I MAYA, OCCHI DEL SILENZIO di Marco Vallora

I MAYA, OCCHI DEL SILENZIO FOTOGRAFIA I MAYA, OCCHI DEL SILENZIO Cartier-Bresson stile zen UH N fotografo davvero creativo, Dario Lanzardo, pe¬ netra nelle sale polverose del Museo di Scienze di Torino, tra insetti pinzati come gioielli, vecchi gufi impagliati, rettili sotto formalina e cerbiatte incellophanate sino a parere spose extraterrestri: e ne nasce un meraviglioso viaggio surreale nelle «collezioni invisibili» di questo museo un po' hitchco- H ckiano. tW J Dove si aggirano strani mostri antidiluviani e ^ma^ sorprendenti partiture di arte informale, sotto specie di fantasiosa Wunderkam- mer gotico-darwiniana. Una scoperta. Sembrano scolpiti nell'immutabilità del silenzio, invece, questi volti primordiali, esterrefatti d'impenetrabilità e assorti in una loro risentita diffidenza. Sono i volti sudamericani, dalla ruvida carnagione di terracotta e gli occhi innaturalmente bianchi, destinati un tempo a sostenere l'astratta nobiltà dei gioielli maya, che fanno bella mostra di sé a Palazzo Grassi. Opera quasi più di pittura concettuale che non di semplice fotografia: straordinario volume, II silenzio dei Maya, permette di far conoscere anche in Italia il lavoro sofisticato e monocromo di Luis Gonzalez Palma. E' stata un'eroina sommessa ed appartata delle avanguardie, Florence Henri, 1927-1940 (Electa), pittrice astratta tra Léger e Stuart Davis, amica di musicisti come Busoni, Ysaye, Kubelick, pianista allieva a Berlino di Egon Petri, grande indagatrice delle immagini speculari e delle rifrazioni ottiche, fattucchiera delle ombre e delle nature morte. Ma anche quando fotografa Kandinskij, Arp o Delaunay riesce a dare del corpo umano un'immagine diaccia, scalpellata, nuda: inconfondibile. Non è un libro di fotografie d'arte ma un importante documento storico e di dedizione al teatro, il periplo di Pasquale De Antonis, decano della foto di scena, amico di Afro, Cagli, Guttuso, che ha presentato, novantenne, questa sua mostra di «fantasmi ed odori» pure a Parigi. Un teatro che non esiste più, di flebile divismo e di gestualità esagerate: la giovinezza acerba di Mastroianni, gli incanti sospesi di Rina Morelli e Sarah Ferrati, l'eleganza aguzza e lunare di Tofano, le imperiosità incipriate di Visconti. Almeno una fotografia storica¬ 20. Forna/ corpiscene te Ronc mente epocale: il giovane attore Luca Ronconi che pugnala alle spalle il teatro dei gigioni e Vittorio Gassman che crolla, momentaneamente sconfitto. Fondamentale, per chi ama la fotografia, il saggio denso e leggero, dedicato al «fotografo-arciere zen» Cartier-Bresson. Allievo di Jean Clair, si presenta al citofono: «Voglio fare una tesi su di lei». Bresson, burbero, lo scaccia come un venditore ambulante. Due anni dopo, di nuovo al citofono: «Non l'ho ascoltata, pesa più di due chili». Ma adesso il vecchio riottoso deve ammettere che lo studio risulta «magistrale». Il Jolly? Occhiacci di legno. Parte da Pinocchio ed è una meditazione suggestiva e straniarne su un problema nodale come «prendere le distanze». Un artificio ottico che si fa metodo di svelamento: un libro originale e prezioso che ti aiuta a ripensare il pensiero. Marco Vallora / corpi astratti di Florence Henri scene teatrali, con Visconti e Ronconi che pugnala Gassman 20. Fornaio che inforna

Luoghi citati: Berlino, Italia, Parigi, Torino