Quadri e mobili all'euroasta

Quadri e mobili all'euroasta W SWECiAUE * * EURO * E' l'occasione per liberalizzare gli scambi, eliminando i troppi vincoli burocratici. E sognando volumi e prezzi di New York Quadri e mobili all'euroasta Q per sìr t UESTA volta la posta in gioco è enorme. Sul fronte del mercato dell'arte, di per se"1 già in forte crescita, il semaforo verde della nuova realtà socio-economica europea è destinato, oltre che a trasformare, a moltiplicare il totale del business futuro. Non si tratta di una questione puramente monetaria. Anche se, indubitabilmente, la progressiva introduzione dell'Euro rappresenta una meravigliosa opportunità commerciale. In grado, come in tutti i settori, di favorire e facilitare gli scambi di opere d'arte tra tutti i cittadini dei Paesi membri. SPROPORZIONE Il nuovo scenario economico e politico dell'Ue provocherà, nel settore dell'artemercato, una vera e propria rivoluzione. Nelle tendenze, come nei conti. Cominciamo a riflettere sui bilanci. Il fenomeno di «globalizzazione», cui l'Ue darà una forte spinta, rivolterà come un guanto tutte le previsioni e le abitudini d'analisi finanziaria. Oggi, a New York, una settimana di vendite all'asta, dedicate alle opere impressioniste e moderne, è in grado di raccogliere oltre 1.000 miliardi in lire. Solo quattro aste valgono almeno sei anni dell'intero mercato italiano con più di 600 vendite. Una sproporzione incolmabile. Arginata in parte dalla sola piazza londinese. Londra rappresenta l'unica realtà europea in grado di incidere per davvero sulle girandole multimiliardarie che gravitano intorno al mercato planetario dell'arte. AOGRECAZIONE Da domani, però, non sarà più così. L'aggregazione dei risultati delle maggiori vendite all'asta di tutti i Paesi dell'Ue sarà in grado di competere con chiunque. E farà venire la pelle d'oca persino ai top manager americani di Christie's e Sotheby's. Abituati fino a oggi a storcere un po' il naso, di fronte alle «ridicole» battute d'asta del vecchio continente. Non sarà certo una rivoluzione immediata. Ma l'introduzione graduale dell'Euro porterà entro i prossimi anni inevitabilmente a tutto ciò. Contribuendo - cifre alla mano - a puntare i riflettori su un territorio che, tra l'altro, ha storicamente generato almeno l'80% dell'arte scambiata oggi. SCENARIO Fatta salva la gettonatissima scuola statunitense di contemporanea (da Warhoi a Pollock) e l'arte orientale, il resto proviene dall'Europa. Ancor oggi straordinario serbatoio di opere e con l'Italia all'indiscutibile primo posto. La futura e auspicabile capacità del «governo» europeo di sfruttare tale nuovo scenario è potenzialmente in grado non soltanto di modificare i parametri di analisi, ma anche di porre le basi per un business colossale. In sostanza, oltre a riparametrare il totale dei risultati (sul nuovo asse mondiale Stati Uniti-Europa-Asia-resto del mondo), si devono uniformare le norme sulla circolazione dei beni artistici: liberalizzando e semplificando le procedure, si sfrutterà a pieno l'enorme attenzione che l'Unione Europea riuscirà a catalizzare nei prossimi anni. MERCATO Già il mercato dell'arte italiano ha fatto registrare, nell'ultimo periodo, un poderoso incremento di presenze estere. Molti collezionisti non solo europei, ma addirittura statunitensi, hanno avuto un ruolo preciso nell'incremento, in alcuni casi impressionante, dei fatturati. Sui numeri semestrali in cui Tuttosoldi pubblica l'Art Index del mercato in Italia è stato possibile seguire passo per passo questa prevedibile tendenza. Sottolineando puntualmente le numerose opportunità d'investimento che essa conteneva. E ancora, per molti versi, contiene. Se, oltre a introdurre il fatidico Euro, il governo europeo vincerà la difficile scommessa di allargare uniformemente la libera circolazione delle opere