Borsa in punta di piedi di Fr. Bu.

Borsa in punta di piedi Borsa in punta di piedi DOPO lo spettacolare balzo di lunedì Piazza Affari è entrata ieri di fatto nell'area dell'euro in punta dei piedi, in una giornata vissuta all'insegna della cautela, ma senza particolari timori. Solo uno spunto finale, favorito dal leggero rialzo messo a segno da Wall Street in apertura. E la conferma di questo clima d'attesa, che consiglia gli investitori a non esporsi e, semmai, a rinviare l'avvio di nuove trame operative, viene dal calo degli scambi scesi a 1840 miliardi di controvalore contro i 2600 miliardi della seduta precedente. Come avevamo annunciato, infatti, le operazioni concluse ieri verranno già regolate in euro. Il Mibtel comunque è riuscito a confermare i livelli raggiunti con il balzo della seduta di lunedì, guadagnando un altro 0,37% (a qiota 22.733); identico il rialzo del Mib30 a 33.708 punti, mentre il Midex si prende lo 0,34% a 22.600. Sale il Fib, trattato nel finale intorno a quota 34.000. Il piccolo passo di ieri, dopo il balzo in avanti della vigilia, si presta a differenti letture. Da una parte gli operatori sottolineano la scarsa pressione delle vendite, elemento che sembra confermare un atteggiamento prudente ma non negativo del mercato, che scommette sul sostegno che arriverà all'azionario dall'elevata liquidità del sistema. Per contro, l'evoluzione favorevole del listino è derivata da operazioni di carattere non strategico. Se qualcuno può aver tentato di anticipare il flusso di investimenti che potrebbe giungere nella prima parte dell'anno, molti operatori indicano come «aggiustamenti di fine anno» l'attività che ha interessato il mercato. Anche la presenza dell'estero, secondo alcuni prevalente, non sembra aver avuto un impatto decisivo, se si considera che l'apertura dei mercati Usa non ha portato ad un'accelerazione dell'attività, dominata dagli arbitraggisti. La liquidazione in euro per le operazioni concluse da ieri sembra aver avuto un effetto sugli scambi, rimasti però al di sopra del minimo dell'anno (i 1407 miliardi del 7 dicembre scorso). «Con martedì un numero maggioritario di clienti ha bloccato l'attività», afferma Marco Nascimbeni di Merrill Lynch, secondo il quale, nelle sedute prima del 4 gennaio, giorno di debutto ufficiale della moneta unica, «questa tendenza potrà essere confermata se non si verificheranno flussi di ordini o eventi al momento non prevedibili». L'annullamento dello spread di rendimento fra i Bund decennali tedeschi e i Btp italiani, sceso a due soli punti base, e la decisione della Bce di fissare al 3% il tasso della prima operazione pronti contro termine, erano eventi largamente attesi, che paiono il risultato del percorso fatto finora dall'Unione monetaria europea più che dare indicazioni di sviluppi futuri. In questo senso, si stempera anche l'attesa per l'ultimo aggiustamento al Tus da parte della Banca d'Italia. Gli operatori non hanno dato grande peso agli spunti selettivi che hanno interessato alcune blue chips, quali Hdp ( + 2,94%), Saipem (+1,80%), Unicredit (+1,48%), Lia (+1,77%) e Ras (+1,78%). Queste ultime si pongono comunque in un contesto d'interesse per gli assicurativi che, in una seduta tranquilla per la capofila Generali (+0,12%), ha coinvolto i titoli del Midex: Fondiaria (+6,96%), Toro (+1,49%) e Sai (+0,84%). Infine, come il mercato sia andato a caccia di occasioni fra i titoli minori, lo dimostrano gli strappi di Lazio (+7,33%), Sadi (+4,82%) e Sabaf (+4,75%). [fr. bu.]

Persone citate: Marco Nascimbeni, Merrill Lynch

Luoghi citati: Lazio, Usa