RISCATTO SOLO PER IL MANZONI di Giorgio Calcagno
RISCATTO SOLO PER IL MANZONI RISCATTO SOLO PER IL MANZONI 0 H giornate del nostro riscatto!», come si intitola la mostra che Milano dedica al suo 1848, sono un bel falso storico. Perché quelle giornate, che Manzoni cantò nei suoi tambureggianti decasillabi (attenzione: decasillabi), non riscattarono proprio niente. Non eravamo nel dicembre 1848, ma nel marzo 1821, durante la breve reggenza di Carlo Alberto; a Milano aspettavano che i piemontesi varcassero il Ticino, i piemontesi non passavano nemmeno la Dora Baltea. Finì che a varcare il Ticino, in senso opposto, furono gli austriaci, chiamati da Carlo Felice, accorso a Torino per bloccare le riforme di quel reggente pasticcione. A salu¬ tare la «la santa littrice bandiera» che non era mai stata innalzata, non c'era nessuno; nemmeno l'autore dell'inno, che il poeta tenne ben chiuso in cassetto, sperando in tempi migliori. A chi farne colpa? Quando un verso è rotondo, suona per tutte le stagioni, ha una forza che si impone di là dai suoi significati. Il nostro Dante viene sfruttato quotidianamente anche dagli analfabeti per la storia del «gran rifiuto». Grande, nello spirito dell'Alighieri, perché il personaggio era un papa. Ma basta che un cantante di rock rinunci a sfondarci le orecchie al Festival di Sanremo e scatta l'identificazione. Non è la sorte peg¬ giore toccata al poeta. Anni fa un farmacista genovese lanciò un nuovo purgante con lo slogan «Io son Beatrice che ti faccio andare». Come scandalizzarsi allora se una fabbrica di biancheria femminile si attacca a Leopardi per imporre un reggipetto? «Son questi i doni tuoi che tu porgi ai mortali» non è proprio quello che il recanatese intendeva in La quiete dopo la tempesta. Ma, nella malizia dell'allusione, salva una leggera grazia, una gentile ironia, e almeno non avalla alcun falso storico. E la pubblicità è una macchina che non perdona. Oh giornate del nostro misfatto! Giorgio Calcagno
Persone citate: Carlo Alberto, Carlo Felice, Manzoni
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