d'arte, si correrà il rischio di vincere una lotteria. RITORNO E si assaporerà magari il dolce sapore di una piccola vendetta. Quella di ribaltare - seppur idealmente - la sorte del mercante parigino Durand-Ruel, costretto a emigrare negli Stati Uniti, sul finire del secolo scorso, per trovare clienti adeguati ai suoi Monet, Van Gogh & company. L'unificazione del mercato, con leggi in grado di tutelare non solo i beni artistici ma anche il suo sviluppo, potrà infatti riportare da New York a Londra, Parigi, Francoforte o Milano, il martelletto del battitore per sancire a cifre colossali (in Euro), la vendita di capolavori dell'impressionismo, così come dell'arte antica e moderna. INCASSI Chiunque può facilmente immaginare le conseguenze immediate di questa ipotesi. Aumento di incassi per gli operatori europei che - come tutti gli altri - hanno ormai compreso come solo il moltiplicarsi di mostre ed eventi culturali dedicati all'arte (fon* a loro volta di grandi incassi) sia in grado di far crescere il numero dei collezionisti (senza contare l'indotto). E oltre agli studi critici che - per loro natura - seguono le opere nei loro spostamenti. Insomma, una vera «Valle dell'Eden», alla quale, però, ancora pochi politici europei sembrano credere. Un po' per difetto di vista un po' per l'antica abitudine di sopravvalutare l'aspetto della tutela. RESTRIZIONI Nel passato, per esempio, l'Italia (che è il Paese più ricco al mondo di opere d'arte) è stata oggetto di numerose circostanze storielle durante le quali vennero trafuga¬ te migliaia di opere. A partire dalla lontana campagna napoleonica di quasi due secoli fa. Oggi, però, il nuovo assetto di equilibrio mondiale ha ridotto la quasi totalità dei rischi di esportazione illegale a motivi ben più semplici e precisi. Come, ad esempio, il differente valore di un quadro. Che a Milano può essere venduto a un paio di miliardi di lire contro i venti recuperabili a New York. Proprio a causa delle restrizioni sul possesso e la circolazione di antiche opere d'arte, il nostro mercato resta asfittico e compresso, lontano mille miglia dall'illuminata ribalta newyorchese (che peraltro resta a un tiro di schioppo, per un proprietario poco disposto bruciarsi il 90% del possibile valore). TENDENZA Così, come il classico gatto che si morde la coda, si origina nell'epoca moderna la fuga da un Paese di oggetti d'arte. E, dunque, per questo il futuro del bilancio europeo dell'arte è legato alla capacità o meno del legislatore di affrontare e risolvere al meglio questi aspetti. Ne è convinto anche Francesco Alverà, direttore di Christie's Italia, che sostiene: «Da un punto di vista strettamente legato al mercato dell'arte, l'introduzione dell'Euro rafforzerà la tendenza già emersa verso una maggiore globalizzazione dei mercati. Ma è au¬ spicabile che essa possa anche I contribuire all'elaborazione di un regolamento comune in materia di circolazione dei beni artistici. Per rendere l'Europa veramente unita, non solo sui mercati economici e finanziari, ma anche nelle istituzioni artistiche e culturali». BUROCRAZIA Purtroppo le ultime novità in proposito tolgono ottimismo. Basti ricordare la circolare dei Beni Culturali del 9/10/88, relativa alla legge 88 sull'esportazione di opere d'arte. Una vera e propria inestricabile gabbia burocratica, che mette a dura prova le doti di pazienza di collezionisti, mercanti e case d'asta. £ che, probabilmente, risulterà intollerabile a molti potenziali compratori europei. Se fino a ieri l'esportazione di opere e oggetti d'arte (viene considerato possibile patrimonio nazionale tutto ciò che ha più di 50 anni) era subordinato al benestare della Sovrintendenza locale che rilasciava una carta di libera circolazione nel giro di pochi giorni - nei casi di esclusione dalla valutazione di «patrimonio nazionale» - avere