Non sarà l'Euro verde a regolare i mercati

Non sarà l'Euro verde a regolare i mercati la Commissione europea ha deciso il taglio netto col vecchio regime che prevedeva divise agricole per compensare eventuali svalutazioni Non sarà l'Euro verde a regolare i mercati N IENTE sconti. La Commissone europea è ben decisa a far entrare l'Euro anche in agricoltura e tutto esclude che possa nascere un ; «Euro verde», sulla falsariga delI le monete agricole. Il passaggio sarà dunque da Ecu a Euro con il tasso di cambio relativo a ogni moneta nazionale, mentre, per i Paesi fuori dall'Unione monetaria, il rapporto di cambio sarà ' quello tra le rispettive valute e i l'Euro. Vediamone le consegueni ze con i tecnici della Confagri| coltura. ABBATTIMENTO «Indubbiamente - sottolineano al'ufficio studi - si tratta di una rivoluzione copernicana per l'agricoltura europea. A precederla : c'era stata, nel '95, l'abolizione del coefficiente "switch-over" (che possiamo tradurre in "spostare oltre"), un meccanismo piuttosto perverso. Il sistema prevedeva che, se una moneta molto forte veniva rivalutata, ; per mantenere i medesimi prezzi in Ecu (al fine di escludere possibili speculazioni) si alzava il tas- 1 so verde degli altri Paesi, aumentando prezzi e aiuti fissati in • I Ecu dalla normativa comunita- i ria. Applicando questo metodo la lira, nel tempo, era slittata in avanti di circa il 20V fino ad arrivare a un tasso verde con l'Ecu di 2406,19 lire, che, con il 1/2/95 e stato drasticamente riallineato a 1992,66 lire». PREZZI ISTITUZIONALI L'esigenza che ha giustificato l'istituzione del sistema agromonetario europeo è stata dettata dalla volontà di garantire una certa stabilità delle somme pa- ; gate agli agricoltori e dei prezzi istituzionali per i vari prodotti gestiti dalla politica agricola comunitaria. In pratica, mentre ciascuna moneta nazionale ha un tasso di cambio che varia giornalmente, gli Ecu riportati ! nei vari regolamenti comunitari vengono convertiti con un tasso particolare, il «tasso di conversione agricolo», detto, più comunemente, «tasso verde» (per il nostro Paese «lira verde»!. | 15 PARTNER Per i quindici Paesi partner del: l'Ue, esistono quindi le quattror: dici valute nazionali (visto che Belgio e Lussemburgo utilizzano l la medesima monetai e i corrispondenti tassi di conversione 1 agricoli. Un altro tasso, poi, vie: ne adoperato per convertire gli importi fissati in Ecu dalla tariffa doganale comune e utilizzati, | ad esempio, per convertire in moneta nazionale i dazi alle | frontiere tra Ue e Paesi terzi. OSCILLAZIONI Attualmente, quindi, l'evoluzione dei tassi di conversione agricoli varia da Paese a Paese, in funzione dell'andamento della rispettiva moneta, con maggiore o minore frequenza rispetto alle oscillazioni valutarie. Ma, con ; l'unificazione delle monete eu' ropee (che al momento non riguarderà sterlina inglese, drac> ma, corona danese e corona sve; desel, si procederà a una riconfi1 I gurazione complessiva del siste¬ ma agromonetario. Secondo le proposte formalizzate dalla Commissione europea, a partire dal 1° gennaio 1999, tutti gli importi fissati in Ecu dalla normativa comunitaria saranno denominati in Euro e tradotti in moneta nazionale utilizzando le parità fisse decise a fine anno. Anche il «congelamento» sinora applicato ai pagamenti compensativi per ettaro verrà meno. PERDITA Considerando che l'attuale parità centrale con l'Ecu, fissata nell'ambito del sistema degli accordi europei di cambio, corrisponde, per l'Italia, a 1957,61 lire e che questa costituisce il «tasso di avvio» per determinare la parità fissa da definire irrevocabilmente a fine anno, è evidente che l'applicazione di un tasso di conversione agricolo allineato su tale valore provocherà per gli agricoltori una perdita di reddito