Strage del Ramadan in Libano
Strage del Ramadan in Libano Il Likud a pezzi dopo l'annuncio di elezioni: se ne va Meridor, uno dei fondatori, creerà un nuovo partito Strage del Ramadan in Libano Razzo israeliano uccide per errore madre e 6figli TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Mentre Israele si avvia verso elezioni anticipate il Likud è entrato nella più grave crisi dei vent'anni della sua storia: uno dei suoi padri fondatori, l'ex ministro delle Finanze Dan Meridor (uomo di fiducia dei premier Menachem Begin e Yitzhak Shamir) ha abbandonato il partito sbattendo la porta e affermando che a Benyamin Netanyahu «non è rimasto un briciolo di credibilità né fra i suoi avversari né fra i suoi amici, sempre che ne abbia ancora». Meridor ha annunciato che fonderà un nuovo partito di centro alla testa del quale si candiderà alla carica di primo ministro «dato che nel Likud non resta spazio di manovra dopo che un uomo giunto in Israele dieci anni fa (Netanyahu, allora redu¬ ce da un lungo soggiorno in Usa, ndr) si è impadronito delle sue strutture». Lo stesso Shamir ha accusato Netanyahu di aver distrutto il Likud fino dalle fondamenta: «Un angelo stenninatore non avrebbe fatto meglio», ha ringhiato in un'intervista radio. Mentre la scena politica interna è a soqquadro in seguito allo scioglimento anticipato della legislatura approvato lunedì dalla Knesset, tuoni di guerra tornano a farsi udire lungo il confine libanese, in Galilea, dove la popolazione è da ieri chiusa nei rifugi. All'origine del timore di nuovi bombardamenti da parte ei guerriglieri Hezbollah vi è un raid compiuto dall'aviazione israeliana contro una base di addestramento della guerriglia sciita a Janta, nella valle della Beqaa. Uno dei razzi - lanciati contro la stazione radio degli Hezbollah, la «Voce degli Op- pressi» - ha colpito la casa di un agricoltore uccidendo una donna, Nadwa Othman, e i suoi sei figli. I cadaveri martoriati delle vittime sono stati portati nel vicino ospedale Khomeiny, dove sono stati riconosciuti dal capofamiglia. A Tel Aviv un portavoce militare ha ammesso che l'edificio è stato colpito per errore, ha espresso rammarico e ha assicurato l'apertura di una inchiesta. Ma fra gli sciiti libanesi la collera è fortissima sia perché l'eccidio è avvenuto all'inizio del mese del Ramadan, sia perché giovedì un'unità di élite israeliana, «Shayetet 13», aveva ucciso nel Libano meridionale il diciassettene Mohsen Khalaf, simpatizzante del movimento Amai. Anche nei Territori la tensione torna a salire dopo che una fonte governativa israeliana ha previsto ieri che la realizzazione degli accordi di Wye Plantation (e del ritiro dalla Cisgiordania) slitteranno di sei mesi a causa della crisi politica in Israele. In un intervento in Parlamento il capo di Stato Maggiore, generale Shaul Mofaz, ha previsto che i palestinesi non resteranno passivi. E il ministro delle Difesa Yitzhak Mordechai è assillato in questi giorni da altre preoccupazioni relative alla propria carriera politica. Una delle opzioni che gli si sono presentate nelle ulti¬ me settimane è di lasciare anch'egli il Likud - anche perché è in forte dissenso per la virata a destra impressa da Netanyahu al governo - e di aderire a un nuovo partito di centro guidato dall'ex capo di Stato Maggiore, Amnon Lipkin-Shahak, l'uomo nuovo della politica israeliana. La nuova formazione - che ancora non ha un nome né un programma, come quella varata da Meridor - attira numerosi transfughi non soltanto del Likud, ma anche del partito laborista di Ehud Barak. Se il Likud piange (anche per la prossima uscita di Benyamin Begin), i laboristi potrebbero non ridere più una volta che sotto il capace ombrello di Lipkin-Shahak riparassero personaggi di prestigio, come i leader sindacali Haim Ramon e Yitzhak Peretz. Aldo Baquis Si teme la reazione degli Hezbollah: le bombe erano dirette contro la loro radio Il ministro degli Esteri Sharon con il premier israeliano Netanyahu IRAQ
Luoghi citati: Cisgiordania, Israele, Libano, Tel Aviv, Usa
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