questo permesso, oggi, è ben più difficile. FRONTIERE CHIUSE In breve, un mercante o una casa d'aste vendono un oggetto che ha più di 50 anni a un cittadino Cee non italiano, che deve farlo uscire dal territorio nazionale. Per avere l'autorizzazione dovrà portare la prevista documentazione alla Sovrintendenza. Che a sua volta dovrà inviarla a Roma agli uffici dei Beni Culturali. I quali potranno impiegare tino a 40 giorni per dare o negare l'assenso all'uscita, equivalente a un certificato d'esportazione. Ecco perché è diventato un serio problema anche per i privati cittadini passare la frontiera per portare il mobile della nonna nella casa delle vacanze in Costa Azzurra. AUTOCERTIFICAZIONE Rimane il piccolo sollievo di sapere che per fare uscire dai nostri confini le opere definite moderne - ossia con meno di 50 anni e di artista vivente - basta l'autocertilicazione. Di fronte a simili barriere doganali, già ora è esplosa la protesta di alcune case d'asta europee che da qualche mese hanno programmato lo sbarco nel nostro Paese. Il presidente della Nagel, ad esempio, un'importante casa d'aste tedesca, commenta: «Le limitazioni recentemente imposte dalle Belle Arti in Italia si rivelano totalmente controproducenti, legalmente dubbie e contrarie alla creazione di un nuovo spazio economico europeo per il mercato dell'arte». Elena Basilisco Paolo Manazza ::.-.;...v.:.v;.: m DIRITTI E IMPOSTE Al diritto d'asta (o commissione), diverso per ciascuna delle case d'asta, bisogna aggiungere l'Iva relativa a tale diritto. L'Iva, il principale balzello del mercato dell'arte, è differente per i vari paesi europei: dal 26% scandinavo al 17,5% britannico. Con diversi punti intermedi. Ecco quello che troviamo nei paesi dell'Euro-zona nei quali si tengono aste ai una qualche importanza. PER LEGGE. L'Iva dovuta dal compratore è pari al 20% dei diritti d'asta. Esiste inoltre un'imposta del 20% sul 1 5% del prezzo di aggiudicazione (come previsto dall'art. 74 CI 1 DPR 633/72 e successive modifiche) che può essere fatto gravare, a discrezione delle case d'asta, su chi compra o su chi vende. Se non viene espressa come percentuale da aggiungere ai diritti d'asta comprensivi di Iva, significa che la casa d'aste farà gravare tale imposta sul venditore. LE COMMISSIONI DEI MAGGIORI BATTITORI FINARTE (Italia) - Milano-Roma. Al prezzo di aggiudicazione va sommato il 16,50% comprensivo dei diritti d'asta e dell'Iva. CHRISTIE'S (Italia) - Milano-Roma. Diritti d'asta del 15% sui primi 65 milioni sul prezzo di aggiudicazione e 13% sulla cifra eccedente i 65 milioni; + Iva del 20% relativa alla commissione; + Imposto prevista dall'art. 74 C. 11 DPR 633/72. TOTALE: al prezzo di aggiudicazione va sommato il 21% fino a lire 65 milioni e 18,6% sulla cifra eccedente. SOTHEBY'S (Italia). Diritti d'asta del 15% sui primi 65 milioni sul prezzo di aggiudicazione e 13% sulla cifra eccedente i 65 milioni; + Iva del 20% relativa alla commissione; + Imposta prevista dall'art. 74 C. 11 DPR 633/72. TOTALE: al prezzo di aggiudicazione va sommato il 21% fino a lire 65 milioni e 18,6% sulla cifra eccedente. SEMENZAIO - Venezia-Roma. Al prezzo di aggiudicazione va sommato il 19% comprensivo dei diritti d'asta e dell'Ivo MEETING-ART - Vercelli. Al prezzo di aggiudicazione va sommato il 18% comprensivo dei diritti d'asta e dell'Iva. CASA D'ASTE NAGEL - Vicolo C. Zini, 1 - Verona - tel. 045/8341460 Le aste si tengono nella sede Nagel in Germania. PANDOLFINI CASA D'ASTE - Palazzo Ramirez Montolvo, Borgo degli Albizi, 26 - Firenze. Al prezzo di aggiudicozione va sommato il 18,6% comprensivo dei diritti d'asta e dell'Iva. CASA D'ASTE DELLA ROCCA - Via della Rocca, 33 - Torino. Al prezzo di aggiudicazione va sommato il 17% comprensivo dei diritti d'asta e dell'Iva. CASA D'ASTE BOETTO - Via Garibaldi, 2 - Genova. Al prezzo di aggiudicazione va sommato il 18% comprensivo dei diritti d'asta e dell'Iva. mm . . .