telepiù, alle parabole? «Può darsi. Ma sono convinto che se vogliamo mantenere ad un livello decoroso anche la tv generalista, dobbiamo accettare una scommessa come quella di "Totem". Io lo sapevo prima di andare in onda che gli ascolti non sarebbero stati clamorosi, lo avevo anche annunciato alla conferenza stampa. Non è che credessi di fare otto milione e ne ho fatto uno. Ho deciso a ragion veduta». Comunque i numeri sono numeri, lo share è share. Lei se la può permettere una prima serata così bassa? «Ogni tanto sì. Basta averne consapevolezza. Poi sa che cosa le dico? Ormai ho vent'anni di carriera alle spalle, e non mi ricordo i programmi che hanno fatto ascolto. La quantità di "Furore", a esempio: benissimo. Però quello che mi resta, che resta a me e, sono convinto, anche al pubblico, è qualche frammento di bello. E "Totem" era il tentativo di mostrare al pubblico di fine millennio che cos'è il bello, attraverso il grande catalogo della storia e della letteratura». Per questo è nato il compromesso tra le esigenze di un pubblico «alto», che comunque Rostand o il «Guglielmo Teli» lo conosce già, e un pub- blico generalista tradizionale, al quale di Rostand e del «Guglielmo Teli» non interessa nulla? Un compromesso che non ha portato frutti? «Non sono d'accordo. Sul non portare frutti ho già detto. Quella del compromesso mi pare, sinceramente, una sciocchezza. Baricco e tutto il gruppo hanno rappresentato ciò che a loro piaceva. E a volte è bene fare le cose che piacciono. Poi c'è un'altra cosa: vorrei coinvolgere Baricco in altri progetti televisivi». Ma Baricco dice che la televisione lo diverte e lo stanca. I suoi critici dicono che l'altra sera recitava senza saperlo fare. «Lui non recitava, leggeva il "Cyrano" per poterci poi fare le sue affabulazioni. E' un'altra cosa. Lui in televisione rende molto, potremmo fare delle belle operazioni insieme». Anche se «Totem» è andato molto meno bene del mitico «Vajont» di Paolini? «Il "Vajont" era sostenuto -dalla memoria collettiva degli italiani, che avevano vissuto la tragedia. "Totem" era uno spettacolo più difficile perché non aveva alcun momento catalizzatore. Però voleva sedurre». Alessandra Comazzi «Tutto quel pubblico per Rilke e Celine Dickens e Rostand: altro che insuccesso» * «A volte è giusto fare ciò che piace: non puntavo certo all'ascolto record» * X. li/ A A destra, Alessandro Baricco; a sinistra, Carlo Freccerò; qui sotto, Stefania Rocca

Luoghi citati: Roma, Vajont