La dignità calpestata del Segretario generale di Carlo Rossella

La dignità calpestata del Segretario generale La dignità calpestata del Segretario generale BURRASCA ALPALAZZO DI VETRO IL Segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, ieri si è consultato con numerosi capi di Stato. Bisognava preparare la riunione del Consiglio di sicurezza, un incontro destinato ad essere, come in effetti è stato, alquanto burrascoso, e che continuerà oggi. Nei. quattro giorni di Desert Fox, i più illustri membri del Consiglio di sicurezza sono rimasti su posizioni diverse e a volte decisamente opposte. Da un lato gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, i protagonisti della guerra, dall'altro gli aspri critici come la Francia, e gli oppositori dichiarati e inferociti per l'attacco a Saddam come la Cina e la Russia. Di contorno, un panorama mondiale di piccole e medie potenze schierate un po' di qua e un po' di là. Kofi Annan, appoggiato due anni fa, al momento della sua elezione, dagli Stati Uniti, non si è consultato prima del Consiglio di Sicurezza con Bill Clinton. Il Segretario generale, che ha criticato Desert Fox («è un giorno triste per l'Onu e per il mondo», ha detto mentre i Tomahawk precipitavano su Baghdad), è seriamente offeso con gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. Non solo Londra e Washington non lo hanno informato della decisione di attaccare, ma si sono fatti consegnare, con due giorni di anticipo, da Richard Butler il rapporto Unscom sulla attività degli ispettori in Iraq. Butler, australiano e buon amico degli americani e degli inglesi, avrebbe dovuto mostrare il suo dossier prima ad Annan, suo superiore diretto, visto che è a capo di una agenzia dell'Orni. In tal caso Annan avrebbe potuto avviare una nuova trattativa con Baghdad e forse bloccare il blitz, come era riuscito a fare a metà novembre. Ma l'azione a sorpresa degli americani gli ha impedito di usare le armi della politica e ha tolto prestigio sia all'Onu sia al Segretario generale. Un prestigio che sarà difficile da riconquistare. Gli americani e gli inglesi, che vogliono a tutti i costi distruggere ogni traccia di fabbriche e di armi chimiche, atomiche e batteriologiche in Iraq, non appaiono favore voli a certe riforme dell'Unscom, come quella proposta dai francesi. Secondo i due Paesi alleati il progetto di Chirac mira, in pratica, ad alleggerire i controlli e le sanzioni. In più, Londra e Washington intendono difendere a spada tratta il loro amico Butler, rischiando di aggravare il dissidio con i russi, che hanno chiesto proprio il suo licenzamento. Messi di fronte alle critiche degli altri Paesi, decisi a difendere il ruolo del Consiglio di Sicurezza e il diritto dell'Orni a essere informata su Desert Fox, Gran Bretagna e Stati Uniti spiegano che l'Onu non deve trasformarsi in un supergoverno mondiale. L'America, la monopotenza universale, intende infatti contenere sia il ruolo dell'Onu che l'attivismo di Annan. Il Segretario generale, ad esempio, ha detto oggi di voler riprendere il dialogo con gli iracheni. E durante i giorni terribili di Desert Fox è sempre stato in contatto con Baghdad, sia attraverso Nizar Hamdoon, ambasciatore dell'Iraq all'Onu, sia attraverso il suo plenipotenziario personale, l'ambasciatore Prakash Shah, autore del rapporto sull'Iraq inviato da Annan al Consiglio di sicurezza. Queste iniziative di Annan sul versante iracheno, a poche ore dal cessate-il-fuoco, non sono piaciute al Dipartimento di Stato. Le incomprensioni, i bisticci e le ripicche di questi giorni, si dice a Washington, non favoriranno la soluzione di un problema vitale per le Nazioni Unite: il pagamento del debito americano verso l'Onu, un miliardo e mezzo di dollari, che il Congresso rifiuta di autorizzare. In passato la dura opposizione ai versamenti era venuta dal senatore Helms, contrario per ragioni di politica internazionale. Oggi sono i neoisolazionisti e i fondamentalisti religiosi a bloccare tutto (per dare il loro assenso i fondamentalisti vorrebbero che l'Onu annullasse ogni sostegno ai programmi per la limitazione delle nascite). In base al regolamento delle Nazioni Unite, se entro la fine di gennaio gli americani non pagheranno la loro quota non potranno esercitare il diritto di voto in numerose circostanze. Sarà un'altra piccola guerra dentro il Palazzo di Vetro. Fra i 185 Paesi che aderiscono all'Onu gli Stati Uniti non solo i soli a non pagare. Ma Annan pretendo che Washington dia il buon esem¬ pio e saldi il debito. Il Segretario generale non solo è un politico di genio ma è anche un ottimo amministratore. In due anni ha tagliato i costi, ha introdotto un nuovo e più operativo sistema di gestione, si è messo al centro dell'iniziativa politica mondiale e con un certo successo, fino a Desert Fox, fino alla semirottura di questi giorni con la Casa Bianca. «La situazione è complessa spiega l'ambasciatore italiano Pulci, uno dei più stimati fra i rappresentanti diplomatici all'Onu - ci vorrà del tempo per sistemare le cose. Ma per raggiungere questo obiettivo, dopo la crisi bisognerà prima rivitalizzare il Consiglio di Sicurezza. Tutto parte da lì». Alcuni Paesi europei sembrano impegnati a lavorare in questa direzione per cancellare l'effetto negativo di Desert Fox e sanare le ferite inflitte all'Onu e al suo Segretario generale. Carlo Rossella «Gli ispettori Onu sono stati ammazzati dal blitz Non posso resuscitarli» Dando il rapporto agli Usa, il capo degli ispettori ha scavalcato Annan impedendogli di trattare con l'Iraq