dovuta al divario tra tale valore e il tasso verde ora applicato. RIMEDIO Per porre rimedio a situazioni come questa, l'Unione Europea ha previsto che si provveda a calcolare Paese per Paese la perdita di reddito che deriva dall'adozione della moneta unica e dei rispettivi divari negativi venutisi a creare. Su questa base si at¬ tribuirà a ciascun Paese una compensazione finanziaria calcolata e ridistribuita ai produttori sulla falsariga di quanto attualmente previsto per la rivalutazione sensibile delle varie monete. RIFORMA DEL PAC La Commissione europea, però, propone che non tutti i divari vengano compensati: ad esempio, per i pagamenti diretti introdotti dalla riforma della Politica agricola comunitaria, in sigla Pac (seminativi, zootecnia e misure di accompagnamento), si propone di concedere gli aiuti solo nel caso in cui il divario (la rivalutazione sensibile) superi lo 0,5%. Parallelamente, si propone che per tutti gli altri prezzi ed importi, gli aiuti siano concessi unicamente se la rivalutazione sensibile sia almeno pari al 2,6%. CATEGORIE Per l'Italia, tenendo presente che le previsioni sull'impatto delle proposte della Commissione possono essere formulate soltanto in base al vigente tasso di cambio con l'Ecu ( 1957 lire) e del «cambio verde» in vigore (1973,93 lire e 2030,4 lire per i contributi all'ettaro per i seminativi), si verrebbe a delineare una situazione di questo tipo: I) i produttori di cereali, semi oleosi e piante proteiche riceve¬ rebbero una compensazione attorno ai 170 miliardi di lire 2) gli allevatori di capi bovini e ovicaprini otterrebbero una compensazione di 4-5 miliardi di lire 3) nessuna compensazione per gli altri settori regolamentati a livello comunitario, in quanto lo scarto «parità verde»-tasso attuale irrevocabile è inferiore alla franchigia prevista del 2,6%. PRODOTTI Le compensazioni ai produttori di cereali e agli allevatori sarebbero totalmente a carico dell'Unione Europea e verrebbero erogate, sia pure in calo, sino al 2001. Ma la modifica del sistema agro-monetario conseguente all'introduzione della moneta unica, oltre che del livello di parità fissa lira/Euro dovrà tener conto dei criteri attualmente utilizzati per convertire in moneta nazionale gli importi in Ecu. Tali criteri, che variano anche in modo rilevante da prodotto a prodotto, sono stabiliti da appositi regolamenti e vanno sotto il nome di «fatti generatori». DURATA Ad esempio, il «fatto generatore» utilizzato per convertire gli importi dei pagamenti a ettaro peri seminativi è «il 1° giorno della campagna di commercializzazione dei cereali», che s'inizia il 1° luglio di ciascun anno. I pagamenti compensativi si convertono in moneta nazionale utilizzando il tasso verde in vigore il primo luglio, e non variano per tutta la durata della campagna sino al luglio successivo. In deroga a tale principio, per l'Italia, il tasso utilizzato è quello valido 1'1/7/96 e «congelato» sino al 1° gennaio '99, a seguito dei provvedimenti presi con la rivalutazione «sensibile» della lira. ORTOFRUTTA Per i pagamenti zootecnici della Pac e per le misure di accompagnamento, si utilizza un sistema analogo, anche se gli importi in Ecu sono convertiti utilizzando il tasso verde in vigore il primo gennaio di ciascun anno (il fatto generatore è infatti il «primo giorno dell'anno in cui viene concesso l'aiuto»). Di tutt'altra natura il «fatto generatore» utilizzato per convertire in lire i prezzi minimi per gli ortofrutticoli trasformati: in tal caso, infatti, si utilizza il tasso verde in vigore il primo del mese della presa in carico della merce da parte del trasformatore. A differenza dei pagamenti diretti della Pac per seminativi e zootecnia, quindi, il prezzo minimo, espresso in moneta nazionale, può variare durante la campagna in concomitanza