« Restiamo ancora lontani » di Maurizio Molinari

« Restiamo ancora lontani » « Restiamo ancora lontani » Bersani ad Ankara in cerca della pace IL MINISTRO DELL'INDUSTRIA LANKARA UIGI Bersani, ministro dell'Industria, è il primo esponente del governo in visita ufficiale in Turchia a trentotto giorni dall'arrivo di Abdullah Ocalan in Italia, causa di una grave crisi bilaterale. ((Abbiamo rotto il ghiaccio, è stata una prima presa di contatto - dice - ma resta molto da fare». Nella delegazione italiana prevale la cutela ma si respira un cauto ottimismo per le aperture turche dietro le quinte sulla soluzione del caso. Secondo fonti di Ankara ci sarebbe una svolta: «Ocalan ha accettato di andare in un Paese non europeo e ora finirà in Africa. Forse in Libia, Sudan o Somalia». Ministro Bersani, Italia e Turchia sono più vicine a un accordo sulla sorte di Ocalan? «Loro ritengono che abbiamo commesso degli errori e ci chiedono un soluzione giusta. Noi siamo impegnati in queste ore a chiudere il caso con un soluzione non offensiva per il popolo turco, ripettosa delle nostre leggi e in uno spirito di amicizia». L'allontanamento concordato verso un Paese terzo? «C'è una trattativa in corso sull'allontanamento, sul processo, sul- l'espulsione. E' impossibile dire come e quando tutto si concluderà. Una cosa è certa: bisogna inviare un segnale distensivo all'opinione pubblica turca. Bisogna lavorare per recuperare il rapporto con loro in tempi brevi». La Turchia però si aspetta l'è- stradizione... «Ne ho avuto conferma nei colloqui col ministro dell'Industria, Yalim Erez, e con quello dell'Energia, Cumhur Ersumer, ma a entrambi ho risposto che dobbiamo ripettare le nostre leggi. A causa della pena di morte l'Italia non ha estradato negli Stati Uniti un reo confesso. L'attesa per la decisione sull'estradizione qui è molto forte ma crea mi clima controproducente, destinato a produrre nuove tensioni. Non possiamo estradare Ocalan verso Ankara come non possiamo dare asilo politico a chi è accusato di reati di terrorrismo». Il boicottaggio non dichiarato continua. Avete fatto dei passi avanti per tutelare un interscambio annuo di oltre 7000 mibardi di lire? «I mmistri turchi negano un coinvolgimento del governo e parlano di boicottaggio spontaneo sebbene, centinaia di nostre aziende abbiano ricevuto lettere standardiz¬ zate di annullamento di contratti. Abbiamo chiesto di contribuire a calmare gli animi smorzando le diffuse attese sull'estradizione. Ma la questione è ardua. Le nostre stesse aziende dicono che sono i consumatori a rifiutare i prodotti. La vicenda Ocalan tocca nel profondo sentimenti largamente diffusi». Da dove cominciare? «Ho detto chiaramente che l'asilo politico non può essere concesso, che comprendiamo cos'è il terrorismo per averne sofferto noi stessi». Che tipo di atmosfera ha trovato nei colloqui? «Nel complesso ho trovato disponibilità a riprendere il dialogo. Ci si parla con franchezza ma comprendersi resta difficile. Sarà un processo lungo, posso però dire che ci sono le condizioni per iniziare. Abbiamo fatto i primi passi. Hanno proposto una riunione fra Camere di Commercio. Abbiamo concordato per fine gennaio un in¬ contro fra le due Confindustrie con la partecipazione di rappresentanti dei governi. Il ministro Erez ha accettato l'invito a venire in Italia. Qualcosa inizia a muoversi, ma servirà tempo per ripristinare le relazioni che avevamo». Cosa prevedete nel frattempo per quelle numerose aziende che già registrano danni per centinaia di miliardi? «Noi, il Commercio con l'Estero, l'Ice e il governo ci dovremo guardare negli occhi e pensare a un'iniziativa straordinaria, dopo aver ascoltato le aziende interessate che operano qui». L'Eni rischia si subire delle ripercussioni nella grande partita che si sta giocando sulle fonti energetiche del Caspio? «No. L'Eni è legata da accordi forti con la Turchia. Quando si faranno gli oleodotti per le risorse del Caspio noi ci saremo». Maurizio Molinari Secondo fonti locali il leader del Pkk sarebbe disposto a andare in Sudan Libia o Somalia II ministro dell'Industria Pierluigi Bersani