In Cina una mazzata sul dissenso

In Cina una mazzata sul dissenso li segretario comunista aveva detto: ogni elemento di disturbo verrà annientato In Cina una mazzata sul dissenso Fondarono il partito democratico: 13 e 11 anni di carcere PECHINO. Appena due mesi fa la Cina ha aderito alla Convenzione deil'Onu sui diritti politici, ma ieri la scure della repressione si è abbattuta sul primo partito d'opposizione mai creato in 50 anni di comunismo. Pesanti condanne, 13 e 11 anni di carcere, sono state inflitte a due dei fondatori del Partito democratico di Cina: Xu Wenli e Wang Youcai. Ed una terza condanna, secondo l'ambasciata Usa a Pechino già pronunciata contro il dissidente Qin Yongmin, verrà probabilmente annunciata oggi stesso. La corte intermedia di Pechino ha emesso la sentenza contro Xu Wenli dopo un processo durato tre ore e 35 minuti, durante i quali - ha riferito la moglie - al dissidente è stato di fatto impedito di parlare. Dalle prime ore del mattino la polizia aveva circondato l'area intorno al tribunale, alla periferia occidentale della capitale, impe¬ dendo l'accesso a chiunque. Come per Wang Youcai, l'ex leader studentesco che giovedì ad Hangzhou è stato condannato ad 11 anni di carcere, anche per Xu l'accusa era di «sovversione». L'agenzia ufficiale «Nuova Cina» ha annunciato che i due sono stati riconosciuti colpevoli di «costituzione di organizzazione illegale»: il Partito democratico. Era stato Wang il primo a presentare domanda per la registrazione ufficiale del Partito, durante la visita in Cina del Presidente Usa Bill Clinton, nel luglio scorso. Secondo «Nuova Cina», Xu avrebbe inoltre goduto del «sostegno economico di forze ostili all'estero». E' stata una condanna «molto pesante» ha detto l'avvocato di Xu Wenli, Mo Shaobing, che ha contestato «una parte» delle ac¬ cuse in quanto «reati d'opinione». Xu ha deciso di non ricorrere in appello per non riconoscere legittimità al processo. «Mi ci sono messo da solo in questa galera, ma non ho rimpianti», ha detto Xu alla moglie He Xintong, con la quale si è incontrato per mezz'ora dopo il processo, al cospetto di tre guardie carcerarie. Prima del suo arresto, il 30 novembre, Xu aveva raccontato di tenere sempre appesa alla porta, pronta per la prigione, una borsa con gli oggetti di prima necessità. «La politica gli ha rovinato la vita», diceva sua moglie, che lo seguiva in ogni spostamento, temendone la «scomparsa». Uomo minuto, pacato, incapace di violenza, anche solo verbale, Xu cominciò a fare politica da ragazzo. Dopo la morte di Mao Zedong, nel 1976, si gettò nel movimento democratico che Deng Xiaoping prima usò contro i suoi oppositori e poi schiacciò. Venne arrestato nel 1979 e condannato a quindici anni. Ne scontò tredici, di cui undici in isolamento. «Non mi pento di niente», disse quando uscì nel 1993, pochi mesi prima del termine della pena, completamente debilitato e senza più un dente. A novembre è stato eletto presidente del comitato promotore di Pechino del Partito democratico, che contava alcune centinaia di aderenti. «Non tollereranno mai un'opposizione - diceva Xu - ma qualcuno deve provarci». Ancora oggi Xu ha rifiutato l'esilio cui il governo cercava di spingerlo prima dell'arresto. Con le condanne di Xu, di Wang e con quella, probabile, di Quin, il regime ha messo in atto quanto minacciato a chiare lettere dal segretario generale del partito Jiang Zemin venerdì scorso: «Ogni elemento di disturbo della stabilità sociale sarà annientato in germoglio». [Ansa] Il dissidente Xu Wenli è stato condannato ieri a 13 anni di carcere per «sovversione» Ne aveva già scontati altrettanti In basso a destra, sua moglie He Xintong mentre si reca al «Tribunale del popolo» [FOTO REUTERS)

Persone citate: Bill Clinton, Deng Xiaoping, Jiang Zemin, Mao Zedong, Wang Youcai