di un'eventuale modifica del tasso verde. DOPPIO USO Ma esistono casi anche più complessi. L'aiuto alla produzione per l'olio di oliva, ad esempio, viene convertito in moneta nazionale utilizzando due distinti «fatti generatori», uno per i grandi produttori (si utilizza il tasso in vigore il primo giorno del mese della consegna delle olive al frantoio) e un altro per i piccoli produttori (in questo caso si utilizza il tasso verde in vigore il primo gennaio di ciascuna campagna per la quale viene erogato l'aiuto). PARITÀ' FISSA La tipologia di «fatto generatore» utilizzata influenzerà quindi l'introduzione dell'Euro, con differenze anche sostanziali tra i vari settori. Per i pagamenti compensativi a ettaro erogati della campagna in corso (domande '98), ad esempio, il tasso verde - come anticipato - è congelato a 2030,4 lire/Ecu sino al 1° gennaio (fino a quella data gli importi saranno espressi in Ecu). Se l'Aima riuscisse a liquidare tutti gli aiuti entro la fine dell'anno, non sussisterebbe alcuna difficoltà; difficoltà che si presenterebbe qualora l'Aima erogasse, dopo 1' 1/1/99, lo stesso importo in Ecu (divenuti intanto Euro), utilizzando la parità fissa lira/Euro. In poche parole, due produttori pagati in momenti diversi, pur a valore della medesima campagna, avrebbero un livello di pagamento compensativo differenziato. TRE CASI Si noti che il fenomeno è strettamente legato alle decisioni che saranno assunte per compensare le perdite di reddito derivanti dall'introduzione dell'Euro. E qui si possono ipotizzare tre casi distinti: 1 ) si decide di non intervenire in alcun modo per compensare i produttori; in tale evenienza, oltre a una perdita di reddito nelle campagne a venire, per quella in corso si realizzerebbe una disparità di trattamento tra produttori 2) si decide di compensare i divari tra tassi verdi attuali e parità fisse, ad esempio innalzando, a partire dal 1° gennaio, i premi espressi in Euro, in maniera da rendere la manovra neutra per i produttori; in tal caso si eliminerebbe la disparità di trattamento 3) si decide di compensare le perdite di reddito in modo forfettario, assegnando agli Stati membri un plafond di risorse comunitarie, sulla falsariga di quanto già previsto per i 504 miliardi assegnati per la rivalutazione «sensibile» e senza modificare gli importi in Euro. DIFFERENZE Qualora si optasse per la terza soluzione, è evidente che si verificherebbero (anche in questo caso) le disparità di trattamento sopra illustrate. In conclusione, sarà necessario porre la massima attenzione quando si decideranno gli adattamenti del sistema agro-monetario conseguenti all'introduzione dell'Euro, prevedendo dettagliate e specifiche norme transitorie. Nel rispetto del «principio di continuità», già codificato nella normativa comunitaria che disciplina la transizione verso l'Euro. Vanni Cornerò Non e semplice conciliare gli interessi dei produttori, cui sono state finora assicurate forme di compenso legate ai tassi delle varie valute (le cosiddette monete verdi) con l'entrata in vigore della divisa unica Soluzioni sono allo studio LE MONETE NAZIONALI AL CAMBIO ECU y - y - v * ;v- ¥ * / 4/vy TASSO VERPE... ...E CONTABILE FRANCO BELGA E LUSSEMBURGHESE 40,9321 349,703 0,796521 13,9576 8,63774 DRACMA GRECA STERLINA IRLANDESE SCELLINO AUSTRIACO CORONA SVEDESE 40,5797 338,556 ■•<«■ 0,780948 rtr— 13,8423 8,79309 CORONA DANESE 7,56225 7,49203 PESETA SPAGNOLA 168,336 167,107 LIRA ITALIANA SCUDO PORTOGHESE STERLINA DEL REGNO UNITO 1973,93 203,183 WÉSSL 0,680361 1,98391 ««rem 6,68769 6,02811 2,23593 MARCO TEDESCO FRANCO FRANCESE MARCO FINLANDESE FIORINO OLANDESE 1939,32 iiiJbfci 201,495 ^^umnL^^fll 0,677353 1,96718 6,59656 5,97800 m 216!

Persone citate: Vanni Cornerò

Luoghi citati: Belgio, Italia, Lussemburgo, Regno Unito