Il verdetto del giudice America: censura

Il verdetto del giudice America: censura Mentre l'editore porno Flynt annuncia devastanti rivela2ioni sui politici repubblicani Il verdetto del giudice America: censura Cresce nei sondaggi il fronte contro l'impeachment WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Benedetto da consensi quasi plebiscitari, Bill Clinton spera che lo spirito natalizio ricomponga la frattura provocata dal voto sull'impeachment e faccia emergere il consenso necessario per un compromesso politico. Magli avvocati della Casa Bianca ancora non ci credono. E già lavorano alla difesa del Presidente in vista del processo che dovrebbe cominciare a gennaio al Senato. Incoraggiato da sua moglie e dai suoi più stretti collaboratori, Clinton ha deciso di puntare vigorosamente ad una soluzione politica che risparmi al Paese - ma soprattutto a se stesso - il trauma di un processo al Senato. E ieri ha mandato avanti il suo fedelissimo vicepresidente, Al Gore, per saggiare la reazione dei senatori. «Spero davvero che il Senato si mostri all'altezza della situazione e si riveli la voce della ragione, della riflessione e della riconciliazione di cui l'America ha tanto bisogno - ha detto Gore . E mi auguro che riesca a trovare un compromesso bipartitico che metta rapidamente fine a questa vicenda. Nel rispetto della volontà e della saggezza del popolo americano». Un riferimento neanche tanto sottile, quest'ultimo, al fatto che la popolarità del Presidente continua a stabilire nuovi record e che un processo del Senato a Clinton non farebbe che acuire le divisioni nel Paese. L'ultimo sondaggio CniVUsa Today rivela che il 73 per cento appoggia il Presidente, cioè un dieci per cento in più rispetto all'ultima rilevazione fatta prima del voto alla Camera di sabato scorso. Una risoluzione di censura da parte del Senato rimane la soluzione preferita dalla maggioranza dogli americani. E il 68 per cento si oppone risolutamente all'idea che venga condannato dal Senato e dunque rimosso dalla Casa Bianca. Ma il Senato è molto geloso delle sue prerogative. E' vero che il clima politico è meno aspro che alla Camera e che la cultura del compromesso ha radici profonde in quell'assemblea. Ma i riferimenti della Casa Bianca ai sondaggi, dicono fonti al Senato, rischiano di irritare e complicare il la¬ Dopodel voro dietro le quinte. Non solo: manca ancora la premessa centrale per arrivare ad un compromesso. Ieri due ex presidenti, Gerald Ford e Jimmy Carter hanno scritto al New York Times una proposta (illustrata ai lettori per esteso in prima pagina, ndr): il Senato approvi una risoluzione di censura e in cambio Clinton ammetta di aver giurato il falso ma ottenga l'assicurazione che non sarà perseguito dopo la conclusione del suo mandato. Il problema è che ancora una volta la Casa Bianca ha fatto sapere che il Presidente non ha intenzione di ammettere il falso giuramento sulla sua relazione con Monica Lewinsky. «Per cui ci stiamo preparando a difendere il Presidente mette in chiaro Greg Craig -. Stiamo affinando i nostri argomenti legali e mettendo insieme gli elementi probatori». Il processo dovrebbe cominciare all'inizio di gennaio. Alcuni alla Casa Bianca continuano a sostenere l'incostitu- zionalità del processo in quanto Clinton è stato incriminato da una Camera in via di scioglimento. Ma ormai sono una minoranza. Ma l'avvio del processo non preclude affatto una soluzione politica. Anzi, una maggioranza dei senatori sembra propensa a cercare un compromesso solo una volta che sarà avviato il processo. «A quel punto molte porte potranno essere aperte, molte opzioni studiate», dice la senatrice Kay Hutchinson, re¬ pubblicana del Texas. «E la censura sarà senz'altro fra queste». A spingere i repubblicani verso il compromesso ci sono anche i dati sconfortanti degli ultimi giorni: il partito è in caduta libera nel Paese. Già negli ultimi mesi, a mano a mano che la procedura di impeachment diventava sempre più concreta, i repubblicani erano calati nei sondaggi. Ma dopo il voto di sabato l'indice di gradimento è sceso addirittura al 31 per cento, il livello più basso dai tempi del Watergate. Né va sottovalutato l'impatto negativo che potrebbero avere la settimana prossima le rivelazioni piccanti della rivista pornografica Hustler su diversi congressmen repubblicani. Hanno già provocato le dimissioni dello speaker Robert Livingston e si dice che altri repubblicani sono nel mirino dell'editore Larry Flynt. Andrea di Robilant Dopo il voto di sabato, il consenso della destra è precipitato al 31% Ma la strada del compromesso è sbarrata dal rifiuto della Casa Bianca di ammettere il falso giuramento LA VIGNETTA PIÙ' MALIZIOSA FINO A COLPIRE UN 6eRSA<SV-IO CtRANDE COME , MEZZO POLLAROJ 11. ■HlrvrFftfiO fj| MICHEA IN BASE AllA .DEFINIZIONE." C'PLLA IWISSIOWE Il New York Times ha scelto tra le migliori vignette sul «Desert Fox» e l'impeachment quella di Tom Toles pubblicata sul «Buffalo News» A destra Bill Clinton prepara un piatto di «lasagna» per i poveri A sin. lo speaker Dennis Hastert e poi il pornoeditore Larry Flynt

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