OLTRE «LA FRECCIA AZZURRA»
OLTRE «LA FRECCIA AZZURRA» LANTERNA MAGICA OLTRE «LA FRECCIA AZZURRA» Da Kamillo Kromo alla Pimpa storia di un successo torinese LA Lanterna Magica, ovvero Torino capitale del cartone animato italiano. Quindici anni di impegno, dal giorno dell'83 in cui Enzo d'Alò e Maria Fares diedero vita alla società, con un accelerazione improvvisa a partire dal '96, quando l'attesissima uscita nelle sale della «Freccia azzurra» lanciò quella che negli «studios» di via Cesare Battisti viene definita la «nuova stagione creativa». Dopo «Freccia azzurra», la favola di Gianni Rodari sulla Befana tradita dal perfido assistente Scarafoni, doppiato da un Dario Fo non ancora premio Nobel, si è aperta l'era delle grandi produzioni per il cinema. Prima (ma è un prima che dura ancora oggi) c'erano le serie per la televisione, le campagne di educazione sociale, l'interesse per l'educazione e la formazione professionale. La «Freccia» - costata cinque anni di lavoro, con la collaborazione di oltre trecento professionisti - ha portato d'Alò sulla scena internazionale, con le sue versioni per il mercato europeo, rispettose del lavoro originale, e con rincontroscontro con le leggi dello show business americano, che hanno permesso al film di presentarsi sul mercato delle videocassette forte di una tiratura di quattro milioni di copie, ma hanno costretto la Befana a trasformarsi in un'anonima e squalliduccia assistente di Babbo Natale perché, così sentenziò un burocrate made in Usa, «i bambini americani non avrebbero capito una leggenda unicamente italiana». I bambini italiani, invece, capiscono. Vedono la diversità nei ritmi lenti e colorati dei personaggi che Altan, terribile vignettista ma amabilissimo storyteller per l'infanzia, ha inventato apposta per loro: Kamillo Kromo, il camaleonte che non è capace di cambiar tinta, e la Pimpa, la cagnolina a pois che vive storie surreali con i suoi amici animali e il suo padrone Armando, un umano naif e simpatico come lei. I bambini italiani, e quelli europei, capiscono e apprezzano. Kamillo e Pimpa, nella loro versione animata, sono nati qui. Ed è a Torino che si coronerà il sogno segreto di uno dei più grandi autori internazionali di storie per la Disney. Romano Scarpa è entrato nella storia del fumetto per aver creato alcuni personaggi entrati a pieno diritto nella grandi famiglie di topi e paperi - da Trudy, la fidanzata grassa di Gambadilegno, a Brigitta, l'aspirante sposa di Paperon de Paperoni - ma non ha mai dimenticato i suoi lontani esordi nel cinema d'a¬ nimazione. Scarpa aveva da anni una storia nel cassetto: una storia veneziana come lui, ma ambientata nei cieli, non sulle calli. Protagonista, una comunità di uccelli veneziani, con tanto di nobili volanti e doge pennuto, che arriverà sugli schermi televisivi a partire dal 2001. Ma ormai Lanterna Magica vuol dire anche (se non soprattutto) cinema: e allora ecco i progetti per il futuro: «Momo», il film del Natale italiano del Duemila, tratto da un romanzo di Michael Ende e portato sullo schermo dallo stesso team creativo della «Gabbianella». E poi un'ambiziosa trasposizione dell'«Aida», diretta da Guido Marnili, firma storica del cinema d'animazione italiano. E ancora una riduzione dalla «Tempesta» di Shakespeare, un «Pinocchio», una collaborazione tra Giulio Cingoli, altro veterano dell'animazione, e Dario Fo per un lavoro ancora in fase embrionale che dovrebbe chiamarsi «Juanin Padan». Come dire: non andate via, qui c'e ancora molto da vedere. [g. tib.] \ In (fucsia /KJgina, fotogrammi di due celebri cartoon della «Lanterna> : •'kamillo Kromo e (sotto) La freccia azzurra»
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