La matematica moderna figlia del «vuoto». I surgelati di Col Fiorito

La matematica moderna figlia del «vuoto». I surgelati di Col Fiorito ^^^^^^^^^^^^ LETTERE AL GIORNALE La matematica moderna figlia del «vuoto». I surgelati di Col Fiorito Dagli egizi ai romani dagli indiani gli arabi La notizia sull'invenzione della scrittura (La Stampa, 16 dicembre) mi dà l'opportunità di parlare dell'evoluzione della scrittura numerica, il cui uso venne facilitato dagli egizi mediante l'introduzione dell'abaco, dal greco abax (tavoletta), dei simboli I (per l'unità), X (per le decine), C (per le centinaia). Gli etruschi, per rendere più spedito il calcolo, aggiunsero i simboli corrispondenti alle lettere romane: V (5), L (50), D (500), M (1000). Dal canto loro, i romani poi adottarono i numeri etruschi, cosi che la scrittura numerica si indicava con le lettere I, V, X, L, C, D, M. Spetta agli indiani il merito di avere rivoluzionato l'antico sistema con l'invenzione dello zero, detto sunya (vuoto). Curiosamente grazie al «vuoto» nacque la matematica moderna, dando agli arabi la l'ama di precursori del linguaggio universale delle cifre. Il matematico Leonardo Fibonacci, cui Pisa diede i natali nel 1170, sin da giovane si diede a viaggiare in Sicilia, in Egitto, in Siria, appassionandosi alla matematica degli arabi, tanto che, al suo ritorno in Italia, il Pisano pubblicò nel 1202, il Liber Abaci, testo fondamentale della scrittura commerciale. Ettore Glori Palermo Le ruspe distruggono una necropoli Voglio segnalare che in località Piana Torre (San Michele Mondovì - Cuneo), le ruspe stanno allargando la strada e distruggendo una necropoli del periodo preromano o romano. So che il sindaco di San Michele Mondovì è stato informato più volte, ma i lavori continuano. Lettera firmata Cuneo Quelle promesse non mantenute Siamo riusciti in un'impresa sconcertante: abbiamo metabolizzato i surgelati di Col Fiorito e dintorni; sono stati cancellati scientemente dalla memoria storica, il fatto che esistessero creava un grosso problema all'Italia che conta. Ci ricordiamo tutti del terremoto che distrusse quelle parti, ci ricordiamo tutti dei passaggi televisivi a camera accesa, dal Santo Padre a Scalfaro, ministri, senatori, deputati, che di fronte alle telecamere promettevano, dispensando sorrisi e primi piani, interventi rapidi e decisivi per il ripristino dello status quo ante. Ci ricordiamo tutti di un sottosegretario onnipotente che non si sarebbe trascurato nulla affinché i colpiti dalle calamità naturali fossero al più presto reintegrati nelle loro proprietà. Un allorn presidente del Consiglio (ma va tutto bene) annunciò per televisione che il prossimo Natale non lo avrebbero più trascorso nei container. Peccato che il calendario dell'onorevole era mancante del mese di dicembre dopo di che politici di entrambe le parti, governo, sindacati (sempre pronti a cavalcare la tigre del non sia mai), istituzioni, Chiesa, sottosegretari alla protezione civile, televisioni pubbliche e private (salvo qualche raro passaggio a mo' di spot) posero e stesero sui surgelati di Col Fiorito un velo pietoso di silenzio. Paolo Bovio, Torino Una crociata per ogni tiranno Mi riferisco all'articolo di Gianni Riotta, uscito sulla La Stampa del 20 dicembre, che lamenta la mancanza di «una chiara strategia per snidare [Saddam] dal bunker e privarlo davvero del suo odioso potere». Ma chi dà diritto agli Stati Uniti, e all'articolista che sostiene questo loro argomento, di far questo? Non sta agli iracheni deciderlo? E poi perché solo Saddam: se deve farsi una crociata contro i tiranni, snidiamoli tutti, anche quelli amici degli States. Poi Riotta garantisce, a proposito del collegamento bombe-Lewinsky: «Non è così: con tutte le sue debolezze e miserie, l'uomo non è così meschino». Potrebbe dirmi come fa a esserne così sicuro da indurre i lettori a crederlo? Nico Perione Abdullah Ocalan? Un fuorilegge Dice la signora Vittoria Coassin di Orbassano (Torino), nella sua lettera pubblicata sulla Stampa del 12 dicembre, che Abdullah Ocalan deve essere considerato e trattato come un combattente perché lotta per la libertà del suo popolo. Non dimentichiamo che in Turchia esiste una libera democrazia, voluta ed eletta dal popolo turco. Democrazia significa formata da più partiti, la maggioranza governa e i partiti all'opposizione hanno la facoltà di avanzare emendamenti, proposte di leggi. Insomma, di dare sfogo alla loro esuberanza... Il signor Ocalan potrebbe farne parte perché le sue idee potrebbero essere appagate se un domani il suo partito raggiungesse la maggioranza che gli consentirebbe di governare. Ma Ocalan è capo, invece, di una banda di uomini che sono considerati dei «fuorilegge». Vittorio Barale Asti Quello che ci manca non si può comprare In concomitanza con il termine dell'anno si avvicina anche la fine del millennio, un momento di svolta. Soprattutto negli ultimi cinquant'anni si è avuta un'accelerazione vertiginosa degli eventi, in modo particolare in campo tecnico-scientifico. La scienza, con i suoi innegabili vantaggi, ha risolto i problemi più intimi dell'uomo? L'uomo è veramente più felice, più sereno con il suo maggior benessere economico? Perché nonostante tutto c'è sempre la sensazione che manchi qualcosa? Che cosa manca? Sicuramente quello che manca non si può comprare, non ha prezzo e nessuno lo vende. E' la dimensione dello spirito (la parte più sottile della materia) che sta in ognuno di noi. Cerchiamo continuamente fuori, senza mai trovare, invece che all'interno di noi, quel qualcosa che finalmente ci faccia essere febei solo per il fatto di essere vivi e soprattutto nonostante qualunque cosa ci possa accadere. Questo è l'augurio per il fine anno e per il fine millennio, po¬ trebbe essere l'occasione per l'inizio o meglio la riscoperta di quello che ci manca per essere completi. Solo così potremo assolvere all'unico e più importante compito a cui siamo chiamati nella vita, l'evoluzione. Gianluca Picco Venaria (To) Sull'ergastolo ci siamo già espressi Il ministro della Giustizia Dili berto si adopera per ottenere al più presto possibile l'abolizio ne della pena dell'ergastolo senza tener conto che nel refe rendum del 1981 il 77,3 per cento dei votanti fu contrario a tale abolizione. Non voglio ora discutere sulla necessità/op portunità di tale abolizione ma è certo che il popolo italiano ha espresso parere tanto ampia mente contrario che non do vrebbe essere ignorato dai no stri governanti che hanno giù rato di obbedire alle leggi dello Stato. In caso contrario ne avrà gravissimo danno l'intera struttura democratica e il refe rendum perderebbe definitiva mente la sua essenziale e inso stituibile funzione. Molti italiani ritengono sia inutile esprimere una volontà che già troppe volte è stata ri dicolizzata o ignorata e per tale motivo in numero sempre maggiore preferiscono non perder tempo in inutili vota zioni. E così si è verificato l'av vento di governanti che fanno sempre di più ciò che vogliono Giorgio Benzoni Forlì Le lettere vV,yanno inviati a: e-ina LA STAMPA Via Marenco 32,10126 TORINO^ fax 011 -6568924 lettere@lastampa.it