«Ocalan estradabile, a metà»

«Ocalan estradabile, a metà» In Turchia per i tre reati che non prevedono la pena di morte, ma al massimo vent'anni di carcere «Ocalan estradabile, a metà» E la procura chiede di rimetterlo agli arresti ROMA. Un'estradizione incondizionata in Turchia, per il leader curdo Ocalan, non è possibile: andrebbe incontro alla pena di morte e la nostra Costituzione vieta di esporre un prigioniero a simili rischi. Ma un'estradizione parziale, limitatamente a quei reati che prevedono solo il carcere, è possibile. E nell'attesa, per evitare il rischio di fuga, «ove la richiedesse il ministro Guardasigilli», ci vorrebbe una misura cautelare. La Procura generale presso la Corte d'appello di Roma riapre il caso-Ocalan. Delle due richieste di estradizione pendenti sul capo di Ocalan, t'inora era stata esaminata solo quella tedesca. E siccome la Germania aveva deciso di ritirare la sua richiesta, la Corte d'appello di Roma aveva messo in libertà il leader del Pkk. Nel frattempo è arrivata la documentazione dalla Turchia. Il governo di Ankara insiste, come si sa, nella richiesta di estradizione. Soprattutto sul fronte giudiziario. Ha trovato un magistrato che le ha dato ragione a metà. Il sostituto pg Giovanni Malerba ha presentato ieri alla corte d'appello una memoria in otto pagine che passa in esame le sei richieste di estradizione giunte dalla Turchia. Sono sei istruttorie di processi. Per metà le boccia, in quanto si tratta di reati che, ove Ocalan venisse condannato, porterebbero al patibolo. Per l'altra metà, invece, è possibilista: i reati presunti sono sempre gravissimi (omicidio, associazione per delinquere e attentato), ma sarebbero stati commessi prima dell'aprile 1991 e in questo caso la pena massima sono venti anni di carcere. I difensori di Ocalan, Giuliano Pisapia e Luigi Saraceni, hanno accolto con aplomb britannico la richiesta. «Siamo sicuri - dice Saraceni che l'estradizione verrà negata perché il nostro Codice penale la impedisce nei Paesi dove ci siano «trattamenti crudeli, disumani o degradanti», e comunque dove ci sia «violazione di uno dei diritti fondamentali della persona. E' documentato da fonti insospettabili che i curdi sono sottoposti a questi trattamenti». Ieri mattina, prima di questa doccia gelata, l'altro avvocato di Ocalan, l'on. Giuliano Pisapia, lasciava inten¬ dere che era molto vicino il giorno in cui il leader del Pkk avrebbe lasciato il nostro Paese: «Ocalan capisce che la sua presenza qui può creare qualche problema e per questo è disposto, qualora non andasse in porto il processo internazionale, ad allontanarsi affinché un processo di pace possa iniziare». [fra. gri.] I difensori: siamo sicuri che comunque non sarà consegnato al suo Paese Abdullah Ocalan: potrebbe tornare agli arresti dopo il periodo di libertà

Luoghi citati: Ankara, Germania, Roma, Turchia