Sì al referendum I big in prima fila

Sì al referendum I big in prima fila Fini, Casini, Prodi, Veltroni con Segni e Di Pietro Sì al referendum I big in prima fila ROMA. «Primo, secondo, terzo, quarto». Nel giorno in cui tutti sembrano uguali l'unico diverso è Di Pietro. «Io parlo per punti e non dò motivazioni», attacca l'ex pm. Senza fronzoli, «perché i fatti parlano e le chiacchiere se le porta il vento...». Nel salone del residence Ripetta, sotto uno striscione che inneggia all'Italia «che non si ferma», promotori e sostenitori del referendum anti-proporzionale ci sono tutti: Veltroni, Casini, Fini, Prodi che insiste sulla «stabilità di governo come ricchezza per il Paese», Segni, l'ecologista Realacci a rappresentare il partito dei sindaci, Occhetto che ringrazia Veltroni di aver guarito, con la sua presenza, «un vulnus» per cui soffiva da anni. Ognuno con i suoi uomini sparsi per la sala. Mancano i popolari, manca il Cavaliere ma, dice Casini, «il suo spirito aleggia con noi». Mancano i popolari, manca anche Cossiga e nessuno lo nomina mai. Martini e Tiberga A PAG. 6

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