Esulta il popolo dei vip

Esulta il popolo dei vip Esulta il popolo dei vip La Marini: ero in crisi, lui mi ha aiutata Seria e tutto d'un fiato racconta che per lei è cominciata così: «C'è stato ad un certo punto della mia vita un momento di grande difficoltà. Non sapevo come superarlo, ero in grande crisi. E proprio in quel momento ho sentito vicino a me padre Pio. Mi ha aiutata, ecco. Oggi sono felice che il papa abbia deciso di farlo beato». Valeria Marilù non spiega il suo momento difficile («è un fatto privatissimo»), ma prova a spiegare perché il popolo vip devoto a padre Pio sia così affollato di gente dello spettacolo. Attori, soubrettes, calciatori. Presentatrici tv, registi, comici, cantanti. Politici, come Irene Pivetti, Antonio Di Pietro, Giulio Andreotti. Persone disposte a farsi fotografare davanti alla statua, al confessionale, al santuario, alla tomba del frate, oppure mentre mostrano orgogliose una «Torta di padre Pio» confezionata con le proprie mani, «dolce a cui molti attribuiscono anche proprietà prodigiose» (parole di «Gente», il settimanale che da anni è la vera macchina da guerra del mito di padre Pio). «Vede, io sono una persona - dice la Marini - prima ancora che una donna di spettacolo. Una persona religiosa, come tanti. E guardi che nel nostro mondo di lustrini c'è tantissima gente che ha fede, che è devota e non solo a padre Pio. Conosco colleghi che oltre al lavoro si occupano di cose importanti: si danno da fare per raccogliere fondi, fanno beneficenza, quella vera. Alberto, ad esempio...». Alberto Surdi, naturalmente. Anche lui «devoto del frate da mezzo secolo», per sua stessa ammissione. «Alberto è una persona che si dedica a fare del bene - dice Valeria Marini - E' uno di quelli che ritiene di dover mettere la propria popolarità al servizio degli altri. Ma non è il solo. Ce ne sono tantissimi che "usano" la propria immagine per attirare l'attenzione sui veri problemi della gente». E lei, signora Marini, cosa fa? «Io sono andata tutte le volte che ho potuto a San Giovanni Rotondo. Si fanno spettacoli benefici, si raccolgono fondi: sono soldi destinati all'ospedale, che è bellissimo e molto bene attrezzato. Mi hanno invitata di nuovo per gennaio, di sicuro vorrei esserci a maggio, alla beatificazione». Dice anche che porta sempre con sé un'immaginetta del frate, che averla in borsa le dà sicurezza. «Non la lascio mai a casa quando devo partire per una tournée o per girare un film». Non è superstizione. E allora cos'è? Devozione, dice lei. Riconoscenza, risponde Lino Banfi. «Gli ho aperto il mio cuore nel '67, da allora la mia vita è cambiata. Così ho deciso che avrei dato tutto me stesso per diffondere il messaggio di fede del frate», (torta compresa, «che si ispira allo spirito francescano, perché la sua preparazione richiede semplicità, umiltà, rispetto delle regole e pazienza», più noci e uvetta). Mike Bongiorno dice che padre Pio «era un vero santo», confessa di aver appeso due sue foto nel camerino, confida di «non avergli mai chiesto una grazia particolare. Mi basta sapere che mi protegge». Rivela anche di aver sentito - durante la recita delle preghiere «quel profumo di violette che molti altri sentirono al suo passaggio, quando era ancora vivo». Come Maria Jose di Savoia, prima pellegrina vip (1938) a rendere omaggio a padre Pio («quell'odore di fiori rimase con me durante tutto il viaggio di ritorno»). Se non proprio il profumo delle viole, «qualcosa» dicono di aver sentito tutti quelli che sono sfilati davanti ai luoghi canonici del frate bizzoso di Pietrelcina. Orietta Berti, Bruno Lauzi, Alberto di Monaco, Katia Ricciarelli, Sandra Milo. E Gina Lollobrigida, Franco Zeffirelli, Peppino di Capri («pregarlo mi dà conforto»), Lisa Gastoni («è il mio angelo custode»). Compunti e sereni, raccontano le piccole e grandi grazie ricevute: Luciana Turina: «mi ha fatto in¬ contrare mio marito». Memo Remigi: «ha graziato la mia mamma anziana che ora caduta». «Il frate protegge chi lavora nel mondo dello spettacolo», spiega ancora il cantante (tesi condivisa da Little Tony e Pippo Franco). Ma qui il frate c'entra tino ad un certo punto. La storia di San Giovanni Rotondo insegna che il primo uomo di spettacolo ad arrivare sul posto fu Cerio Campanini. Era il 1939 e l'attore sperava «che quel padre Pio fosse un grande mago. Speravo in vantaggi economici, insomma», raccontò anni dopo. L'incontro fu folgorante, lui tornò a Roma trasformato. Cominciò (o ricominciò) a credere. Sperava tanto di poter fare «Addio giovinezza», scelsero proprio lui invece di Paolo Stoppa. Diventò il primo testimonial del frate, portò in Puglia Totò, Macario, Sordi, la Pampanini. E tutti gli altri gli andarono dietro. Brunella Giovara V A sinistra Valeria Marini. Sotto Alberto Sordi A sinistra Irene Pivetti. Altri politici hanno dichiarato la loro fede in padre Pio, come Antonio Di Pietro e Giulio Andreotti

Luoghi citati: Pietrelcina, Puglia Totò, Roma, San Giovanni Rotondo