Scrittore ti voglio parlare

Scrittore ti voglio parlare Scrittore ti voglio parlare CARO scrittore ti voglio parlare, mi rivolgo a te per un consiglio. Dato che sei un giovane torinese affascinante (a proposito, la foto che c'è attualmente accanto al titolo della rubrica non ti rende giustizia) credo tu possa aiutarmi a capire come si conquista un giovane torinese affascinante. L'oggetto della mia passione è un mio compagno d'università: l'ho conosciuto circa un anno e mezzo fa e per me è stato un colpo di fulmine. Per lui no, comunque gli ero simpatica e così, lentamente e con grande pazienza, sono riuscita a mettere in piedi una bella amicizia che qualche mese fa si è finalmente evoluta nel famigerato «qualcosa di più» con tanto di telefonate romantiche, gesti galanti, regalini, uscite a due. Il problema è, caro scrittore, che lui di tanto in tanto viene preso dal panico e scappa: rimanda all'infinito gli appuntamenti, tergiversa... insomma, mette in pratica alla lettera il detto «in amor vince chi fugge». Sicuramente è una teoria valida perché dopo tutto io sono sempre cotta come una pera, ma a forza di corrergli dietro ti confesso che comincio a soffrire di asma. Cosa posso fare? Ti abbraccio! Una giovane Giulietta senza fiato. Cara giovane Giulietta senza fiato, à la guerre comme à la guerre: non ho idea di cosa significhi, ma in questi casi si dice così. Un altro consiglio utile potrebbe essere il famoso «chiodo scaccia chiodo», e al posto tuo non trascurerei neanche il classico «tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino», con una lieve modifica, però, ovvero «tanto va la gatta al tardo che ci lascia lo zampino», nel senso che Lui evidentemente è un po' tardo e se tu gli hai dato il noto dito Lui s'è preso la altrettanto nota mano. Mi sono anche venuti in mente «molti nemici molto onore», virato in «molti nemici molto odore» (è inevitabile, soprattutto se i nemici viaggiano su un tram sovraffollato) e «meglio vivere un giorno da leoni che cento da pecora», che nel nostro caso diventerebbe «meglio vivere un giorno da beoni che cento da pecora». Gli ultimi due suggerimenti non so bene come tu possa utilizzarli, ma in certe situazioni è bene provare di tutto. Dimenticavo Inon so se hai mai notato, ma al fondo delle risposte che vengono solitamente date nelle rubriche come questa c'è sempre un «dimenticavo»): «Cors tua, vita mea». Lascia pure che scappi, e trovatene uno nuovo. Forse è la soluzione migliore. Ciao! (Quanto alla foto, direi piuttosto che trattasi di scatto edulcorante: in fin dei conti non vi si nota che ho una gamba un poco più corta dell'altra, le mani pelose e le scapole alate, per tacere di canizie e reumatismi). Caro Scrittore ti voglio parlare, l'altro giorno, aspettando di attraversare via Roma all'altezza dell'ultimo semaforo prima di piazza San Carlo, non dalla parte delle due chiese ma da quella opposta, intenzionato a imboccare via Santa Teresa arrivando da via Maria Vittoria, ho notato che le ferree porte d'ingresso di un lussuosissimo negozio a me in quell'istante dirimpetto ostentavano a mo' di decorazione un'impressionante serie di svastiche, inanellate l'una all'altra ma ciò nonostante perfettamente distinguibili. Ora, mi domando: sarà pur vero che «chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scurdammoce 'o passato», però di questo passo dove ritiene che andremo a finire? Confidando in una sua risposta, Anselmo. Caro Anselmo, le confesso che, sbalordito dalla sua attenta segnalazione, mi sono immediatamente recato sul posto e ho attraversato via Roma seguendo l'Asse (la maiuscola è del tutto .casuale) via Maria Vittoria-via Santa Teresa. In effetti, le ferree porte pullulano di svastiche. Va anche detto che il negozio non è di proprietà della Krupp o della Messerschmitt, e quindi mi pare si possa ritenere tale singolare scelta iconografica quale frutto di disattenzione del tutto casuale; certo, anche la Francia ha le sue colpe (mi riferisco qua, è evidente, alla condotta del Maresciallo Pétain, e non alla sbadataggine dei suoi stilisti o delle sue case di moda, una delle quali è direttamente coinvolta nella boutique in questione), ma di qua a pensare che la decorazione in oggetto sia qualcosa di più che un neoclassico omaggio alla divinità del Sole, francamente ne corre. Ad ogni buon conto, direi che per riequilibrare la situazione (il nostro Paese è la Patria della Par Condicio, si sa), si potrebbe proporre all'altro lussuosissimo negozio che alla medesima altezza di via Roma risulta trovarsi proprio in faccia al succitato, ossia di fronte ai passanti che si trovano ad attraversare lo stesso semaforo arrivando da via Santa Teresa e verso via Maria Vittoria, di ornare le sue ferree porte con una pari serie di falci e martello, inanellate le une alle altre alla pari altezza delle svastiche. In ogni caso, per venire al suo interrogativo, faremo una brutta fine. A presto. éjm.

Persone citate: Caro Anselmo, Krupp

Luoghi citati: Francia