Washington colpisce i prodotti europei di A. Vig.

Washington colpisce i prodotti europei li governo americano ha difiuso la lista dei prodotti soggetti ad un'imposta doganale del 100% Washington colpisce i prodotti europei Sanzioni su lampadari, maglioni, candele, biscotti e formaggi NEW YORK. Biscotti, formaggio, carta assorbente, scatole in cartone, litografie, pullover, lenzuola, lampadari. Sono solo alcuni degli articoli inclusi nella «lista ufficiale» dei prodotti soggetti a sanzione - in pratica alla proibitiva imposta doganale del 100% - che il governo americano intende applicare nei confronti dell'Unione Europea in seguito alla cosidetta «guerra delle banane». La lista «nera» è molto minuziosa e non trascura nessun settore merceologico: si va infatti dal formaggio pecorino «a pasta molle a forma intera» ai prodotti per il bagno, dalle candele alle pellicole di plastica e colpisce persino le macchine per tè e caffè elettrotermiche per uso domestico. Le disposizioni dovrebbero entrare in vigore fra 1' 1 febbraio e il 3 marzo 1999; è possibile che prima di quella data si riesca a trovare un accordo fra le parti. E' quello che spera il vicepresidente della Commissione europea Leon Brittan che reagisce indignato: «Sono sanzioni illegali. La Usta di sanzioni contro prodotti europei è arbitraria nel tipo di merci colpite e nel loro valore e minaccia imprese europee e posti di lavoro che non sono in alcun modo collegati con la disputa sulle banane: in breve, è mi esempio del peggior unilateralismo che viola i principi della World Trade Organization (Wto)». In risposta all'azione Usa, l'Unione europea accelererà le sue iniziative per l'istituzione di un «panel» presso la Wto contro le misure unilaterali previste dalla sezione 301 del «Trade Act». «E' il momento di reagire contro gli effetti perniciosi ed illegali di questa legislazione completamente unilaterale». Brittan ha poi sottolineato che l'Ue «ha dato agli Stati Umti ogni opportunità per risolvere la disputa sul regime europeo di importazione delle banane nella sede opportuna, la Wto. Ma gli Stati Uniti hanno scelto di incamminarsi sul sentiero delle sanzioni commerciali unilaterali anziché scegliere la via del multilaterali- smo. Queste misure sono condannate in modo specifico dalle regole della Wto. E' difficile pensare ad una violazione più grossolana del sistema multilaterale che quella di prendere la legge nelle proprie mani e sfidare le regole». Secondo Brittan, il sistema europeo per l'importazione di banane (che entra in vigore il primo gennaio '99) è «perfettamente compatitibile con le norme della Wto»: se gli Usa non sono d'accordo, è quello il foro per contestarlo. Per concludere, Brittan si augura comunque che negli Usa prevalgano posizioni «più sagge» che permettano di risolvere il contenzioso «amichevolmente e secondo le leggi». E mentre a livello internazionale si spera di raggiungere un «compromesso», in Italia tirano un sospiro di sollievo i produttori di «pecorino romano», forti di un'esportazione di almeno 200 mila quintali l'anno: la voce «pecorino a pasta molle a forma intera», inserita dagli Usa nella lista dei prodotti col¬ piti da un dazio del 100%, infatti, non riguarda quello «made in Italy» ma la «feta» greca e l'analogo formaggio francese. La precisazione arriva dal direttore del Consorzio di tutela del pecorino romano, Salvatore Meloni, che ora sollecita la massima vigilanza da parte delle autorità italiane e comunitarie affinché non si verifichino equivoci con i doganieri americani. Invece altri comparti dell'industria italiana stanno compilando le prime stime di quanto potrebbe costare la «guerra delle banane». Tra questi, il tessile, nella lista «nera» con «maglioni, felpe e cardigan». Le tre voci, precisa Federtessile, nei primi otto mesi del '98 hanno fatto registrare a livello comunitario un export verso gli Usa pari a 140 miliardi di lire. L'intero settore italiano (un giro d'affari di 87.500 miliardi nel '97, realizzato da circa 700 mila addetti) si attende per il '98 un export complessivo di 48.850 miliardi. [a. vig.]

Persone citate: Brittan, Leon Brittan, Salvatore Meloni

Luoghi citati: Italia, New York, Stati Uniti, Usa, Washington