-.-.v AUSTRIA DOROTHEUM - Vienna. Al prezzo di aggiudicazione va sommato il 20% comprensivo dei diritti d'asta e dell'Iva (pari al 3%). OLANDA CHRISTIE'S - Amsterdam. Al prezzo di aggiudicazione va sommato il 18% comprensivo dei diritti d'asta e dell'Iva. SOTHEBY'S - Amsterdam. Al prezzo di aggiudicazione va sommato il 18% comprensivo dei diritti d'asta e dell'Iva. SPAGNA FINARTE Casa d'aste - Madrid. Al prezzo di aggiudicazione va sommata la commissione del 15% fino ai 5 milioni di pesetas e del 12% sulla cifra eccedente i 5 milioni di pesetas + l'Iva pari al 15%. DROUOT - Parigi. Tutti i Commissaires-priseurs applicano al prezzo di aggiudicazione: +9,495% (onorari 9% + 5,5 TVA) per i libri; +10,854% (9% onorari + 20,6 TVA) per dipinti, mobili, arredi, gioielli, ecc.. GERMANIA NAGEL AUKTIONEN - Stoccarda. Al prezzo di aggiudicazione va sommato il 23% comprensivo dei diritti d'asta e dell'Iva. IL «CHI E'» DELL'ARTE IN ITALIA E IN EUROPA LE PRINCIPALI CASE D'ASTA DEI PAESI CHE ADOTTERANNO LA MONETA UNICA ITALIA FINARTE. Milano, piazzetta Bossi 4, tel. 02/877041; Milano, via Manzoni 38, tel. 02/76020436; Roma, via Margutta 54, tel. 06/3207679. CHRISTIE'S ITALIA. Milano, piazza S. Maria delle Grazie 1, tel. 02/4670141; Roma, piazza Navona 114, tel. 06/6872787; Torino, via Maria Vittoria 4, tel. 011/5619453. SOTHEBY'S ITALIA. Milano, Palazzo Broggi, via Broggi 19, tel. 02/295001; Roma, piazza di Spagna 90, tel. 06/69941791; Torino, c.so Galileo Ferraris 18b, tel. 011/544898. SEMENZAIO. Venezia, Palazzo Correr, Cannaregio, 2217; Roma, piazza di Spagna 93. DELLA ROCCA CASA D'ASTE. Via della Rocca, 10123 Torino, tel. 011/8123070-888226. MEETING ART. Corso Adda 11, Vercelli, tel. 0161/2291. CASA D'ASTE NAGEL. Vicolo C. Zini 1, Verona, tel. 045/8341460. AUSTRIA DOROTHEUM. Dorotheergasse 17, 1010 Vienna, tel. 01/51560 (24 uffici sparsi sul territorio austriaco). CHRISTIE'S. Ufficio di Rappresentanza, Kohlmarkt 4, Vienna, tel. 431/5338812. SOTHEEY'S. Ufficio di Rappresentanza, Palais Breuner Singerstrasse 16, Vienna, tel. 1/5124772 (uffici anche a Graz e Klagenfurt). BELGIO BERNAERTS. Hotel des Ventes. Verlatstraat 18/22, 2000 Anversa, tel. 03/2481921. CHRISTIE'S. Ufficio di Rappresentanza, 33 Boulevard de Waterloo, Bruxelles, tel. 322/5128830. SOTHEBY'S. Ufficio di Rappresentanza, 32 Rue Jacques Jordaens, Bruxelles, tel. 2/6480080. 1071 Amster- O LANDA CHRISTIE'S. Cornelis Schuytstraat 57 dam. tel. 020/5755255. SOTHEBY'S. 102 Rokin - 1012 KZ Amsterdam, tel. 020/5502200. GLERUM. Westeinde 12 - 2512 HD's-Gravenhage, tel. 070/3560165. FINARTE. Casa 3491/5754300. SPAGNA d'Aste, Velàzquez 7. Madrid, tel. CHRISTIE'S. Uffici di Rappresentanza, Antonio Maura, 10 Madrid, tel. 341/5326626. SOTHEBY'S. Plaza de la Independencia 8. Madrid, tel. 1/5222902 (uffici anche a Barcellona e Bilbao). FRANCIA DROUOT. 9, rue Drouot, 75008 Parigi, tel. 01/48002042. CHRISTIE'S. Uffici di Rappresentanza. 6 Rue Paul Baudry, Parigi, Si trasferirà prossimamente nel Palazzo dell'Art Curial, tel. 1/40768585 (uffici anche a Aix-enProvence, Bordeaux, Val de Loire, Lione). SOTHEBY'S. Uffici di Rappresentanza. 76, Rue du Faubourg St- Honoré - Parigi, tel. 1/53055305. GERMANIA Dr. FRITZ NAGEL. Adlergasse 31-33 - 70030 Stoccarda, tel. 0711/64969. La principale casa d'aste tedesca con uffici a Bruxelles, Vienna, Lipsia. KUNSTHAUS LEMPERZ. Neumarkt 3 - 50667 Colonia, tel. 0221 - 9257290. Specializzata in arte moderna. CHRISTIE'S. Uffici di Rappresentanza. Fasanenstrasse 72, Berlino, tel. 4930/8856950 (Uffici a Dusseldorf, Francoforte, Amburgo, Monaco, Stoccarda). SOTHEBY'S. Uffici di Rappresentanza. Odeonsplatz 16 D80539 Monaco, tel. 89/2913151 (Uffici a Colonia, Francoforte, Berlino, Amburgo, Karlsruhe, Stoccarda).