Impeachment, ora tocca a Eltsin

Impeachment, ora tocca a Eltsin Quattro imputazioni: distruzione dell'esercito, guerra in Cecenia, assalto al Soviet nel '93 e complotto contro l'Urss Impeachment, ora tocca a Eltsin La Duma vota a gennaio l'incriminazione MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Bill e Boris sembrano destinati a scendere la china come due sciatori in slalom parallelo verso il baratro. Ma in fondo alla discesa, a occhio e croce, dovrebbero salvarsi entrambi: solo perché le rispettive costituzioni impongono un numero infinito di porte. Ieri il presidente della Duma russa, Gennadij Selezniov, ha annunciato trionfalmente che a fine gennaio la Camera bassa del Parlamento russo voterà per l'impeachment di Boris Eltsin. E la sua sicurezza appare, almeno al momento, suffragata dai fatti. Eltsin è già stato messo in stato d'accusa, con larghe maggioranze, dalla speciale commissione della Duma, su quattro dei cinque «capi d'imputazione»: distruzione delle forze armate, guerra di Cecenia, attacco armato contro il Soviet Supremo nel 1993, complotto contro l'Unione Sovietica nel 1991. Il quinto - che invece difficilmente passerà anche in commissione - concerne il «genocidio del popolo russo». Ma quattro bastano e avanzano. E' ben vero che, per cominciare la procedura d'impeachment, occorrono i due terzi della Duma, pari a 300 voti su 450. Ed è altrettanto vero che su alcune delle quattro imputazioni non si troverà una così larga maggioranza. Ma su almeno due (Cecenia e bombardamento della Casa Bianca) il partito di Javlinskij, «Jabloko», ha già dichiarato che voterà per l'impeachment: quanto basta, insieme ai voti della maggioranza comunisti e apparentati, per superare i due terzi necessari. Cioè avviare la procedura d'impeachment non sembra impossibile. Altra cosa è portarla fino in fondo. E qui l'analogia con Clinton è di nuovo stringente. La seconda tappa, infatti, è il Consiglio della Federazione (a Washington è il Senato), che dovrebbe anch'esso approvare la decisione della Duma con la stessa maggioranza dei due terzi. Qui, come a Washington, almeno sulla carta i due terzi a fa¬ vore dell'impeachment non ci sono. E qui finisce anche l'analogia procedurale. Perché se Clinton, in via del tutto ipotetica, dovesse essere condannato dal Senato, sarebbe per lui la fine, senza altri appelli. Invece Eltsin si è costruito una costituzione più generosa: anche nell'ipotesi che la Camera alta lo condanni, ci sarebbero altri due passaggi da compiere: il pronunciamento della Corte Suprema e quello della Corte Costituzionale. Le quali sono quasi totalmente nelle mani del Presidente. E potrebbero comunque dilazionare ogni decisione fino alla scadenza normale del mandato. Nessun pericolo, dunque? Niente affatto. Intanto l'avvio della procedura metterebbe comunque Eltsin sul banco degli accusati, esattamente come Clinton. Sarebbe per i comunisti un trionfo evidente, anche se effimero. E poi non si può escludere che, nel frattempo, il clima cambi a sfavore del Presidente in carica. E i segnali di tempesta sono tanti e minacciosi. Uno dei quali è scoccato ieri come un fulmine tonante. La Camera dei Conti, un organismo senza poteri reali, ma simile alla nostra Corte dei Conti, ha reso pubblico un documento esplosivo, che potrebbe diventare addirittura il sesto capo d'imputazione: per il Presidente e per una lunga serie di alti dirigenti dello Stato. Si tratta di un rapporto ufficiale da cui emerge che il Presidente e il governo (allora guidato da Cernomyrdm) avrebbero illegalmente prelevato dalle casse statali niente meno che 7,4 miliardi di dollari per finanziare la campagna elettorale presidenziale del 1996. Inoltre il gigante gasifero Gasprom avrebbe goduto di eccezionali esenzioni fiscali, per miliardi di dollari, in cambio di finanziamenti diretti alla campagna di Eltsin. Altrettanto avrebbe fatto il consorzio statale unificato dell'energia (Seul insieme ad altri enti pubblici e privati. Se il rapporto dovesse rivelarsi confermato, vorrebbe dire che l'elezione di Eltsin è costata ai russi qualcosa come una quindicina di miliardi di dollari (quasi 25 mila miliardi di lire). Naturalmente in violazione della legge elettorale in vigore e di un discreto ventaglio di articoli del codice penale. Giulietta Chiesa Ma la costituzione blindata voluta dal Cremlino protegge la presidenza La Corte dei conti la accusa di aver saccheggiato le casse statali Anche per Eltsin si profila un procedimento di impeachment a partire da gennaio. Promotore il leader comunista Ziuganov (nella foto grande)

Luoghi citati: Cecenia, Mosca, Unione Sovietica, Urss, Washington