Midollo osseo, è svolta

Midollo osseo, è svolta SPERIMENTAZIONE IN ITALIA Midollo osseo, è svolta Ora i trapianti sono più facili SONO passati trent'anni da quando il trapianto di midollo osseo fu applicato per la prima volta con successo su bambini colpiti da immunodeficienza congenita, una malattia che rende il sistema immunitario incapace di svolgere il suo compito di difesa contro gli agenti nocivi provenienti dall'ambiente. Da allora questa tecnica si è estesa ad altre malattie del sangue, come le leucemie, tanto che ogni anno nel mondo ben 30 mila pazienti si sottopongono a un intervento che può rappresentare la loro unica speranza di salvezza. Ma non tutti quelli che ne avrebbero bisogno possono affrontare l'operazione. Perché l'intervento vada a buon fine, occorre che il midollo del donatore sia compatibile con quello di chi lo riceve: cioè le cellule del sistema immunitario del malato e quelle del tessuto trapiantato devono «andare d'accordo». Ouesta condizione si ha sempre se donatore e ricevente sono due gemelli identici, con lo stesso patrimonio genetico, ma si verifica soltanto una volta su quattro se chi dona il midollo è fratello di chi lo riceve, ed è frutto del caso se il donatore non ha nessun grado di parentela con il malato. Chi non ha un familiare compatibile deve cercare un midollo che vada bene nell'immensa banca dati mondiale dei donatori, che raccoglie più di cinque milioni di iscritti. Ma soltanto 6 volte su 10 la ricerca ha successo. Per superare queste difficoltà un gruppo di medici dell'Università di Perugia guidato da Franco Aversa ha fatto ricorso a una tecnica mai impiegata prima sull'uomo, riuscendo di fatto a rendere compatibile un midollo che sulla calta non lo era, e salvando la vita a (piasi un terzo dei pazienti trapiantati che, malati di leucemia acuta, non avevano trovato un donatore che facesse al caso loro. 1 malati sono stati sottoposti a un trattamento chemioterapico molto intenso per inibire la reazione di rigetto del loro sistema immunitario verso il tessuto non compatibile. Nello stesso tempo si è stimolata la produzione di cellule staminali, da cui originano le altre cellule del sangue, nel midollo del donatore e, prima dell'intervento, sono state eliminate dal tessuto da trapiantare le cellule che ne avrebbero impedito l'attecchimento: i linfociti T. In questo modo in nessuno dei 43 pazienti trattati il nuovo midollo è stato rigettato dal sistema immunitario, né si è verificato l'attacco dei linfociti trapianti nei confronti dell'ospite. Questi risultati sono molto importanti, perché il rigetto e la reazione aggressiva del trapianto verso i tessuti del malato sono i due eventi che si verificano quando il midollo non è compatibile. Le due reazioni dipendono dalle proteine Hla, un complesso che sporge dalla membrana delle cellule e che, come una piccola bandiera, di- ce al sistema immunitario che quel tessuto non è un estraneo, ma fa parte dell'organismo e come tale non va attaccato. Un donatore compatibile è quello che ha la stessa bandierina del inalato, ma poiché la variabilità di cjueste strutture è molto grande è difficile trovare qualcuno che vada bene. La tecnica impiegata a Perugia è riuscita a impedire le reazioni del sistema immunitario contro una bandiera diversa. Il metodo non è tuttavia privo di rischi. Infatti l'inibizione delle barriere difensive necessaria al successo dell'operazione ha esposto molti dei pazienti all'attacco di virus e batteri, e sono state proprio le infezioni a causare la morte di 17 dei 31 malati non sopravvissuti. Inoltre, pur definendo la ricerca una pietra miliare nella storia del trapianto di midollo, un editoriale di commento pubblicato sulla rivista che ha ospitato l'articolo degli italiani (il New England Journal of Medicine) ha tuttavia fatto notare che è passato soltanto un anno e mezzo dagli interventi. E anche se i pazienti sopravvissuti stanno bene, i risultati dell'anomalo trapianto dovranno essere valutati su un periodo di tempo più lungo. Margherita Fronte Una nuova tecnica anti-rigetto: interessa 30 mila pazienti all'anno Il idll il i fi di fib h d li Ganglio Nucleo cellulare MIDOLLO SPINALE Sinapsi Fibra nervosa Il midollo spinale presenta numerosi fasci di fibre nervose che conducono gli impulsi al e dal cervello. La disposizione di queste vie di conduzione è incrociata cosicché le sensazioni originate in un lato del corpo vengono registrate dalla corteccia cerebrale (sostanza grigia) del lato opposto. Allo stesso modo i muscoli del lato sinistro del corpo sono comandati dall'emisfero cerebrale destro. Cartilagine orticolan». Osso spugnoso Osso duro Cavità midollare Midollo osseo Periostio MIDOLLOOSSEOQuesta sezione della testa dell'omero mostra la caratteristica struttura interna delle ossa. La cavità interna è riempita dal midollo osseo, spugnoso e ricco di vasi sanguigni. Intorno al midollo la sostanza ossea presenta una struttura pluristratificata ntersecata dai cosiddetti canali di Havers nei quali passano i vasi sanguigni che sostengono le circostanti cellule ossificate, cioè gli osteociti. Lo strato osseo esterno è rivestito da una membrana detta periostio. MIDOLLO OSSEO Questa sezione della testa dell'omero mostra la caratteristica struttura interna delle ossa. La cavità interna è riempita dal midollo osseo, spugnoso e ricco di vasi sanguigni. Intorno al midollo la sostanza ossea presenta una struttura pluristratificata ntersecata dai cosiddetti canali di Havers nei quali passano i vasi sanguigni che sostengono le circostanti cellule ossificate, cioè gli osteociti. Lo strato osseo esterno è rivestito da una membrana detta periostio.

Persone citate: Franco Aversa, Havers, Margherita Fronte

Luoghi citati: Italia, Perugia