Una «rete» per i parchi delle Alpi
Una «rete» per i parchi delle Alpi AMBIENTE Una «rete» per i parchi delle Alpi Q UATTORDICI parchi nazionali, quasi 50 parchi _ regionali. Senza contare la rete europea dei biotopi. Questi dati sanciscono da soli l'importanza, nella politica delle aree protette, dell'arco alpino, bioregione cerniera tra l'Europa continentale e il Mediterraneo. Questo giacimento di ambiente e di biodiversità tuttavia è sparso a macchia di leopardo e mortifica spesso quel concetto di continuità che invece è alla base della moderna gestione del territorio ambientalmente straordinario. Per ovviare a questa situazione e costruire una politica comune, i parchi alpini si sono organizzati, dando vita alla Rete delle aree protette alpine. L'iniziativa si ispira all'articolo 12 del Protocollo Protezione della natura e gestione del paesaggio della Convenzione delle Alpi: «Le parti assumono le misure idonee a creare una rete nazionale e transfrontaliera di aree protette costituite di biotopi e altri beni ambientali protetti o meritevoli di protezione. Esse s'impegnano ad armonizzare gli obiettivi e le misure in funzione di aree protette transfrontaliere». Ad avviai'e il progetto è stata la Francia che, con il coordinamento del Parco Nazionale degli Ecrins, ha ottenuto l'adesione degli altri Paesi che hanno ratificato la Convenzione. A seguito della Prima Conferenza Internazionale delle Aree Alpine protette tenutasi a Gap nel 1995, i parchi alpini si sono organizzati per l'applicazione del protocollo. L'iniziativa, accolta positivamente dai ministri dell'ambiente dei Paesi alpini nel corso della Conferenza Alpina di Brdo (Slovenia) del febbraio 1996, ha deciso di affidare a un Comitato Permanente la preparazione di un programma di lavoro. Si sono così concretati progetti su temi come: i rapaci, lo stambecco, i grandi ungulati, il ritorno dei predatoi'i, la comunicazione e la gestione del turismo. La seconda Conferenza internazionale della Rete, che ha trattato i temi generali sul futuro del progetto ma soprattutto gli aspetti di gestione faunistica collegati al protocollo della Convenzione delle Alpi, si è tenuta l'I e 2 ottobre a Pollein (Aosta), per l'organizzazione del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Un primo momento di informazione è stato messo a punto con la pubblicazione del «Bollettino della rete delle aree protette alpine». Informazioni: P.N. degli Ecrins, c/o LAMA, 17 Rue M. Gignoux, 38031 Grenoble Cedex; tel. 0033 476635946; fax: 0033 476635877; e-mail: pguido&iga.ujf-grenoble.fr fgranzot&iga.ujf-grenoble.fr Nei prossimi mesi entrerà in funzione un sito Internet. Tra gli altri impegni assunti dalla Rete, la redazione di un «Inventario dei tipi di aree protette alpine e proposta di tipologie» e, su incarico del Soia (Sistema di Osservazione e d'Informazione delle Alpi), la realizzazione di una ricerca tesa a stabilire gli indicatori ambientali necessari alla costituzione di una banca dati su fauna, flora, aree protette, ambiente. In prospettiva, la Rete può svolgere un ruolo fondamentale nell'assicurare alla regione alpina la necessaria politica unitai-ia per uno sviluppo ecocompatibile che non può che partire dai modelli studiati e realizzati nei parchi. Ma è chiaro che una politica di gestione del territorio non globale, con aree protette ed altre aggredite da modelli di sviluppo incompatibili, non può che andare a scapito delle prime, il cui unico scopo i*ischia di divenire quello di fungere da alibi a indirizzi generali non solo non condivisibili, ma nemmeno più giustificabili. Le Alpi possono davvero diventare un territorio strategico per il futuro delle politiche ambientali in Europa e costituire un caso esemplare capace di dimostrare la possibilità di un modello di sviluppo che coniughi natura e cultura, uomo e territorio. Sarà così possibile salvaguardare l'ecosistema più fragile e minacciato del pianeta: 1200 chilometri di catena alpina per una superficie di 191.000 chilometri quadrati in cui vivono oltre 13 milioni di cittadini di otto nazioni. Le Alpi sono solo lo 0,19 per cento delle terre emerse, ma come tutti i rilievi rappresentano uno scrigno di risorse naturali, a cominciare dall'acqua potabile, destinate a divenire strategiche. Walter Giuliano
Persone citate: Gignoux, Lama, Walter Giuliano
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