Nuovo patto sociale, verso la firma

Nuovo patto sociale, verso la firma Ottimismo dopo il match di ieri tra governo, sindacati e Confindustria. Oggi l'incontro decisivo Nuovo patto sociale, verso la firma Taglio del costo-lavoro. Contratti, come nel '93 ROMA. Ieri la pioggia, oggi il sole. Così i sindacati, in particolare il leader della Cisl D'Antoni, salutano con cntusiamo l'arrivo di martedì 22 dicembre che, insieme a un probabile miglioramento delle condizioni atmosferiche, vedrà una schiarita definitiva sul fronte del nuovo patto per lo sviluppo e l'occupazione e quasi certamente la sua firma. L'appuntamento decisivo è per le 10 a Palazzo Chigi, dove sono state convocate dal presidente del Consiglio D'Alema le 32 sigle firmatarie del protocollo del 23 luglio '93 per la politica dei redditi e il sistema contrattuale. Sul tavolo ci sarà un documento di 50 cartelle dattiloscritte che, dopo un'ampia premessa politica, affronta e definisce i sei punti sui quali in questi giorni si è sviluppato il confronto triangolare, più sulla base di un fitto scambio di proposte e osservazioni scritte che di incontri «fisici» diretti fra i ministri e le delegazioni interessate: concertazione, formazione, semplificazione delle procedure amministrative, costo del lavoro, fisco, regole contrattuali. Ieri sera un «match» in extremis tra governo, Confindustria e Cgil-Cisl-Uil è servito ad acquisire tutti gli elementi per riempire cinque pagine del documento (dall'ottava alla dodicesima) rimaste in bianco in attesa che si determinassero le necessarie convergenze sulle questioni scabrose degli assetti contrattuali, degli sgravi e della diminuzione della pressione fiscale per i lavoratori. Alla riunione con Confindustria e sindacati è seguito a sera inoltrata un incontro con i rappresentanti delle piccole e medie imprese commerciali, artigianali ed agricole, che avevano protestato contro il rischio di un non gradito «ritomo al passato», reso evidente dal precedente vertice ristretto. Su tutti gli aspetti, comunque, il governo presenterà oggi proposte ultimative, premendo perché nel giro di poche ore si arrivi al traguardo finale. Nelle ultime battute sono emersi elementi nuovi proprio su due nodi ciuciali: POLITICHE PER 10 SVILUPPO II capitolo si sarebbe arricchito di alcune cifre con riferimenti più precisi alle risolse da stanziare. Il taglio al costo del lavoro potrebbe essere superiore al 3% in 3 anni e «simmetrico» per tutti i settori produttivi (commercio ed artigianato avevano segnalato benefici minori per i loro settori): il risparmio complessivo per le imprese sarebbe di 10-12 mila miliardi. In aggiunta alla soppressione di alcuni oneri «impropri» (Gescal, Enaoli ecc.), i contributi per gli assegni familiari e la maternità passeranno progressivamente alla fiscalità generale. Inoltre il governo sembra disposto a stabilire un alleggerimento progressivo dell'lrpe'pari al 2% per tutti i lavoratori e ad aumentare le detrazioni a favore dei lavoratori dipendenti ed autonomi. Ulteriori questioni ancora in campo e soggette a ritocchi: rafforzamento della Dual Income Tax (Dit), che prevede un trattamento più favorevole per gli utili reinvestiti; attenuazione dell'impatto della legge sulla rappresentanza sindacale, disponendo che nella contrattazione aziendale le rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) agiscano «congiuntamente» con i sindacati confederali; decontribuzione dei miglioramenti concordati in sede aziendale. ASSETTI CONTRATTUALI. Verrebbe confermato così com'è per altri 4 anni l'impianto dell'accordo del luglio '93 basato su due livelli nazionale (normativo ed economico) e aziendale. Gli aumenti salariali continuerebbero ad essere legati all'inflazione italiana in coerenza, però, con l'andamento dei prezzi al consumo europei. L'eventuale differenza tra inflazione italiana ed europea non dovrà recare danno alla competitività italiana. Ogni anno nella sessione primaverile della politica dei redditi il governo farà una verifica su investimenti, potere d'acquisto, occupazione. Obiettivo: misurare l'efficacia degli sgravi concessi alle imprese ai fini della creazione di posti di lavoro. «L'obiettivo è concludere domani (oggi, per il lettore)», ammette il ministro del Lavoro Bassolino al termine della faticosa giornata. «Sia¬ mo ad un passo dall'accordo, domani ci sarà il sole», incalza il leader della Cisl D'Antoni. «Aliatine il governo ha svolto il suo ruolo ed il punto di equilibrio è stato trovato», osserva il segretario generale della Cgil Cofferati. «Si può chiudere», insiste il presidente della Confartigianato Spalanzani, mentre il presidente di Confcommercio Bilie dà una leggera frenata: «Ci sono parti che vanno ancora chiarite». Gian Carlo Fossi Assegni familiari e maternità passano alla fiscalità generale Aumenti salariali legati all'inflazione italiana e ai prezzi europei Per le imprese si prevede un risparmio di 10-12 mila miliardi Giorgio Fossa presidente di Confindustria A destra: il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro con il ministro del Lavoro Antonio Bassolino Il segretario della Cisl Sergio D'Antoni

Persone citate: Antonio Bassolino, D'alema, Dual, Gian Carlo Fossi, Giorgio Fossa, Oscar Luigi Scalfaro, Sergio D'antoni, Spalanzani

Luoghi citati: Roma